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La rivoluzione culturale delle donne, a sud come a nord

La questione è diventata etnica e di genere. La campagna mediatica sulle note vicende del delitto di Avetrana, per la Padania, ma anche per molti altri, assume anche contorni palesemente razzisti. Si inventano “predisposizioni genetiche meridionali” dove invece dovrebbero spiegarci come mai la maggior parte dei delitti in famiglia avvengono nel nord italia. I numeri delle violenze maschili nel ricco settentrione sono tanti e tali che è venuta fuori perfino la proposta di fare la manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne a Milano invece che tra le solite strade romane.

Non è uno stereotipo e neppure un modo per dire che il sud è migliore del nord perchè la cultura patriarcale sta dappertutto e non si fa mancare niente in nessun posto. Ma c’è una analisi precisa che viene omessa e ci sono numeri che vengono rimossi.

Anzi mi sembra, a questo punto, che tutta la campagna mediatica venga utilizzata ad arte, non solo per fare guadagnare soldi a media e gente altrimenti senza un quattrino che normalmente apre la bocca solo per emettere aria fritta, ma anche per rimuovere l’attenzione da quella che è una delle emergenze italiane.

Ho detto una, perchè in questi giorni è avvenuto di tutto, dal tifo da stadio per l’accusato della morte di Maricica alla repressione delle donne e degli uomini di Terzigno che non vogliono diventare una città-discarica.

C’è una emergenza italiana che tutti fingono di ignorare perchè nulla si fa in quella direzione. Si chiama femminicidio ed è la persecuzione, lo sterminio delle donne in quanto donne che avviene, secondo i numeri, soprattutto in famiglia e soprattutto al nord ad opera di padri, mariti, fidanzati, ex, al ritmo di quasi una al giorno. Ci sono quelle che muoiono e quelle che sopravvivono con gravi disabilità, ferite, traumi indelebili. Ci sono quelle che fanno tante denunce per stalking e che vengono ascoltate solo quando l’ex marito le fa diventare un rogo vivente.

C’è una emergenza culturale che viene peggiorata anche in questi giorni spostando l’attenzione verso motivazioni incredibili quando noi sappiamo che la normalità è fatta di una violenza di genere praticata proprio per impedire alle donne di esistere, resistere, denunciare, liberarsi, scegliere liberamente.

E c’è una recrudescenza di atti violenti che sono favoriti da una propaganda misogina che viene dalle regioni cattoliche-reazionarie, incluse la lombardia, il veneto, e tutte quelle terre interessate dal connubio fascio-leghista che sta fornendo ulteriori motivazioni agli uomini, semmai non ve ne fossero state abbastanza, per sterminare le donne.

Basta leggere quello che scrivono sulle donne che ruberebbero il lavoro agli uomini (invece lo stanno perdendo e perciò sono più ricattabili), che distruggerebbero le famiglie, che starebbero incrinando il ruolo del “padre” e questa parola torna in tante proposte di legge che vengono firmate e talvolta approvate per vittimizzare il maschio, concedergli privilegi che altri umani non hanno, sulla base della creazione di una figura nemica: “la donna”.

Tanti assassini che ammazzano le donne al nord vengono perfino apertamente giustificati dai sostenitori di queste cause, in una gara di istigazione all’odio che crea ulteriori vittime e rompe qualunque vincolo di coesione sociale perchè si tratta di una politica della prevaricazione e del predominio basata sul potere di uno sulle altre. Un potere che si spinge fino ad immaginare le donne impedite nella propria libertà di scelta in fatto di sessualità e maternità, represse con pene detentive o con Tso (cure psichiatriche obbligatorie) se rivendicano i propri diritti. E’ una cultura reazionaria che di fatto arma la mano dei deboli, quelli fragili, quelli già devastati e gli fornisce un motivo in più o mille motivi in più per sentirsi legittimato ad ammazzare l’ex moglie.

