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Trovare la madre in un lago di sangue (perchè un uomo l’ha ammazzata)

Si Chiamava Kamila Lisadorska, una donna di nazionalità polacca di 33 anni. E’ un’altra delle vittime che certi criminali mentalmente devastati che non hanno altra vita fuorchè facebook, loro mercato d’odio misogino abituale, annoverano tra le cadute di una guerra di rivalsa del “nuovo” maschio targato 2010.

E’ un’altra delle vittime, troppe, della violenza maschile. Una donna polacca uccisa da un italiano, il suo ex fidanzato.

Pare avesse ancora le chiavi di casa e sia entrato trovando la donna in bagno intenta a fare chissacchè. Lui aveva un coltello, di quelli che tanti maschi usano per ammazzare le loro ex o le donne in generale. Lei si è difesa. è stata ferita al braccio con il quale tentava di parare i colpi. Infine è stata colpita alla gola, anche lei come tante altre in una sequenza che avremmo letto decine di migliaia di volte.

Lui, l’italiano ex fidanzato con le chiavi di casa, l’ha lasciata lì a sanguinare e l’hanno ritrovata i figli di 4 e 6 anni. La sorellina più grande e il fratellino più piccolo, mano nella mano, sono andati alla porta dei vicini dicendo “la mamma sta male…“.

Immagino che prima di andare dai vicini questi bambini abbiano tentato di svegliare la loro mamma sporca di sangue, si siano sporcati anche loro, abbiano visto la morte violenta di una persona amata come mai a nessuno dovrebbe accadere nella vita.

Ce ne sono tanti di bambini che assistono alle violenze che il padre infligge alla loro madre. Ce ne sono tanti di bambini che vedono la loro madre vittima di violenze dei loro ex fidanzati. E sono sempre loro, testimoni di violenze indicibili, che vengono ricattati più spesso dagli stessi autori delle violenze affinchè non parlino, rimuovano il dolore, il sangue, la violenza, diventando persone problematiche che avranno appreso con i loro occhi che la violenza entra ed esce dalle case facendo vittime sempre tra le persone più fragili.

O anche no, nel senso che le donne non sempre sono fragili ma certamente più spesso non sono altrettanto forti fisicamente, non hanno tempo per praticare autodifesa, perchè crescere due bambini piccoli, come in questo caso, non è mai una passeggiata.

Donne che fanno una immensa fatica a vivere e che sono straordinarie mentre tentano di darsi un futuro e di regalarlo anche ai propri figli. Donne che non hanno niente da spartire con uomini inutili che non sanno fare altro che seminare morte e devastazione, sangue e dolore, del quale poi neppure si assumono la responsabilità.

Kamila Lisadorska è morta, i suoi figli sono rimasti dai vicini sorvegliati dalla polizia, sicuramente spaventati. La vita della loro madre non c’è più e la loro vita è completamente cambiata in un attimo per il capriccio dell’ennesimo assassino egoista che prima che a pensare al bene altrui ha pensato alle urgenze del suo fallo.

Quante sono le donne che muoiono ammazzate per mano di un uomo? Possiamo calcolarne, tra morte, ferite e sopravvissute con gravi handicap un numero spropositato. Al giorno, non all’anno. Al giorno. E quante sono le vite che quell’assassino ha distrutto con il suo gesto? Decine di migliaia. Tante per ogni donna morta ammazzata, ferita, massacrata, violentata, perseguitata.

Le donne sopravvivono nonostante tutto eppure sono gli uomini ad essere definiti santi. I figli delle donne morte ammazzate sopravvivono nonostante tutto eppure sono gli assassini della loro madre che presto o tardi, dai criminali mentalmente devastati dei quali dicevo all’inizio,  saranno definiti “eroi”.

Noi continuiamo a dire che troppe donne muoiono ammazzate per mano di un uomo. Che troppe donne straniere vengono ammazzate da un italiano. Che è urgente non solo scendere in piazza, ribellarsi, dedicare energia e risorse alla lotta contro la violenza maschile sulle donne e sui bambini ma che è anche urgente ripensare un modello culturale che non legittimi gli assassini, i loro istigatori e non produca altre vittime.

Leggi anche:

Bollettino di Guerra

Donne che contano (le vittime della violenza maschile)

Per Maricica

Sud chiama nord: vogliamo manifestare a Milano contro la violenza sulle donne

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


3 Responses

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  1. Davide says

    @Mary
    La politica è fatta da MASCHI ITALIANI;)

  2. Mary says

    Un’altra straniera vittima di un italiano…anzi un bravo ragazzo italiano…
    Che fallimento le politiche razziste italiane….nonchè molto steroetipate…:((
    Dobbiamo parlare di cosa pensano gli italiani ogni qual volta che si sposano una straniera?
    Pensano che sia una schiava…ecco xke vanno all’estero. Il problema sono veramente i maschi italiani..ma la politica non ne parla..

  3. davide says

    Ieri sera mi è capitato in discoteca che due miei amici (un uomo ed una donna) stavano iniziando una relazione che termina perchè l’ex si mette in mezzo ed impedisce loro di farli ballare liberamente, già questo di per sè è assurdo, la cosa più assurda è che questo mio amico è andato a parlare con l’ex per dire che era determinato ad andare fino in fondo, mi sembrano tante bestie, cani che pisciano nel loro territorio e che abbaiano quando qualcuno lo “invade” per cercare di pisciarci sopra a sua volta.
    Già di per sè andare a parlare con l’ex di questa mia amica è stata una umiliazione per lei, poichè questo mio amico ha dimostrato che la sua volontà non conta in quanto donna ma sono gli uomini che decidono, poi quando ho cercato di svegliarla dicendole che è la sua volontà che è al centro della questione, non sono gli altri (gli uomini) che devono decidere per te, mi ha detto “perfavore basta”, della serie non farmi esporre, ho paura ad alzare la testa, ad essere me stessa diventando una persona vera.
    La famiglia è un problema sociale, è lì che la società impone maschere (ruoli, regole, comportamenti, leggi) ai figli facendo dimenticare loro chi sono veramente.
    La gente mi dice che sono pazzo e me lo dicevo anche io addosso, ma da oggi non capiterà più, perchè è la società ad essere matta non io. È la società che considera l’amore l’egoismo, se questa non è falsità, ipocrisia. Mi ricorda tanto il bipensiero/bilinguaggio del libro 1984 di George Orwell.

    Lo stesso si applica alle frontiere, gli stati che proteggono i loro confini, la necessità di girare con i documenti per controllare chi entra od esce dalla terra su cui una nazione piscia.