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Non c’è nulla di male se gli uomini danno via l’ano per fare carriera

http://atelierbetty.noblogs.org/gallery/67/banner_donneperbene.gifUn tale piddiellino dice che sarebbe legittimo usare il corpo per fare carriera. E se lo dice lui che è dello stesso sesso dei fruitori di questa legge del mercato possiamo stare tranquilli.

Perchè in realtà, anche per noi il punto non è se una donna usa o meno il corpo per fare carriera. Non c’è una divisione tra donne “perbene” e “donne permale”. Giacchè gli uomini usano altrettanto il proprio ano, la lingua e non solo quella. Vedi un po’ com’è messo il mondo del giornalismo italiano al maschile…

Il punto è che detta così diventa l’autorizzazione per gli sfruttatori a chiedere alle proprie dipendenti di prostituirsi per avere lo stipendio. Una specie di legittimazione ai magnaccia diffusi ovunque che molestano le povere operaie, le impiegate, le dipendenti di qualunque professione e muovono i fili del lavoro assegnando posti a chi la da, punendo chi non la da, assumendo chi è scopabile e lasciando a casa chi non gradisce o non può scopare.

Messa così è una descrizione sincera di quello che avviene, per carità, anzi grazie al piddiellino per avercelo chiarito una volta per tutte invece di nascondersi dietro mille ipocrisie. Ma tanto significa che è tutto ok? Che dobbiamo dire che va bene così?

Allora nessuno si sconvolga quando c’è chi dice che siamo tutte puttane. C’è chi viene pagata male e chi viene pagata di più e guardacaso quelle che vengono pagate di più sono esattamente quelle che hanno capito che il mondo del lavoro è un puttanaio e hanno deciso di dare un prezzo alla mercificazione di cui sono vittime.

Solidarietà totale dunque a tutte quelle donne che tolgono veli al corpo e all’ipocrisia sociale e a tutte quelle che si ostinano a lottare affinchè il lavoro sia un diritto di tutte e non solo di quelle che lo fanno rizzare ai datori di lavoro.

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà, R-esistenze.


5 Responses

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  1. Selvatica. says

    Sono d accordo con Leve, non si puo criticare il machismo, e poi fare come loro, ma a parole farsi migliori, ah bello. (classico da uomo)
    per ricoprire una carica, bisogna avere i meriti, uomo o donna che sia,
    se no e bello. STa il mafioso e vai allora tutte a scoparsi il politico, e cosi non si cambiera mai……non voglio ma son rimasta e leggere queste cose, proprio da voi.
    poi su altri campi e diverso nel night per strada e cosi via, ma pensa se una chirurgo per
    raccomandazione o una donna chirurga, e per questo che la gente muore per male sanita, per via delle raccomandazioni.

    nottte.

  2. paola says

    sono d’accordo con Leve, d’altronde, per scardinare l’assunto del pidiellino dal cognome impronunciabile, facciamo un vecchio giochetto da vecchie femministe, e cioè proviamo a ribaltare la situazione al maschile, e facciamo la domanda che è implicita nel vostro titolo :”chi sono e quanti sono gli uomini che hanno dato via quel che potevano per sedere in parlamento?” Come suona?

  3. leila says

    Infatti mi domando che fine farebbero le persone non “scopabili” quelle fuori dal mercato del desiderio sessuale?

  4. Leve says

    Sono una donna, seguo il vostro blog da molto tempo, e condivido il vostro lavoro di sensibilizzazione e gran parte delle riflessioni da voi pubblicate, ma in questo caso non mi trovo assolutamente d’accordo su un punto: la legittimità della prostituzione per ottenere cariche politiche (come scrive Claudia nel commento qui sopra).
    Al di là dei giudizi di valore sulla persona (uomo o donna che sia) che sceglie questa via per il raggiungimento dei propri scopi, penso che questa pratica sia da condannare assolutamente in quanto LESIVA DELL’ALTRUI DIRITTO ad accedere alle stesse cariche pubbliche in maniera meritocratica.
    E dirò di più: secondo me è doveroso che una persona che abbia avuto accesso ad una carica pubblica prostituendosi si dimetta, perché non mi pare che la vendita del proprio corpo sia garanzia di capacità di ricoprire egregiamente la suddetta carica (al contrario, mi pare garanzia di una certa disonestà intellettuale).
    Inoltre mi sembra deleterio affermare che poiché ci sono politici che occupano ancora il loro posto pur avendo commesso reati ben più gravi, allora sia possibile assolvere una pratica becera come quella di usare il proprio corpo come mercanzia perché “tanto è meno grave”. No, non è meno grave, è gravissimo, perché chi si presta ad accedere ad una carica pubblica in questo modo è potenzialmente, e forse anche nei fatti, inadatto e soprattutto ricattabile.

  5. Claudia Mancosu says

    Brave, il punto è proprio questo, non esistono donne per male o per bene ed esistono molti uomini ceh si prostituiscono per ottenere favori politici. Il problema non è la legittimità, ci mancherebbe altro che si debba dimettere una persona che ammette di aver fatto carriera a letto! Visto che in parlamento siedono persone del calibro di Ciarrapico. Siedono condannati per reati “veri” e gravi. E non mancano neanche gli inquisiti per mafia. Il problema di quest’affermazione è che i padroni prendano per assunto che : le donne per far carriera “devono” darla. Già ora moltissimi sono persuasi dall’idea che le donne che ricoprono ruoli dirigenziali “l’abbiano data”. Davvero non ci volevano le affermazioni del pidiellino dal cognome difficile.