Fanno leva sulla crisi economica, prendono uno che non ha lavoro e gli dicono che è tutta colpa della sua ex moglie, così dirigono il suo odio altrove invece che lasciarlo convergere contro un sistema economico che sta massacrando tutti. Gli dicono che sua moglie gli ruba tutto, dignità, affetti, perfino i soldi che non ha. Gli dicono di guardare quella donna che si sveglia al mattino e va a lavorare, possibilmente fa la badante, nulla di eccezionale ma un lavoro ce l’ha, quella donna che tenta di tenere ancora assieme la sua vita, e lui pensa che lei non ne abbia diritto perchè muoia sansone e tutti i filistei, mors tua e vita mea, e tutte le citazioni che vogliamo. Resta il fatto che sarà lui a prendere un coltello e a scagliarsi con aggressività inaudita contro quella donna che morirà perchè ha scelto di stare senza di lui, perchè è stata in grado di reggersi nonostante tutto in piedi, perchè lei non cerca alibi e non da la colpa a nessuno dei suoi guai, perchè si rimbocca le maniche e sopravvive.

Ci sono tanti uomini istigati a compiere violenze contro le donne mentre gruppi di maschilisti e padri separati, e credeteci non è una cosa da sottovalutare perchè sono una lobby potente molto più di quello che immaginate, perchè raggruppa forze reazionarie che vanno da comunione e liberazione a forza nuova, passando per i catto-conservatori del pd e per i radicali garantisti che già in sicilia riciclarono i politici imputati per associazione a delinquere di stampo mafioso e ora trovano nuova carne da mettere al fuoco per raccattare qualche voto in più, gruppi di voci sparse qua e là scrivono e dicono che un uomo sarebbe legittimato a compiere violenza in virtù di quella che chiamano paternità negata. Si tratta sempre di quella ex moglie che essendo più affidabile dell’ex marito, possibilmente violento, riceve in affido il figlio. E giù allora accuse contro la magistratura che sarebbe femminista (come per berlusconi sarebbe comunista) e contro le donne che sarebbero la rovina dell’umanità. E vai con i manifesti per il padre e con gli stalkers squadristi che nel web fanno il lavoro sporco, la cosiddetta manovalanza armata di tastiera che esiste in tutte le lobby.

Al sud i loro argomenti arrivano diversamente. Si inseriscono in un vuoto di diritti senza bisogno di tanto rumore mediatico. Basta acchiappare un voto alla regione siciliana ma con calma perchè quella volta che un tale tentò di prendersi i bambini di una donna separata fu il suocero che gli sparò giacchè al sud la famiglia è patriarcale, brutta, sporca e cattiva sicuramente, le donne non sono indipendenti e restano in regime di “protezione” di altri padri che trasformano la questione in un violento mezzogiorno di fuoco.

Non si trovano di fronte donne sole, scollate dalle famiglie, in qualche modo liberate, che si trovano ad affrontare autonomamente, clan maschilisti e/o familiari a protezione del maschio. Al sud c’è padre separato contro il padre della madre separata. Una donna separata che vive nell’ombra di una protezione al costo di una tangente altissima.

Non sto dicendo che è positivo. Sto dicendo che è un gran problema ma è anche il motivo per cui attualmente al sud muoiono meno donne per mano di un maschio.

C’è anche che al sud la crisi economica c’è sempre stata. Una donna separata torna solitamente dalla famiglia d’origine, cioè dal padre (e si torna all’argomento già descritto), e il padre separato torna anche lui dalla famiglia d’origine. Al sud le proprietà immobiliari vengono ancora date in dote. Non c’è mutuo. Se la casa è del marito con la separazione resta al marito e se la casa e della moglie rimane a lei. Tutto semplice. Non c’è proprio modo di arrivare ad un conflitto in cui ci si contende una casa intestata ad entrambi.

E non sto dicendo che è positivo perchè è anche quello un retaggio arcaico che andrebbe demolito perchè quel retaggio intrappola le donne e le rende schiave di un sistema dove non c’è lavoro, che decide il tuo futuro, dove più spesso se puoi aspirare a cose diverse lo devi ad un padre illuminato perchè è da lui che troppe dipendono economicamente. Dove più spesso una madre resta schiava di una situazione di violenza proprio per fare in modo che le sue figlie abbiano una possibilità diversa di scelta nella vita.  Però questo conflitto economico si spende dentro i nuclei familiari allargati. E sono tante le donne che non prendono un soldo di mantenimento neppure per i figli perchè gli uomini non pagano e perchè la famiglia le aiuta a non essere ricattabili.

