Ciccio Furetto e i pochi rimasti della tribù degli Udumaieda erano assai amareggiati dal fatto che le femministe avevano aiutato il Dio Dudumma a fuggire.
Non si convinsero mai del fatto che fu proprio lui a volerle seguire per riuscire finalmente a vivere la sua vita.
Così Gerlando Gioviale, specialista in trullologia applicata e in sindrome dei trulli malevoli, decise che Dudumma in realtà era stato “condizionato” dalle femministe e chiamò questa particolare influenza “sindrome del gluteo magnetico”.
A nulla valse spiegargli che Dudumma era omosessuale e che non gli interessava seguire i glutei femministi. Gerlando Gioviale iniziò così la sua crociata contro il magnetismo gluteoidale e per dimostrare la sua tesi sottopose tutti quelli della tribù a fissare intensamente un gluteo femminile almeno per un ora al giorno fintanto che non erano pronti a relazionare sulle loro conclusioni.
La sintomatologia dell’Udumaieda affetto da sindrome del gluteo magnetico gli sembrò evidente.
Tutti avevano riportato traumi in vari punti del corpo. Qualcuno perdette l’uso di un piede per qualche giorno, altri continuava a proteggersi i testicoli e poi c’erano quelli con almeno un occhio nero.
Tutto in realtà dipendeva dal fatto che all’ennesima richiesta da parte delle donne di essere lasciate in pace, dopo essere state seguite per giorni e giorni dagli stessi individui con gli sguardi spiritati che sembravano avere un pensiero fisso, alla fine le poverine si erano un po’ spazientite e avevano reagito.
Per Gerlando Gioviale però non ci fu alcun dubbio: la sindrome del gluteo magnetico esisteva e dunque bisognava dirlo all’universo mondo affinchè tutti apprendessero il significato di quella straordinaria teoria.
Al secondo workshop sulla materia si presentò il Dio Dudumma, che per gli alunni dei corsi era diventato la vittima di quella sindrome. Spiegò con chiarezza che si trattava di una grande idiozia ma subito Gerlando Gioviale disse che era certamente sotto l’influenza delle femministe e dunque quanto stava dicendo dimostrava esattamente che quella teoria era vera.
Al terzo workshop andarono le femministe, per parlare con Gioviale e dirgli che davvero, con tutta la buona volontà, non si poteva che dire di essersi sbagliato. Bastava ammetterlo e andare avanti.
Ma Gerlando Gioviale oramai era una macchina da guerra, non lo fermava più nessuno e Ciccio Furetto decise che la sindrome del gluteo magnetico sarebbe stato il nuovo dogma in sostituzione del credo verso il Dio Dudumma.
Parlò chiaramente con gli Udumaieda e disse che tutti i componenti della tribù dovevano credere fermamente alla sindrome del gluteo magnetico, detta anche del gluteo malevolo, e che per meglio favorire la guarigione di tutti gli uomini affetti da questa sindrome bisognava eliminare i glutei o coprirli.
Fu una sua invenzione quella del burqa gluteale, una speciale incorniciatura bombata che dava ai glutei una forma parallelepipedoidale. Ordinò che gli Udumaieda costringessero le donne dei villaggi vicini a indossare il burq-ulo, come finirono per chiamarlo affettuosamente, e per quelle che si rifiutavano la pena era una salatissima multa, l’arresto e l’espulsione dal territorio.
Scrissero pagine e pagine per dimostrare che il burq-ulo avrebbe impedito episodi di violenza, perfino di terrorismo. Portarono dati e statistiche reperite chissà dove in cui si diceva che gli uomini morivano di incidenti stradali provocati dalla sindrome del gluteo magnetico, o in cui si diceva che il gluteo magnetico poteva essere un ottimo metodo per dissimulare l’identità di un terrorista: se il gluteo è magnetico perfino le forze dell’ordine avrebbero potuto concentrarsi su quello invece che controllare il viso e l’identità della persona.
Ne nacque una vertenza lunga e difficile in cui le femministe, costrette, decisero per la disobbedienza. Niente burq-ulo per nessuna di loro e di giorno in giorno anche altre, fino a quel momento impaurite e disorientate, si unirono alla lotta disobbediente.
Ciccio Furetto decise così che bisognava fare qualcosa. Gli venne in mente che si poteva procedere al taglio di un gluteo femminista dando poi la colpa al suo congiunto.
La sua idea era apparentemente geniale. Quando il congiunto sarebbe stato incriminato sarebbero immediatamente apparsi loro a difenderlo usando in tribunale la sindrome del gluteo magnetico: “vostro onore, la mia compagna si rifiutava di indossare il burq-ulo e io non ho potuto fare a meno di essere vittima della sindrome…”.
In questo modo Ciccio Furetto avrebbe ottenuto la totale sconfitta del gruppo delle disobbedienti e avrebbe conseguito credito e una vittoria senza pari perfino tra i più scettici.
In realtà le cose non andarono come lui aveva pensato. Quella sera nel letto della femminista erano ospiti due amici gay che erano passati a trovarla. Uno di questi era proprio il Dio Dudumma.
Stavano per affettare un pezzo di gluteo del suo compagno quando il Dio improvvisamente si svegliò e si rese conto di quello che stava succedendo.
Nel suo barese arrabbiato ordinò agli Udumaieda di sparire dalla sua vista e di loro non vi fu più modo di sapere che destino ebbero.
Dio Dudumma andò da quelli della tribù mano nella mano con il Dudummo che aveva rischiato di rimetterci un gluteo.
Disse: “Siamo venuti per metterci in pece…”. Ovviamente voleva dire “metterci in pace” ma Ciccio Furetto, Gerlando Gioviale e gli altri non capirono.
Umiliati dalla maestosità del dio non poterono che obbedirgli. Dalla loro incazzatura viene il detto “nero come la pece”.
Diventarono gli applicatori di pece più abili di tutta la regione. Ancora oggi, se vi capita di vedere qualcuno che stende uno strato di pece da qualche parte si tratta sicuramente di un Udumaieda.
—>>>E’ un racconto di pura invenzione. Ogni riferimento a cose, fatti e persone è puramente casuale.
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Mi sono convertita al Dudummaismo. Finalmente ho trovato la religione per me (sperando di scampare il burq-ulo)…
Siete grandi 😀