Riceviamo e condividiamo questa lettera di Giuseppina La Delfa, presidente di “famigliearcobaleno”, associazione genitori omosessuali (ma soprattutto madre lesbica orgogliosa) www.famigliearcobaleno.org
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Ho letto questi giorni tutti i commenti e le esternazioni possibili sull’infelice e terribile “battuta” del signor Berlusconi.
Qualcuno sostiene che questa non sia una battuta, bensì un messaggio chiaro inviato agli elettori, rivolgendosi agli istinti e sentimenti più bassi che, senza riflettere, la gente può esternare; come fa quando ride delle barzellette sui carabinieri, sui froci, sugli ebrei, sulle bionde…
Vorrei rivolgermi anche io agli elettori di Berlusconi e, più in generale, a quelli che sogghignano compiaciuti alle battute illuminate del presidente del Consiglio.
Vorrei farvi notare, in particolare, come sia facile ironizzare e sogghignare sulle sorti delle figlie e dei figli degli altri!
Quando i potenti si trovano in difficoltà, cercano il sostegno di una platea per un applauso compiaciuto. E, chissà perché, l’applauso arriva sempre se chi viene deriso è più debole. Nel nostro paese, i più deboli sono i bambini, le donne, gli omosessuali, tre categorie ad alto rischio.
Basta leggere i giornali (di destra, di sinistra e del centro, cattolici e laici) per constatare quante donne ogni giorno vengano picchiate, uccise, violentate da mariti, fidanzati, padri e zii o perfetti sconosciuti. Basta leggere gli stessi giornali per constatare il numero orrendo di casi di pedofilia e di maltrattamenti perpetrati nelle case di Dio e nel contesto di quella “famiglia”, tanto osannata da chi applaude alle battute rivoltanti di chi ci dovrebbe rappresentare e tutelare. Basta leggere i giornali per constatare quanti gay, lesbiche, transessuali vengono con regolarità picchiati a sangue o trucidati sulla pubblica via… e a qualcuno piace.
Forse piace agli stessi che non si scandalizzano più di tanto nel vedere ragazze minorenni invitate ai festini dei potenti-impotenti, ultrasettanteni, strafatti di droga e di denari rubati ai metalmeccanici di Melfi o a qualche disgraziato disoccupato e suicida. Piace forse, tra i tanti, a chi non si stupisce più di vedere al nord come al sud, le città sommerse dal fango mentre i responsabili della sicurezza vanno a spasso liberi e ricchi, di vedere spazzatura ovunque, di vedere aule sovraccariche di alunni e insegnanti a spasso, ecc…
Nel frattempo, mentre scrivo questa lettera, un’altra donna, forse minorenne, è stata venduta al potente di turno, un’altra lesbica è stata picchiata a sangue dal padre o cacciata via da casa, un altro bimbo violentato da qualche prete frustrato.
Applaudiamo e ridiamo alle battute del nostro presidente del Consiglio. Giustifichiamolo.
Ma quanto è facile ridere sulle sorti delle bambine e dei bambini degli altri?
In tutta onestà, quante e quanti di voi divertiti manderebbero la figlia diciassettenne a quegli appuntamenti da puttanieri? Quanto è divertente e appagante ridere sulle vite fantasma di 5 milioni di gay, lesbiche e trans italiani?
Ma di chi sono figli i gay, le lesbiche e i trans?
Sbaglia chi crede che tocchi sempre all’altro! Tra una risata e l’altra, potreste scoprire che il vostro adorato figlio, così maschio, è felice solo nel letto del suo vicino, o che la vostra figlia, così in gamba, se la caverà solo se accetterà di compiacere l’anziano potente di turno.
Mentre voi ridete, a me viene solo una grande tristezza. Non per la battuta squallida, né per la promozione elettorale, una tristezza immensa per la cecità che colpisce questa nazione assurda e ipocrita.
Vi auguro di smettere di ridere, di concedervi un pianto liberatorio e rimboccarvi le maniche per costruire altro da questo schifo, un paese degno per i vostri figli e le vostre figlie, non più obbligati a sottostare al potere, ai soldi, all’impotenza, alla disonestà, alla paura, all’orrendo e vigliacco sfottò mortifero.
Alla signora Rizzoli, che ha scritto un articolo demenziale su “Il giornale” in cui scomoda addirittura la partenogenesi a difesa della potenza delle donne, vorrei ricordare che forse succederà fra milioni di anni (sempre che, malgrado gli uomini, riusciamo a cavarcela), ma che le donne hanno bisogno ADESSO di rispetto e tutela.
Vorrei altresì ricordarle che i gay e le lesbiche hanno sempre avuto figli, da che mondo è mondo, e che oggi, grazie a persone e nazioni illuminate, le coppie gay e le coppie lesbiche riescono, se lo desiderano, a concepire e crescere insieme dei bambini che, come può immaginare, sono estremamente felici di leggere le battute del loro Presidente del Consiglio. Ma, come dicevo prima, è molto facile ridere o considerare dall’alto i sentimenti dei figli degli altri.
Quando mia figlia è nata, signora Rizzoli, non ho pensato nemmeno un secondo “speriamo che sia etero”. Ho pensato solo “speriamo che riusciremo, io e l’altra sua madre, a renderla felice”. E’ quello che dovrebbero pensare tutti i genitori del mondo, etero o gay che siano, senza soffermarsi nemmeno su quello che sarà l’orientamento sessuale dei figli.
Le ricordo anche che se gli adolescenti gay si suicidano è per il peso di essere sottoposti ad un continuo bombardamento fatto di battute divertenti e molto maschie, come quella di cui parliamo, e tanti articoli come il suo.
Non è l’omosessualità la responsabile della morte e dei suicidi dei giovani, è l’omofobia. Una brutta malattia da cui la signora Rizzoli, come tanti, è affetta. Ma non si preoccupino!Da quella malattia non muore chi ne soffre, muoiono molto più spesso i figli e le figlie degli altri.
La signora Rizzoli, come tanti, in questi giorni, si arrampica su specchi scivolosi. Se almeno avesse declinato l’invito a scrivere quell’articolo, avrebbe dato dignità al suo essere donna, figlia e madre.
Splendido. Il problema è che tanti in Italia tanti la pensano come la Rizzoli!
Chiara