Si tratta di sistemi differenti per cui le espressioni del possesso maschile, che sono all’origine di persecuzioni, stupri, femminicidi vengono più o meno agevolate, mimetizzate, legittimate a seconda dei contesti. Tensioni e motivi che stanno alla base dell’odio maschile che cresce nel nord vengono in qualche modo attenuati nel sud. Al punto che in una coppia che si separa ci sono vari mediatori, le famiglie d’origine. Quella della donna che non vuole che la figlia muoia e quella dell’uomo che non vuole che il figlio finisca in galera per vent’anni dopo aver ammazzato l’ex moglie. Una sorta di cupola affettiva.

E non sto dicendo che è giusto. Dico solo come funziona e perchè forse al nord muoiono più donne.

In una separazione che avviene in una grande metropoli del nord non ci sono palliativi, paracaduti sociali. Non c’è un welfare di sostegno. Non c’è niente che prevenga e attenui i conflitti. C’è un gravissimo conflitto di genere e ci sono irresponsabili predatori che realizzano un business sulla pelle e sulla disperazione altrui alimentando odio tra le parti. Altro che mediazione familiare. Manca un welfare che si sostituisce ai ruoli di cura tipici delle famiglie vecchio stampo. Invece che mettere in atto dispositivi e provvedimenti che forniscano aiuti seri nei confronti di uomini e donne in difficoltà alimentano l’odio di genere per dire che è tutta colpa delle donne che non restano a casa a fare le brave mogli e le madri.

Due persone che si separano in una metropoli o in una qualunque città del nord e che non hanno alle spalle un clan familiare come più spesso avviene nel sud, finiscono inevitabilmente per farsi la guerra per spartirsi le briciole. Briciole di niente perchè dopo un terremoto non resta niente. In ogni caso tante donne riescono comunque a continuare a vivere, proprio perchè da quella autonomia veniva la forza per interrompere una relazione che le faceva stare malissimo. Tanti uomini invece, e parlo di quelli che fanno le vittime del mondo perchè non c’è una donna che gli faccia da balia, quelli infantili e dipendenti, che non hanno spina dorsale per vivere senza sputare odio sulle donne (e non solo su quelle), sono persi, diventano ossessionati all’idea di trovare una ragione legittima per ammazzare la propria ex che nel loro immaginario gli ha tolto tutto. Ovvero quello che già non aveva. Gli ha tolto quello che lui aveva sperato di trovare attribuendo a lei l’intera responsabilità della sua esperienza, probabile motivo per cui lei ha fatto la scelta di andare altrove. Sono fallimentari perchè non si rimettono in discussione, non crescono, non vanno avanti. Ce l’hanno forse con la propria madre, possibilmente una donna che ha faticato tutta la vita e dal quale non si è sentito agevolato nella sua pretesa di “assistenza”. Ce l’hanno forse con lei perchè ha preteso che loro si rifacessero il letto la mattina, che imparassero a sistemare la camera, che assolvessero a doveri di condivisione dei compiti casalinghi. Ce l’hanno forse con lei tant’è che quelli che si separano e che tornano dalla madre o da una parente che li ospita, sempre più numerosi finiscono per ammazzarle. E in quei casi l’età media delle donne morte ammazzate raggiunge l’età di settanta, settantacinque anni. Sono mamme, zie, perfino nonne ammazzate da figli, nipoti, che vengono classificati dalla stampa sempre come depressi. Depressi un corno.

E’ questo dunque il motivo per cui le forze catto-fasciste premono per riportare le donne, con un terrorismo quotidiano fatto di delitti dietro i quali si nasconde una rivendicazione cruenta, se ti comporti bene non sarai uccisa, se non divorzi non sarai uccisa, se riprendi tuo figlio in casa non sarai uccisa, se molli casa, averi, beni, figli a lui non sarai uccisa. Se quando ti separi ti farai diseredare, resti senza un soldo, non potrai più trasferirti per lavoro, non potrai più essere autonoma in nessun caso, ma resti dipendente da lui che ti strappa via il figlio e se lo tiene come ostaggio per farti restare lì a pietire dolore e sangue della preoccupazione nel vedere un bambino trattato così malamente e così malamente usato. Se farai tutto questo non sarai uccisa. E non è neanche così perchè infatti i padri separati non si spingono a tanto conoscendo la natura della violenza maschile scrivono, ed è documentato, che queste azioni “dimezzerebbero” i delitti di violenza maschile.

