Skip to content


Novi, 9 ottobre: Basta al massacro delle donne!

A proposito del femminicidio nei confronti di Begm Shnez noi avevamo posto vari interrogativi circa la differenza con la quale vengono trattate le notizie di femminicidi commessi da uomini stranieri rispetto a quelli commessi da uomini italiani (la stramaggioranza).

Riceviamo ora una nota da parte dell’Udi di Modena che invita ad una iniziativa per il 9 ottobre. Buona lettura!

>>>^^^<<<

Novi di Carpi: ancora un FEMMINICIDIO

Comunicato stampa dell’UDI di Modena

Con orrore  apprendiamo che  nella nostra Provincia, a Novi, un’altra donna è morta e un’altra  ancora è gravemente ferita, colpite dalla furia degli uomini della loro stessa famiglia.

Marito e padre,  l’uno, figlio e fratello l’altro.  Ci stringiamo attorno alla giovane Nosheen, ricoverata  al Ospedale Nuovo di Modena S.Agostino – Estense (Baggiovara), perchè  possa guarire al più presto, almeno dalle ferite del corpo e ritornare alla sua scuola, alla sua vita.

Sui giornali e nei primi commenti  viene fatto il parallelo con la vicenda di Hiina Salem, e Sanaa Dafani, giustiziate dagli uomini di casa.

Anche oggi, a Modena, la vittima è una donna pachistana, ma Begm Shnez, 46 anni, probabilmente una buona musulmana è l’eroica mamma che ha tentato, riuscendovi, di difendere la figlia, convinta che dovesse e potesse rifiutare un matrimonio combinato.

L’UDI- Unione Donne in Italia, denunciando ormai da anni il “femminicidio”,  sa che esso è trasversale alle culture e se ha un’impronta così prettamente “culturale”, come nel caso di Hiina, Saana e Begm, è da imputarsi non a questa o a quella religione, ma ad una “tradizione” primitiva e violenta contro il genere femminile.

Pensiamo dunque che nella nostra Provincia si debbano moltiplicare gli sforzi per favorire l’integrazione sociale di comunità eventualmente chiuse ed isolate,  per consentire passaggi generazionali e culturali meno traumatici.

Pensiamo però che  si debba guardare bene in faccia alla realtà: i dati presentati in tante occasioni (es.: Staffetta di donne contro la violenza sulle donne)  ci dicono che in media 120 donne all’anno muoiono per femminicidio in Italia.  Bisogna dunque porsi interrogativi che rinuncino alle  strumentalizzazioni e cerchino di capire perchè tante donne, ogni giorno, finiscono picchiate, ferite ed ammazzate dagli uomini anche nelle nostre case e famiglie.

Chiediamoci infine perchè il giovane fratello di Nosheen, non sia riuscito a spezzare quella spirale di violenza che, alla fine,  lo ha armato.

L’UDI  sta dedicando i suoi sforzi per eliminare la violenza di genere dalla vita di  giovani donne e giovani uomini; per questo andiamo nelle scuole, per questo chiediamo a tutti uno sguardo e una riflessione  profonda su quanto è successo.

Per dire che non dimenticheremo mai Begm Shnez, per stare vicino a Nosheen, soprattutto per dire BASTA AL MASSACRO DELLE DONNE,  le UDI di Novi, Carpi e Modena,  chiamano  tutte/i ad un gesto di solidarietà e di protesta:

una fiaccolata che si svolgerà a Novi – Sabato 9 Ottobre 2010 ore 20,30

Modena, lì 4 Ottobre 2010                                IL COORDINAMENTO UDI MODENA

Posted in Fem/Activism, Iniziative, Omicidi sociali.


3 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. fikasicula says

    fabio, sono d’accordo con te!
    nel senso che è un problema culturale anche quando viene ammazzata una donna da un uomo italiano.

  2. Fabio says

    non capisco perchè quando un femminicidio è fatto da musulmani o immigrati è un “omicidio culturale”, quando a farlo sono i maschietti italiani nessuno si permette di dire che sono culturali.

    Il numero non c’entra. le donne uccise da maschi italiani in italia non è comparabile con quello ucciso da maschi migranti.

    Allora?

    È la nostra visione orientalista, razzista e culturalista che ci fa vedere gli altri come “culture monolitiche”. Il cosi detto culturalismo che ha rimpiazzata il razzismo biologico.

  3. Luisa says

    Tutto da condividere meno il fatto che queste violenze SONO da imputarsi a questa o a quella religione dello stesso medesimo dio, che ha contribuito e contribuisce a perpetrare una “tradizione” primitiva e violenta contro il genere femminile ( e chi non è primitivo è raffinatamente colonialista).
    Nel caso in questione il matrimonio fra cugini è una pratica che risale alla società matriarcale dove aveva lo scopo di mantenere la motrifocalità e quindi consentire alla sposa di rimanere in un ambito famigliare protetto (perchè sposava il figlio di una sorella o un fratello della madre) che unita alla matrilocalità (vivevano tuttie due presso la madre di lei) consentiva una tutela della giovane moglie.
    Il patriarcato successivo ha mantenuto, distorcendole, le stesse forme di parentela tradizionali, ma c’è voluto un dio maschio che sottomettesse una dea (chiamalo dio padre, allah o shiva poco importa) perchè le donne di tutto il mondo perdessero la libertà a servizio del delirio maschile.
    Quindi i monoteismi patriarcali sono religioni bestiali che sono nate per effettuare questo cambiamento al servizio e in sostegno del patriarcato: se siamo ancora vive è perchè riproduciamo la loro fonte di potere e di ricchezza: i figli, siano quelli che continuano gli imperi dei padri, sia quelli che vengono sfruttati e uccisi come forza lavoro.
    Luisa Vicinelli