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Sorridete sorelle. La vita è vostra! (II° – per donne straniere)

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Leggete interamente il vademecum di difesa (fisica e legale) per donne che sono vittime di violenza domestica. Abbiamo considerato le donne italiane. Bisogna aggiungere qualcosa in rapporto alle donne straniere, soprattutto alle donne straniere sposate con italiani.

La legge italiana vi consente varie forme di difesa ma è totalmente sbilanciata a favore del vostro partner. Dunque bisogna sempre sapere che lui la userà come arma di ricatto nei vostri confronti e userà la maggiore conoscenza della lingua per nascondervi delle informazioni e per impedirvi di fruire delle poche opportunità che avete.

Ricordate che se siete vittime di violenza domestica dovete essere consapevoli, oltre che di tutte le cose descritte nel primo vademecum, del fatto che il vostro partner può ricattarvi in vari modi:

può dirvi che vi farà cacciare via dall’italia e che vi farà togliere vostr@ figli@;

può dirvi che voi non contate niente, che la legge italiana non vi tutela e che nessuno vi aiuterà mai;

può dirvi che se andate via da lui non vi resta che fare la prostituta.

Perciò è essenziale:

mettere i propri documenti al sicuro, se possibile, o fotocopiarli e fare lo stesso se sono sotto il controllo del proprio marito;
cercare di autodeterminare la propria cittadinanza al di fuori delle mura domestiche, per esempio lavorando (fare anche piccole cose, che poi è una cosa che se è possibile fare, conviene a tutte);
mettere comunque un po’ di soldi da parte per le emergenze, in un luogo irraggiungibile dal marito violento;
in generale, creare reti fa sempre bene: più amiche hai meglio stai, anche se il tuo lui è tanto innamorato da allontanarti dalle stesse.

Altre indicazioni che possono esservi utili:

tenete sempre a portata di mano il numero telefonico del centro antiviolenza più vicino;

tenete sempre a portata di mano il numero telefonico di una amica o conoscente italiana. Se anche non vi frequentate comunque vi serve avere un punto di riferimento di lingua locale che vi può aiutare in caso di emergenza.

Sappiate anche che:

se vostr@ figli@ è nat@ in italia voi avere diritto a restare sul suolo italiano;

se siete vittime di violenza domestica avete diritto ad essere difese e tutelate;

se siete in gravi difficoltà economiche avete il diritto di esigere presso enti, associazioni in difesa di donne maltrattate, sportelli per immigrati, un aiuto per trovare un posto di lavoro.

Prima di lasciare il vostro coniuge, per difendervi dalle sue violenze e denunciarlo, dovete assicurarvi:

di avere delle prove valide;
di avere un buon avvocato;
di non essere precipitosa (a meno che non siete in pericolo di vita);
di essere in grado di realizzare pazientemente una tela che racchiuderà esattamente tutto quello che il vostro ex vi ha fatto.

di registrare le vostre conversazioni;
di filmare le violenze;
di fare refertare (da medici) – anche con fotografie dei danni visibili – tutti i graffi, i lividi, le lesioni, le incrinature, i danni fisici, biologici, psicologici che il vostro partner vi ha inferto o ha inferto a vostr@ figli@;
di recuperare documenti, dati, file che possono esservi utili a dimostrare le vostre accuse;
di non andare via di casa senza prima aver fatto tutto questo a meno che non siete in imminente pericolo di vita.

Ricordate che il vostro ex marito:

vi può denunciare per diffamazione e calunnia e chiedere che vi venga inflitta una pena carceraria o rovinarvi con una richiesta di risarcimento enorme;
può chiedere l’affidamento di vostr@ figli@ che secondo le leggi attuali, volute dai padri separati, equivarrebbe a tenervi sotto scacco, nelle vicinanze, e poter entrare e uscire quando vuole dalla vostra vita;
può attribuirvi una sindrome inventata (pas) dicendo che i motivi per cui voi l’avete denunciato hanno a che fare con la vostra presunta decisione di non fargli vedere vostr@ figli@. In quel caso potrebbe anche chiedere una pena carceraria a risarcimento dell’impedito rapporto tra padre figli@, anche se era vostr@ figli@ a non voler vedere il padre;
può ricattarvi, trovare mille altri cavilli per farvi perseguitare legalmente e assieme a voi può ricattare e minacciare di denuncia ogni professionista, avvocato, perito di parte, associazione che vi ha assistito nella vostra battaglia per difendervi dalla sua violenza.

