Skip to content


La nostra r-esistenza è appena cominciata!

http://www.youtube.com/watch?v=Tbjzs8v6qsg

Qualcuna di voi ha una vaga idea di come le donne abbiano ottenuto il diritto di voto?

Sembra una sciocchezza, vero? Ora che questo diritto è garantito e che lottiamo affinchè alcuni diritti non vengano sottratti, come sta accadendo, e altri si possa ancora ottenerli.

Parlo dell’occidente, perchè in russia le donne hanno potuto votare qualche anno prima. L’europa della rivoluzione francese fu caratterizzata dalle parole di Olympe de Gouges, una straordinaria militante che organizzò vari gruppi di donne e che scriveva e pubblicava parole di fuoco, effettivamente tollerate al tempo della rivoluzione finchè Olympe non criticò lo stesso Robespierre che la fece ghigliottinare. Il diritto di voto alle donne viene concesso in Francia soltanto nel 1945.

Ricordate: quando gli uomini – di parte e di partito – accettano di buon grado le vostre parole non ritengono mai di poter essere oggetto delle vostre critiche. Quando questo accade vi decapiteranno esattamente come fanno tutti gli altri.

Nell’inghilterra della rivoluzione industriale, e siamo a fine ottocento, le donne partecipavano, sfruttate, alla vita sociale ed economica del paese senza poter accedere a funzioni di nessun tipo. Volevano il diritto di voto, che ottengono soltanto nel 1928 limitatamente alle donne di età superiore ai trent’anni, mogli di capifamiglia con certi requisiti. Volevano anche accedere ad alcune professioni che erano per la maggior parte inibite al sesso femminile.

Le loro erano manifestazioni in cui i corpi erano l’arma di rivolta. Si incatenavano a cancelli, presidiavano suolo pubblico davanti ad uffici istituzionali. Solo per il fatto di esercitare la loro libertà di opinione venivano arrestate, picchiate dalla polizia (come ancora accade oggi) e le carceri femminili erano piene di queste prigioniere politiche che venivano maltrattate, sottoposte a durissime terapie psichiatriche e che attuavano come forma di protesta lo sciopero della fame.

Ottennero il suffraggio esteso alle donne anche perchè la prima guerra m0ndiale le vide occupare ruoli maschili, furono perno della società, sorressero l’economia delle nazioni e quel riconoscimento, limitato a poche privilegiate, fu quasi un atto dovuto.

Negli Stati Uniti le donne ebbero una vita altrettanto travagliata. Non so se vi è capitato di vedere “Angeli D’acciaio“,  un film per la tivù che ho intravisto per caso stanotte su rai2 (iniziato alle 2.30, forse per non rischiare di avere un pubblico più ampio?).

Il film si basava sulla biografia di Alice Paul, una delle principali attiviste del movimento delle suffraggette americane.

Quacchera, con una madre che aveva seguito lei stessa qualche riunione del movimento, fu una donna ostacolata perfino dalle “anziane” del movimento, perchè più lungimirante, coraggiosa, consapevole che la mediazione in alcuni casi non serve a niente. Una leader, una stratega politica acuta, intraprendente, lucida e forte, che, isolata dalle vecchie matrone del gruppo, ancora in attesa di cenni d’assenso da parte del presidente che non sarebbero venuti mai, costituì con successo il partito delle donne e iniziò una campagna instancabile, sostenuta da altre donne che come lei avevano ben chiara quale fosse la scommessa in gioco.

Fu censurata, ostacolata, organizzò una parata che finì con molte donne ferite perchè aggredite da uomini che non sopportavano l’idea che le donne prendessero la parola sulle proprie scelte. Diede vita ai picchetti davanti alla casa bianca dove le donne riproponevano soltanto le frasi che teorizzavano libertà e uguaglianza del presidente in carica. Furono mal tollerate, resistettero al sole e al freddo, al vento e alla pioggia, continuarono a fare circolare scritti, fino a che la guerra, e in questo vale la pena, se non l’avete fatto, leggere Susan Faludi per vedere quello che è accaduto con Bush nell’america più recente, in questo caso parliamo però della prima guerra mondiale, non diede ai maschilisti, presidente in testa, l’opportunità di ordinare la carcerazione delle dimostranti.

L’accusa era “intralcio al traffico”. In realtà stavano sul marciapiede della casa bianca e non facevano nulla per intralciare alcuno. Furono invitate a pagare una ammenda. Loro però non riconobbero l’accusa – che fu più tardi dichiarata incostituzionale – e furono incarcerate. Nel carcere furono maltrattate, torturate. Alice Paul iniziò uno sciopero della fame, seguito da quello delle altre militanti. Fu portata in un reparto psichiatrico, esaminata, perchè cercavano l’alibi per poterla rinchiudere in manicomio, fu sottoposta a nutrizione forzata, tanto da indurle vomito, cicatrici sulla bocca, sul naso, ovunque.

