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Bastarde senza gloria

Ovviamente il titolo è “Bastardi senza gloria” ma per riuscire a parlare di un film di Quentin Tarnatino, dopo le ultime bordate tamarre al recupero dei film sessisti porno-demenziali alla “pierino contro tutti”, bisognava pur restituire almeno una vocale in rispetto del femminile.

A parte questo è un film in-decente, forse quello in cui di nuovo lui riesce a prendere per il culo il machismo in modi originali, parodiando stereotipi di ogni tipo.

Con Pulp Fiction era riuscito nella esilarante satira del mondo della criminalità, tanto idiota quanto dogmatico, con quel “wolf-risolvo problemi” esilarante, con Kill Bill e il tizio che aveva scannato e sepolto viva la sua ex perchè “l’aveva presa male”, si era toccato il drammone in chiave psico-orientale in pappa con i buoni sentimenti hollywoodiani (l’esplosione del cuore con un dito solo è la vendetta contro tutti i filmetti fatti da adolescenti che lavavano vetri e spazzavano pavimenti per poi farsi difendere da vecchi bacucchi).

Bastardi senza gloria è una vendetta sulla storia. Un gruppo di soldati, molti ebrei, vanno alla ricerca di nazisti per ammazzarli e togliergli lo scalpo. Quelli che lasciano in vita, affinchè facciano vivere la leggenda di questi mitici guerrieri, vengono marchiati con una svastica sulla fronte perchè tolta l’uniforme non avrebbero dovuto riciclarsi e nascondersi mai come invece è avvenuto.

Poi ci sono i tedeschi, descritti come esponenti di un patriarcato arrogante e crudele, dentro e fuori dal letto, con o senza una donna, di una crudeltà descritta senza quel politicamente corretto che ha reso inguardabili gli ultimi film (tutti tesi alla conciliazione) “seri” sui tedeschi antisemiti, assassini, delatori e ladri delle ricchezze delle persone deportate e assassinate.

La parodia passa attraverso la propaganda gestita da Goebbels, un tiranno maschilista, misogino e razzista, che immaginava di poter dominare il mondo con la comunicazione e non può che restituire una verità filtrata per anni.

Come disse Susan Sontag nel Fascino fascista la regista Leni Riefenstahl era parte integrante del sistema di propaganda nazista, eppure non fu mai giudicata per questo, anzi si disse estranea, cosa che la Sontag contesta punto per punto dimostrando che quanto la regista affermò dopo la caduta del nazismo era tutta una menzogna.

La regista viene citata nel film come collaborazionista mentre a Goebbels viene accreditato un eccezionale falso (L’orgoglio della nazione) interamente visibile nel dvd del film di tarantino o visibile in spezzoni durante la storia.

Quentin Tarantino realizza una perfetta caricatura di uno dei film nazisti dell’epoca che esaltavano l’ascesa del governo nazista e la forza dei giovani soldati ariani, la razza superiore, come loro si ritenevano. Al centro della storia il credibilissimo soldato Zoller il quale avrebbe dimostrato grande coraggio nell’ammazzare centinaia di uomini dalla cima di una torre antica che gli alleati non vollero far saltare in aria per sommo amore dell’arte.

Questo film nel film, la cui visione intera non vedrete in “Bastardi senza gloria”, vale la pena di affittare il dvd perchè è un’autentica genialata che sputa sulla propaganda di Goebbels, sulla cinematografia dell’epoca e su quei valori in un colpo solo, dettagliando omaggi a tanti registi e prendendone per il culo altrettanti.

Un omaggio a chi costruisce cultura antinazista e antifascista. Uno sputo a chi si serve della propaganda nazista per mettere al rogo donne, stranieri, eretici, e tutte le persone che pensano con la propria testa.

Ps: Speriamo arrivi il momento in cui un regista, come già ha fatto quello di “Uomini che odiano le donne”, marchino con tatuaggi i maiali che stuprano le donne o quegli altri maiali nazisti che massacrano le mogli e poi la fanno franca. Il titolo potrebbe essere proprio “Bastarde senza gloria”… 😀

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio, Vedere.