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Anche i tagli all’Università sono una violenza contro le donne

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato del Collettivo LeGrif di Pisa in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne.

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Oggi 25 novembre è la Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne.
A differenza degli altri anni quest’anno non vogliamo essere noi a parlarne, a descriverla, a presentarla.
Vogliamo invece che a prendere voce siano tutte le persone, tutte egualmente coinvolte indipendentemente dal proprio impegno politico o lavorativo sul tema.
Vogliamo che ci siano degli sguardi e delle voci “altre”, vogliamo una presa di responsabilità.
Lo sguardo vorremmo che cadesse su un oggetto legato alle nostre case e alla nostra quotidianità luogo preferito dalla violenza.

Per questo motivo abbiamo deciso di aderire alla campagna “Un lenzuolo contro la violenza sulle donne” lanciata da un gruppo di donne nel web, che esorta tutte le persone che vogliano manifestare pubblicamente il loro dissenso riguardo la violenza sulle donne ad esporre dalle proprie finestre e balconi un lenzuolo con il proprio messaggio o macchiato di rosso.

In questi giorni di contestazione vorremo sottolineare come il DDL Gelmini, ultimo passaggio di un percorso di smantellamento dell’Università pubblica per tutti e tutte, è l’ennesimo strumento di violenza nei nostri confronti. I punti da affrontare sarebbero molteplici: il mancato rinnovamento delle cariche accademiche che in questo modo rimarrebbero prevalentemente a componente maschile, la netta diminuzione di borse di studio che, vista la situazione di chiusura del mondo del lavoro alle donne, porterebbe necessariamente i genitori a scegliere per quale figlio indebitarsi (scelta tutt’altro che esente da discriminazioni di genere) riportandoci “nostalgicamente” agli anni ’50, i tagli alla ricerca che sicuramente frenerebbero ulteriormente l’ingresso dei gender studies nei nostri atenei, per non parlare delle conseguenze sulla vita, già precaria, delle studentesse e delle ricercatrici.

Per questo abbiamo scelto di vivere il nostro 25 novembre in uno spazio universitario occupato, esponendo il lenzuolo della campagna sulla facciata della facoltà di scienze politiche dell’Ateneo pisano.

In questo stesso luogo  vorremmo che trovassero spazio le “altre” voci, allestendo nell’aula 1 a partire dalle 19,30 un set per la registrazione di videomessaggi in cui le persone si esprimano liberamente con frasi o suoni (o qualsiasi mezzo suggerisca la creatività) sul tema della violenza alle donne.
Il materiale raccolto verrà montato e utilizzato come spot d’apertura di tutte le nostre iniziative fino al 25 novembre 2011.

La violenza sulle donne riguarda anche me!
Collettivo LeGrif

x info: legrif_group@yahoo.it

Posted in Fem/Activism, Iniziative, Personale/Politico, Precarietà.


3 Responses

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  1. Mary says

    Apprezzo tantissimo il vostro lavoro, il vostro blog, forse uno dei migliori nella rete. I tempi sono cambiati poco, certo, ma malgrado le discriminazioni che le donne subiscono nel mondo del lavoro, non vi sono + scelte che possano preferire in famiglia che un maschio conluda gli studi piuttosto che una femmina e non credo che questo schifo sulla scuola possa compromettere più di tanto le scelte dei genitori. Anche perchè se nel passato per la femmina era ritenuto normale dal genitore non la mandasse a scuola, senza nemmeno tanto ribellarsi…figuriamoci oggi…E’ diverso. Cioè mi fa strano che una laureata non mandi la figlia all’università perchè è femmina. Una volta le figlie che non venivano mandate a scuola erano a sua volta figlie di donne analfabete a sua volta non mandate a scuola.
    Ricordiamoci che pochi sanno che le donne in italia sono discriminate dal lavoro. Molti sono convinti che ci sia assoluta parità infatti credo che non possa esserci una relazione tra discriminazione sul lavoro e scelta del genitore a preferire che sia il maschio a continuare lo studio. Almeno nello studio abbiamo non solo raggiunto la parità ma superato il maschio (a giudicare dai profitti). Il genitore tende a far studiare il figlio che prende voti più alti, quindi almeno su questo non vedo una minaccia. Il problema sarebbe: “e chi non ha un reddito sufficiente?”

    Poi che i ministri purtroppo ancora oggi il welfare sia ancora molto maschilista ti do ragione al 100% e questo mi preoccupa. Che la scuola voglia ripristinare le materie x genere non sapevo nulla e mi fa rabbrividire perchè in questo caso ci sono premesse per il ritorno della donna angelo del focolare (beh ritorno non tanto visto che in italia lavorano poche donne e il lavoro domestico pesa tutto sulle nostre spalle). Per quanto riguarda le pubblicità..quest’ultima non ha mai conosciuto nemmeno un piccolo periodo in cui le donne venissero rappresentate come sono nella realtà… Io temo molto che i tagli possano contribuire a escludere le lavoratrici anche dall’istruzione..sempre più precarie.

  2. fikasicula says

    @mary:
    quando studiare costava tanto alle famiglie queste sceglievano di investire sui figli maschi e non sulle figlie femmine.

    i tempi non so quanto siano cambiati perchè come vedi nel mondo del lavoro vengono cacciate via le donne in maggior numero degli uomini e perchè il welfare formato sacconi è organizzato in modo tale che gli uomini riprendano il compado delle famiglie con un ruolo rigido e patriarcale e le donne si dedichino soltanto ai ruoli di cura che tanti soldi fanno risparmiare allo stato.
    se pensi poi che tutto questo si accompagna a gruppi filogovernativi che propongono di restaurare nelle scuole i corsi differenti per genere, percorsi ginnico-militari per i maschi e corsi di faccende domestiche per le femmine, diciamo che le premesse ci sono tutte.
    questo andamento regressivo lo vedi anche dalle pubblicità che sono materia del tuo studio, dove trovi di nuovo le donne relegate alle faccende di casa e gli uomini a girovagare soddisfatti con le auto nuove.

    non è una illazione. penso che quello che scrivono queste compagne sia assolutamente vero.

  3. Mary says

    \Su questa cosa non sono d’accordo con voi. Io sono contro le riforme gelmini sia chiaro, non credo che se il ddl passasse le scelte dei genitori sull’iscrizione all’università ricadrebbero sul figlio maschio (anche perchè le donne studiano di più e con profitto). Siamo nel 2010 e il mondo è cambiato rispetto a 50 anni fa e far studiare una ragazza è diventato nella cultura una cosa normalissima. So che il mondo del lavoro discrimina le donne ma non credo che le famiglie di oggi discriminerebbero le donne dallo studio, ricordandoci che sono tutti i giovani ad essere discriminati allo stesso modo dal lavoro (sia maschi che femmine).
    il mondo del lavoro discrimina le donne, certo, ma non credo che questo condizioni le famiglie sulla scelta di avviare le donne agli studi.
    Io sono convinta che la riforma Gelmini discriminerà chi ha meno reddito…su questo sono convinta. Quindi non sarà a mio avviso una questione di genere ma di classe sociale. ora le donne hanno più libertà di scelta rispetto a prima e non si sentono più famiglie che agevolano i maschi allo studio rispetto alle femmine.