In qualche modo la notizia venne fuori e quello che il presidente e i suoi collaboratori cercavano invano di nascondere fu pubblicato su un quotidiano. A quel punto il rischio per l’america, che si faceva portatrice di libertà in europa, era quello di essere ridicolizzata e ostacolata nella propaganda di guerra. Fu solo per questa ragione di mera opportunità politica che le donne furono rilasciate, l’emendamento per il diritto al voto alle donne fu presentato e votato da una risicatissima maggioranza che ne decretò la vittoria.

Il movimento delle donne sollevò mille contraddizioni, come ancora continua a fare. In america fu il primo che mise sullo stesso piano le donne bianche e quelle nere, per quanto poi il movimento delle donne afro americano rimproverò, giustamente, di essere stato colonizzato culturalmente da quello delle donne bianche e rivendicò una sua autonomia.

In generale però il movimento delle donne accese conflitti autenticamente costruttivi dentro la società, nelle famiglie, dove i motivi di opposizione alle rivendicazioni delle donne non erano diversi da quelli che ancora oggi ci ritroviamo ad affrontare.

Per la cronaca, in italia le donne ottengono il diritto di voto soltanto nel 1946 e quel ritardo di vent’anni ce lo portiamo dietro ancora oggi, perchè l’italia è puritana, moralista, cattolica, sessista, misogina e con politici che umiliano e insultano le donne.

In Italia non abbiamo un solo segretario di partito donna. Non ci sono sufficienti donne in parlamento. Non ci sono donne a rappresentarci in troppi posti e la società, la nostra vita, viene ancora decisa da un manipolo di maschilisti che come agli inizi del 1900 ci vogliono in casa ad occuparci di marito e figli.

Siamo limitate nelle possibilità di formazione, di lavoro, non possiamo conciliare figli e lavoro, non possiamo scegliere liberamente il nostro futuro.

La visione delle donne è critica nei confronti di tutta la società, non risparmiano, non risparmiamo, niente a nessuno e non c’è dubbio che robespierre decapiterebbe anche noi così come non c’è dubbio che ancora oggi le donne che lottano vengano represse, perfino picchiate in piazza (milano novembre 2009), arrestate (perugia estate 2010), patologizzate e chiamate “pazze” da tanti maschilisti che in italia detengono il monopolio della cultura.

Le donne invece guardano lucidamente al futuro, da sempre vedono con chiarezza lo scempio delle brutte scelte degli uomini, nell’economia, nell’ecologia, nella scienza, nell’istruzione, nel lavoro, nella società.

Racconto questa storia, pur sapendo che alcune femministe, ma anche alcuni compagni, non votano, perchè considerano il voto una legittimazione vuota ad un sistema tutto uguale comunque fatto di uomini che decidono per gli uomini.

La racconto perchè comunque, a prescindere da quali siano gli obiettivi delle nostre lotte è impossibile non vedere come le dinamiche siano sempre le stesse e come le reazioni di una casta di maschi privilegiati che vogliono solo conservare il proprio potere siano sempre uguali.

Siamo alla fine del 2010 e non è cambiato niente. Anzi no. Siamo nel 2010 e noi siamo cambiate. Siamo cresciute, perchè non abbiamo rinnegato l’eredità che le altre donne ci hanno lasciato. Non abbiamo rimosso alcunchè. Non abbiamo sottovalutato e siamo orgogliose di custodire la memoria delle nostre sorelle, di farci portatrici delle loro storie e di continuare a lottare, seppur per motivi e in modi diversi.

Oggi siamo molte di più a scrivere, pensare, studiare, lavorare, comunicare.

Non sprechiamo questa opportunità.

C’è ancora troppo da fare. E nulla va dato per scontato.

Quello che era scontato ieri, consultori, servizi, autodeterminazione, può non esserlo domani. Voi lo sapete.

La sorellanza è la prima delle scelte coraggiose da fare. Il resto è fatto di mille piccole e grandi rivoluzioni dentro e fuori le nostre case, dove possiamo contare le donne morte ammazzate perchè si ribellano, perchè vogliono decidere con chi e come vivere, perchè vogliono respirare senza essere oppresse da un uomo.

La nostra resistenza non è finita. La nostra resistenza è appena cominciata.

Per noi.

Per tutte le sorelle che ci hanno preceduto e che hanno lottato anche per la nostra libertà.

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


3 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. Rachel says

    l’ho rivisto due volte quel film e ho proposto di vederlo anche a scuola!!
    “quando si parla di donne spesso il coraggio viene scambiato per follia”

  2. lafra says

    La memoria storica è importantissima e quella delle donne e delle relazioni tra i generi se non la facciamo noi andrà perduta, negata, strumentalmente travisata. Un abbraccio sorella!

  3. Natla says

    Adoro quel film (secondo me l’hanno mandato in onda a quell’ora per la scena nella vasca, che in italia puoi far vedere tette&chiuli anche ai pasti ma non una donna che – si intuisce – si da piacere da se’). Ogni tanto me lo riguardo e penso che se non avessimo già avuto il voto e l’aborto oggi non avremmo la minima possibilità.