Giacchè siete straniera può fare pressioni per ottenere l’affido di vostr@ figli@ dicendo che la vostra originaria cittadinanza porterebbe a pensare che voi un giorno vorrete andare via portando con voi vostr@ figli@.

E’ falso, perchè:

nessuno vi rilascerà un documento valido per l’espatrio anche per vostr@ figli@ a meno che il padre, nel caso abbia la potestà, non abbia firmato assieme a voi (leggi: autorizzato) la richiesta del documento;

nessuno vi autorizzerà a lasciare il suolo italiano con vostr@ figli@ perchè l’allontanamento sarebbe giudicato “sequestro di minore”.

Non essendoci dunque il rischio che voi allontaniate il/la minore dall’italia voi avete le stesse identiche possibilità di una qualunque donna italiana di esigere l’affido di vostr@ figli@.

E’ vero invece che in caso il vostro ex sia colpevole di violenza domestica o di abusi nei confronti di vostr@ figli@ voi potete avviare un procedimento per chiedere al tribunale dei minori l’affidamento esclusivo e/o la esclusione della potestà al padre.

Siate comunque pronte a difendervi perché un ex marito violento non si ferma davanti a niente. Pensate che può usare contro di voi una sorta di persecuzione legale e pensate alla persecuzione legale come a qualunque tipo di altra persecuzione. Vi trovate davanti una persona senza scrupoli.

Esistono gli uomini che possono uccidervi con una pistola, un coltello, un martello, strangolandovi, picchiandovi a sangue. Ebbene: quelli sono i più stupidi perché comunque avranno rovinato la loro vita senza gustare la vendetta che ritenevano un piatto gustoso.

Esistono gli uomini che vogliono uccidervi e vi stanno uccidendo in mille modi invisibili e tra questi esiste anche la persecuzione legale e l’embargo economico. Tra questi esiste anche l’isolamento che creano attorno a voi minacciando tutte le persone che potrebbero o vorrebbero aiutarvi.

Dovete dunque imparare che:

il silenzio non paga: se siete in situazioni di ricatto dovete dirlo e dovete descrivere quello che vi succede per quello che è, ovvero un ricatto, un insieme di intimidazioni, minacce costanti alla vostra serenità che vi tolgono il respiro e ogni possibilità di esistenza;
dovete recuperare le prove di qualunque cosa, incluse le conversazioni scritte che sono intercorse tra voi e l’ex marito, il suo avvocato, i professionisti che ha assoldato come cecchini per massacrarvi;
dovete esigere di ottenere rispetto in quanto vittime: siete voi quelle che hanno diritto di parola e non i vostri carnefici.

Voi siete più forti e – credeteci – tenere la testa sotto la sabbia sperando che nel frattempo tutto passi e lui si calmi non serve a niente. Lui non si calmerà e voi sarete e rimarrete sempre delle vittime.

Lo vedete anche voi: da un lato vi si dice di denunciare e venire fuori e dall’altro nessuno però vi spiega quale inferno andrete ad affrontare, quante umiliazioni, mortificazioni, accuse, solo per esservi difesa da una violenza che non dovrebbe essere permessa nei confronti di nessuno.

Riprendete voce, uscite dal silenzio, cercate il sostegno di altre donne e uomini che vi possono e vogliono aiutare, insegnate ai vostri figli e alle vostre figlie che la violenza non si subisce in silenzio, che le prevaricazioni non si subiscono in silenzio, che le aggressioni non si subiscono in silenzio.

Tirate fuori l’urlo che è in voi, usate tutta la vostra voce e assordateli con il vostro dolore, imponetegli le vostre ferite che sanguinano, con i lividi ancora vivi dappertutto. Prendete le catene, quelle della paura, che sono assai più forti di qualunque altra catena, e spezzatele.

Che il rumore sia fragoroso, che l’urlo si senta per chilometri e chilometri, che la vostra rabbia e la vostra fierezza possa insegnare a quei codardi di cosa è fatto il coraggio, quello vero, quello delle donne come voi che resistono in catene per proteggersi e proteggere i vostri figli.

Condannateli con la vostra libertà. Fate esplodere, infine, la miccia che vi hanno tenuta accesa come perenne ricatto sotto i piedi. Quel boato non turberà voi perché niente può più scalfirvi dopo quello che avete già vissuto.

Nulla fa più paura della determinazione e del coraggio di una donna. Ricordatelo.

E ora sorridete, sorelle. La vita è vostra!

—>>>Bollettino di guerra: bollettino di violenze maschili contro donne e bambini

—>>>La pagina facebook della campagna “Un lenzuolo contro la violenza sulle donne

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Precarietà, R-esistenze.