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Se lo stupro sulla ex viene definito un “tentativo di riconciliazione”

Leggo una notizia a proposito dell’assoluzione di un uomo che sarebbe entrato forzatamente nella casa dell’ex moglie e che l’avrebbe violentata.

I motivi dell’assoluzione non dicono che non è stato commesso il fatto ma forniscono una giustificazione ad un crimine che segna le nuove strategie processuali a carico di uomini accusati di violenza contro le donne.

L’articolo che fornisce una piccola spiegazione, e noi ci basiamo su quello, sostiene che l’uomo viene assolto dall’accusa di stupro ma viene condannato per violazione di domicilio. Dunque avrebbe forzato l’ingresso e poi avrebbe avuto un rapporto consensuale?

Non sembra così. La ex moglie si era presentata dai carabinieri con una conversazione telefonica registrata “nella quale l’uomo avrebbe esposto le sue scuse per l’atto violento“.

Dunque ci sarebbe anche l’ammissione dello stupro. Ma nei tribunali non va così. Infatti:

La difesa è riuscita a dimostrare, anche con la deposizione di un docente in neuropsichiatria, la sudditanza dell’uomo nei confronti della moglie, nel tentativo di trovare una strada di riconciliazione. Il giudice ha ritenuto così che le prove a disposizione non fossero sufficienti per una sentenza di condanna per violenza carnale.

Capite la gravità della questione?

Ci troviamo in una nazione in cui i mariti italiani che uccidono le donne vengono fatti passare per vittime (gli assassini stranieri invece vengono descritti c0me mostri, come se non fossero l’esatto equivalente di quello che produce la nostra stessa cultura).

Da sempre abbiamo la psichiatria che fornisce attenuanti salvifiche ad assassini e stupratori ma giuro che questa della sudditanza non l’avevo mai sentita.

Dunque se ho capito bene un uomo stupra una donna della quale si sente suddito? sarebbe lei la cattiva? Lo stupro viene definito un “tentativo di riconciliazione”?

Quindi anche un uomo armato di coltello che trafigge la schiena della ex moglie è un suddito che tenta la strada della riconciliazione?

Ma da quando in qua le donne vittime vengono considerate responsabili della fantasiosa sudditanza degli uomini violenti?

Da quando in qua un suddito si esprime in modo violento?

Da quando in qua lo stupro è diventato un “tentativo di riconciliazione”?

Riepilogando: se un pachistano ammazza la moglie tutte/i urlano al “delitto d’onore”. Se invece un uomo italiano va con la forza a prendere la vita o il corpo della sua ex, ritenendolo di sua proprietà, lo definiamo “suddito” e gli attribuiamo un “tentativo di riconciliazione”?

Dunque era solo questo? Abbiamo di fronte tanti uomini che “tentano di riconciliarsi” grazie all’uso di coltelli, pistole, membri maschili, effrazioni, lesioni della privacy, persecuzioni?

Ce ne ricorderemo quando vedremo un’altra donna con un coltello piantato alla schiena o un proiettile conficcato nel cervello per mano del suo ex.

Bisognerà dire che questi uomini sono tutti intenzionati a riconciliarsi… con il cadavere delle proprie ex.

—>>>Bollettino di guerra

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


4 Responses

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  1. fasse says

    @silvana
    grazie mille, cara. ho corretto la frase.

  2. Silvana says

    c’è un refuso ” Ci troviamo in una nazione in cui le donne uccise dai mariti italiani vengono fatti passare per vittime”. Sono gli uomini ad essere fatti passare per vittime, non le vittime, purtroppo.

  3. marinella says

    tentativi di riconciliazione a mano armata?

Continuing the Discussion

  1. Sarah: un’altra vittima di violenza maschile « Un altro genere di comunicazione linked to this post on Ottobre 7, 2010

    […] Mi viene da ridere se penso che il Governo vorrebbe dare lezioni di civiltà a certi paesi, se poi assolvono gli stupratori della famiglia giustificando il gesto come fosse un tentativo di riconciliazione. […]