Ho sempre pensato che in Italia si sapesse perfettamente dove stavano i cosiddetti super latitanti. Li lasciavano lì fintanto che non bisognava dimostrare l’impegno di quel governo o di quell’altro.
Lo so perché quando ero adolescente nelle campagne vicine al mio paese qualcuno diceva di aver visto un noto latitante. Tutti sapevano che era lì ma solo dopo una decina d’anni fotografi e giornalisti furono chiamati per registrare il “ritrovamento”.
Ce n’era un altro che se ne stava comodamente in casa con moglie e figli. Nel quartiere lo conoscevano tutti. Gli portavano rispetto e non gli mancava mai il saluto a vossìa sabbènarica.
Un altro ancora stava nella sua casa di campagna e non si sa come ne perché dalle mie parti non c’era bisogno di bunker. Erano lì, facilmente rintracciabili. Poi lo Stato tirava fuori un nome dal cilindro e registrava il suo successo.
E’ fantapolitica, di sicuro. Complottismo. Dietrologie. Ma sapete, io sono cresciuta con la memoria della strategia della tensione e delle mafie che andavano a braccetto con i servizi segreti e gli uomini politici.
Diventa davvero difficile per me immaginare che la mafia non sia funzionale ai poteri forti e che quei poteri non stringano accordi per ottenere qualche risultato qui e là da regalare alla stampa.
D’altronde è diventata ufficiale una versione che a tutti noi militanti dell’antimafia era nota da tempo. Mi riferisco al fatto che le stragi mafiose furono premiate con uno sconto sul 41 bis per un bel po’ di personaggi.
Cosa penso di questo governo? Cose ovvie. Ho sentito dire che lo stalliere di arcore sarebbe un eroe, che gente potente ha fatto affari con mafiosi di grosso calibro e che gli appalti sono stati distribuiti qui e là con grande aumento della spesa e anche dei rischi per i cittadini.
Di sicuro non sono io ad essermi inventata le costruzioni con il cemento depotenziato. La mafia dell’edilizia, quella degli anni settanta e ottanta che ha ripreso vigore negli ultimi anni, ha sempre fatto affari ovunque.
Che qualcuno si offenda perché viene detto senza timore che le mafie non sono un problema meridionale ma che riguardano il settentrione nella stessa se non in maggiore misura sembra una cosa davvero strana.
Non avevo ancora compiuto quindici anni e già sapevo che la mafia va a fare soldi dove ci sono soldi. Offre manodopera alle imprese che vogliono risparmiare e guadagnare. Tutto al ribasso, senza sicurezza né garanzie.
Una cosa ovvia. Nulla di nuovo. E se i grossi appalti stanno in lombardia è chiaro che le mafie stanno in lombardia.
A quindici anni imparavo termini quali collusione, connivenza, permeabilità dei territori alla mafia, amministrazioni in odor di mafia e via di questo passo.
Se da un ufficio di un qualunque comune del sud fosse venuto un piccolo segnale di collusione/corruzione, tangenti, estorsioni, ricattabilità e via così, quel comune sarebbe già stato sciolto per infiltrazioni mafiose.
Se questo accade al nord, dove i livelli di corruzione assumono perfino una diversa legittimazione sociale, un nome che prende le distanze dai terroni, quasi che tra “tangentopoli” e “mafiopoli” ci sia una qualche differenza, allora non succede niente.
Quei comuni restano intatti, gli amministratori si arricchiscono, i professionisti fanno soldi a palate, le imprese riciclano denaro della mafia per costruire opere pubbliche affidando lavori in subappalto a imprese mafiose, e tutto continua così, all’infinito.
Non è per sfiducia nei “servitori dello Stato” onesti. Però mi è difficile credere che le mafie siano un obiettivo da sconfiggere quando all’epoca delle stragi di magistrati e integerrimi poliziotti l’unica cosa che fece lo Stato, a parte evitare di scoprire chi furono i mandanti di quelle stragi, fu quella di militarizzare la sicilia per reprimere la spontanea rivolta popolare.
Mi è davvero difficile credere ad un intento scevro da ombre di collusione quando le persone che porto ad esempio come modello di lotta alla mafia, peppino impastato, pippo fava, altri simili a loro, senza divise né disponibilità alla strumentalizzazione dello Stato, sono state bistrattate per lungo tempo e rispetto a qualcuno di loro non si conoscono ancora né gli assassini né i mandanti.
Mi è davvero difficile perché penso che ogni volta che c’è stato di mezzo un governo autoritario o una guerra fredda tra fascismi e antifascismi: alla mafia veniva affidato il preciso compito di reprimere le forze del dissenso.
Era una faccenda comoda per tutti. Comoda per quelli che avevano un problema a tenere in casa comunisti, anarchici, intellettuali che non vendevano la penna a nessuno, e comoda per i mafiosi che ogni volta che liquidavano un antagonista incassavano il credito dello Stato.
Mi è davvero difficile perché anche senza andare a rivangare le memorie ricostruite sapientemente dallo storico Giuseppe Casarrubea o le strane mappe delle basi Nato ricomposte da Antonio Mazzeo, io so che in Sicilia la storia di Portella della Ginestra è assai strana e che c’erano luoghi di addestramento per decima mas, stragisti neofascisti che hanno seminato terrore per tanti anni. E c’era un accordo preciso, tra mafie, stragisti, militari, tutta gente che all’occorrenza era pronta a fare un golpe. Non fosse che hanno avuto un gran culo – diciamo così – a dover piangere Moro giusto quando si temeva il sorpasso del partito comunista sulla dc.
Mi è davvero difficile perché anche senza andare a spulciare le ricostruzioni storiche di mc smith, io so che le mafie meridionali si sono alleate con tutti quelli che hanno colonizzato in un modo o nell’altro l’italia.
Chi ha letto Il gattopardo senza capirci niente farebbe bene a rileggerselo perché lì è descritta con dovizia di particolari la costante alleanza dei baroni e dei picciotti, loro manodopera mafiosa, con garibaldini, piemontesi, e poi con gli americani che garantirono protezione e fuga negli stati uniti a fior di latitanti.
E alla fine, gira che ti rigira si torna sempre al punto di partenza. Perché i latitanti di sicuro non sono utili a me ma a chi in Italia specula e traffica in business di vario genere.
Scoprite chi sono costoro e avrete scoperto dove stanno i latitanti e perché si consegnano solo quando sono utili a dare lustro nelle conferenze stampa.
Buona giornata!