Quello che dal sud mi è chiaro è che quando la mafia si presenta per chiedere il pizzo in un negozio si chiama estorsione. Quando la mafia ti dice cose tipo “meglio la mafia che un bell’incendio nel negozio” parliamo di criminalità organizzata. Esattamente come quando una organizzazione terroristica di destra compie una strage, tipo quella di piazza fontana o della banca dell’agricoltura, per ripristinare il fascismo.

Quello che dal sud è chiaro è che quando in un territorio non controllato dalla mafia i negozi diventano obiettivi di criminali comuni non si fanno campagne di comunicazione che chiedono di ripristinare la famiglia mafiosa per garantire la sicurezza del territorio. Si chiede semmai che ci siano dispositivi che diano ad ogni commerciante il diritto ad esercitare la propria professione senza dover subire ricatti nè pagare tangenti a nessuno.

Allo stesso modo, e il paragone non è affatto azzardato perchè la violenza maschile è come la mafia e la famiglia come clan non è differente, nei metodi e negli obiettivi, da una famiglia mafiosa (vedi delitto buonocore e delitto scazzi), allo stesso modo, dicevo, se in alcune regioni d’italia dove le possibilità di lavoro hanno determinato una maggiore autonomia per le donne aiutandole a rimettere in discussione i ruoli imposti, primo tra tutti quello che imponeva loro di fare la balia/colf ai maschi che si rifiutavano di crescere, avviene che queste donne vengono massacrate una ad una da maschi inadeguati e privi di una sana autonomia affettiva/emotiva non è di certo imponendo un nuovo familismo amorale che si impedisce la morte delle donne. Ovvero costringendole in ruoli che non accettano più.

La costante colpevolizzazione delle donne, la discriminazione incessante che viene realizzata contro le donne mentre ai padri separati vengono dedicati interi progetti di legge che li dichiarano specie protetta alla quale destinare finanziamenti, case, contributi speciali, invece che pianificare dispositivi per TUTTE le persone in difficoltà, senza discriminazioni di razza, sesso, religione, per agevolare il loro vittimismo e legittimarli nella loro inadeguatezza e nella loro assenza infantile di autonomia, è una questione che arriva dal nord. E dunque no, cari padani, nel sud non c’è una predisposizione genetica a nulla. Semmai nel vostro nord c’è il problema che state diventando l’asilo infantile di uomini che non vogliono crescere mai. Un asilo che costa caro a tutti noi (perchè è realizzato con soldi pubblici) e che ringalluzzisce assassini grandi e piccini, in una insultante campagna a favore della sottomissione delle donne le quali donne sono comunque e sempre condannate a faticare il triplo, senza mezzi e senza nessuna tutela, per esistere.

E questo, se permettete, incastra non solo le persone che nel nord hanno una visione più progredita ma anche noi del sud che se aspiravamo ad una autonomia, schiacciate dalla cultura familista locale, e dai tetti alle assunzioni per persone provenienti dal sud che i leghisti impongono al nord, costrette ad emigrare lontano, oltre i confini italiani per trovare un minimo di reddito, siamo completamente offese da tutto questo.

E tanto, lo sappiamo, ogni reale vecchia e nuova rivoluzione culturale per il sud alla fine arriva dallo stesso sud. Perchè è la gente del sud che per prima lotta contro la mafia che ha in casa, guarda un po’ che stanno facendo a Terzigno, e sono le donne del sud che per prime lottano per avere garanzia di autonomia in una terra in cui le donne di autonomia, soprattutto sul piano economico, ne possono recuperare ben poca. Perciò ci alleiamo con le donne e gli uomini che al nord stanno compiendo la stessa rivoluzione, cercando in sè la forza e gli strumenti per rimettere in discussione tutto questo, in una coraggiosa battaglia contro un vento che spira forte in tutta l’europa, xenofobo, misogino, sessista, maschilista, reazionario e violento.

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