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Countdown per uccidere

Tra le tante notizie di questi giorni in cui si parla di donne che hanno rischiato di morire per aggressione, tentato omicidio, persecuzione violenta da parte dell’ex partner, ce n’è una che mette in evidenza un paio di aspetti importanti.

Un tizio, con regolare profilo su facebook, si presume con delle amicizie, persone che leggevano quanto scriveva, quello che divulgava, che potevano dunque prevedere il suo intento femminicida, aveva inserito proprio su quel profilo il countdown, conto alla rovescia, per ammazzare la ex nel giorno del suo compleanno.

E’ stato arrestato per stalking.

Il primo aspetto della vicenda è relativo alla presenza di questi potenziali assassini in giro per il web 2.0. Vi abbiamo più volte detto che pagine, gruppi, profili di facebook sono gestiti da potenziali assassini, uomini che odiano le donne e che istigano al femminicidio. La persona di cui parliamo in questo caso a quali pagine era iscritto? Da chi si era sentito incoraggiato? Quali parole aveva letto per sentirsi giustificato nelle sue intenzioni? Quanti sono quelli che si aggirano per il web che diffondono odio contro le donne le cui frasi intimidatorie vengono volentieri giustificate da altri violenti che si nascondono dietro frasi come “scherzava…” oppure “pur condividendo quello che dici prova a non usare queste espressioni perchè le femministe non possono capire…”.

Come se il problema fosse di chi legge e non di chi scrive. Quante sono le persone completamente fuori di testa che producono, fanno e divulgano irresponsabilmente opinione giustificando stalkers, femminicidi, stupratori? Quanti sono quelli che leggono in talune parole una legittimazione sociale ai propri intenti?

L’altro aspetto da rilevare è l’accusa. Un uomo che minaccia di uccidere una donna può essere considerato un semplice stalker? Quanti sono quelli che minacciano le donne di omicidio? Quante sono le minacce che vengono prese sul serio in sede di denuncia? Quante sono le minacce che vengono messe in atto?

Le notizie di cronaca che monitoriamo tutti i giorni ci dicono che la cifra delle minacce messe in atto è spaventosa e che una minaccia di questo tipo, generalmente pronunciata assieme ad una aggressione violenta, una intimidazione, comunque una serie di azioni che privano la vittima delle sue legittime libertà di movimento, finisce spesso per essere realizzata.

Abbiamo anche visto che un uomo arrestato per stalking non demorde così come non demorde persino colui che è stato arrestato per tentato omicidio.  Ed è quello che dicono alle donne quando vanno a denunciare. Se l’uomo non commette il reato non c’è nulla da perseguire.

Il perchè lo abbiamo spiegato mille volte. Perchè non c’è prevenzione. perchè le donne non vengono aiutate a restare vive. Perchè la pretesa di restare vive sembra quasi una bestemmia, un privilegio, un capriccio. Perchè a fronte di un tale che è così stupido da scrivere sul suo profilo facebook che vuole ammazzare l’ex fidanzata ce ne sono altri che lo dicono in sedi differenti e che poi negano di averlo detto, perchè per gli assassini e i violenti vale sempre l’alibi misogino della donna che mente.

Cosa faranno dunque ora con questo tizio che ha minacciato l’ex di ucciderla? Lo terrano in custodia per quanto? E dato che i sistemi di rieducazione non esistono in che modo pensano di togliergli dalla testa l’idea di uccidere? E in che modo aiuteranno la donna a salvarsi la vita? La proteggeranno? La aiuteranno a cambiare città? La aiuteranno a trovare lavoro lontano? La metteranno in condizione di poter essere più sicura di se’? Dovrà restare sempre con la paura che quando lui uscirà metterà in atto la sua minaccia?

Se un giudice subisce una minaccia, anche più lieve, viene messo sotto tutela. Le donne che vengono minacciate e uccise tutti i giorni invece devono cavarsela da sole, sia dal punto di vista pratico, economico, psicologico. Perchè in Italia vengono considerate le minacce di serie A e quelle di serie B in rapporto al valore sociale che si da alle persone.

Un giudice vale più di una donna la cui vita è costantemente minacciata da un uomo violento. Eppure un uomo che minaccia la vita di una donna non è diverso dalla mafia per pericolosità, intento, livello di complicità e omertà di cui gode.

Questa donna allontanata, come dice l’articolo, giusto per un attimo da casa per impedire che lui la raggiungesse, tornerà nello stesso posto? Resterà con il fiato sospeso, terrorizzata, in attesa che lui esca di prigione e la ammazzi?

Sapete quante sono le donne che convivono quotidianamente con il terrore di morire e di veder morire i propri figli per mano di un uomo violento? Troppe per poterle contare. sapete cosa fa la società per tutelarle e facilitare la loro vita? Niente.

I negazionisti attenuano la pericolosità sociale degli uomini violenti, i misogini insistono sull’idea che le donne meritino questo destino, l’economia schiavizza le donne e le costringe a restare alle dipendenze di un uomo, la società in generale sminuisce tutto quello che le donne subiscono.

Chiedetevi perchè. Chiedetevi perchè la vita delle donne conta così poco in Italia e nel mondo. Chiedetevi perchè se un uomo minaccia una donna viene considerato un gioco, ci si ride su, si fanno battutine scemem si cantano canzoni infarcite di intimidazioni mascherate da frasi sofferte.

Se non sei mia ti uccido. Se non sei mia ti brucio. Se non sei mia ti faccio a pezzi e ti rendo la vita impossibile. Tutte parole scritte, dette, cantate. Come se fosse un eccessivo politically correct chiedere di non pronunciarle. Come se fosse trasgressivo essere violenti. Come se l’uomo violento avesse più valore sociale di una donna vittima di violenza.

Quel countdown scritto a chiare lettere su un profili di facebook mille donne ce l’hanno stampato sul cranio. Sono donne che vivono sapendo che un giorno o l’altro moriranno. Donne che vengono perfino colpevolizzate per quello che accadrà. Dai tanti che alimentano una cultura familista che rivendica la presenza di una donna a fare la moglie e la madre come fosse un elettrodomestico, un bene di utilità sociale che dovrebbe passare la mutua a tutti i maschi assassini.

Guardate le donne che avete accanto, le vostre sorelle, amiche, madri, parenti, compagne, colleghe… e chiedete se non sia accaduto a tutte loro, almeno una volta, che qualcuno le abbia minacciate di omicidio. Molte tra loro saranno le prime a sottovalutare perchè è quello che la cultura ti insegna. Ti dice che non è vero niente e che quando accade che un uomo ammazza una donna non è mai premeditato. Si tratta sempre di casi fortuiti, raptus, conseguenze di malattie mentali e bla bla bla.

Eppure questi delitti sono premeditati, progettati, perfino annunciati con un countdown. Avvengono quasi sempre per mano di persone vicine. Avvengono quasi sempre in situazioni facilmente prevedibili. Ed è escluso che le persone non capiscano quello che accade perchè basta davvero poco per capire.

Le donne sono addestrate a sottovalutare, a subire, a sentirsi colpevoli. Ed è anche per questo che muoiono. Ed è anche per questo che gli assassini possono sentirsi tanto liberi di annunciare un femminicidio su facebook.

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. mary says

    Stalking???? ma questi sono matti!! quello è un reato per tentato omicidio premeditato…
    Ne è gia morta una per aver condannato un uomo x stalking nonostante le aveva inferto 14 coltellate…