Dal blog di Valentina Vandilli una nota a proposito della conferenza nazionale della famiglia. Ricordiamo l’iniziativa fatta a Firenze mentre c’era la stessa conferenza, a cura dei movimenti lgbtq, laici e femministi, e vi passiamo il link di un documento diffuso via web allora che parlava della famiglia ai tempi di mussolini:
Dall’ 8 al 10 Novembre 2010 si terrà la Conferenza Nazionale della Famiglia (Eterosessuale con figli eterosessuali) a Milano.
Ho mandato una mail ai presidenti delle associazioni Famiglie Arcobaleno (Associazione Genitori Omosessuali) e Agedo (Associazione Genitori di Omosessuali), chiedendo se fossero stati invitati a parlare o se avevano intenzione di partecipare anche come spettatori.
Si sono iscritti sia come oratori sia come spettatori, attendiamo la risposta della segreteria.
Qualora fossero rigettate le loro richieste, scriverò una lettera all’On. Mara Carfagna ed al Presidente della Repubblica, per sottolineare che i suoi “sforzi” per l’integrazione sociale delle persone omosessuali, bisessuali, transesessuali e intersessuali, non sono andati a buon fine, vista l’azione di censura sociale rappresentata dall’esclusione da questa Conferenza Nazionale.
Omettendo l’argomento “Omogenitori e Famiglie con figli omosessuali e transessuali” in una conferenza così importante, si tagliano fuori milioni di persone, famiglie e bambini.
Ciao a tutte.
La famiglia per definizione è eterosessuale ed esclude trans, gay e lesbiche.
Esclude e rifiuta chi non si conforma.
Richiede omertà e complicità.
Secondo me il punto non è se si è stati-e invitati- o no ma come rimettere in discussione la famiglia patriarcale che porta con sè odio e violenza e che è il mezzo attraverso il quale si annienta il conflitto sociale e ci inchioda in ruoli ( a detta loro naturali) dai quali non è permesso distaccarsi.
Le politiche per la famiglia non ci comprenderanno mai.
Rinchiusi li dentro gay lesbiche e donne non potranno trovare che rifiuto e violenza.
In un momento poi come questo, in cui gli uomini continuano indisturbati ad uccidere mogli, figlie, sorelle, credo dovremmo urlare una volta ancora che la famiglia è il luogo in cui tutte noi veniamo uccise.
E’ il luogo che ci richiede omertosa complicità e che ci imprigiona coi suoi tentacoli di ipocrisia e finto rispetto.
Rimettiamo in discussione le famiglie.
E’ da qui che bosogna partire, sono loro il primo veicolo del patriarcato.
baci a tutte