Skip to content


La tv tutta machismo, patriottismo e femmine sottomesse

Dalla nostra mailing list. Mara D a proposito di una serie televisiva trasmessa da Rai Due:

La tv educa

E’ da un po’ che voglio parlarvi di questa serie televisiva che mi tocca sorbirmi quando torno a casa per il pranzo (purtroppo ha “preso” mia sorella e non riesco ad evitarla): Army Wives.
Be’, già il titolo è tutto un programma: mogli dell’esercito… insomma… dell’entità. Un po’ come le suore che sono “mogli di Dio”, queste anime sono votate alla patria e sopportano tutto per sostenere i poveri mariti stellettati che si sacrificano per esportare la democrazia.

Indovinate un po’ quali messaggi trasuda questa serie: machismo da una parte, senso del sacrificio dall’altra. Uomini che tornano sudati a casa e cercano finalmente un po’ di riposo. Uomini che fanno cazzate al lavoro e cercano consolazione a casa. Uomini che si fanno l’amante, ma che se lo stesso capita alla mogliettina, chi viene mandato al rogo è sempre lA stessA. E poi donne che lavorano e, quando tornano a casa, lavorano ancora per accogliere al meglio il troglodita cacciatore che si presenta sulla porta di casa con le prede (i soldi, quelli veri, perché si sa che le femmine se vanno fuori di casa lo fanno praticamente per hobby).

Oppure donne che hanno un’attività in proprio, ma vengono costantemente tartassate dal marito per abbandonare il lavoro per fare un figlio e occuparsi di lui. L’unica eccezione (nel senso proprio di “caso eccezionale”) che ho visto è quella del marito di una soldatessa: bello come il sole cucinava in attesa della sua donna. Ma c’è da dire una cosa in “sua difesa”: in fondo è “un negro” (credo l’unico tra i protagonisti, a quanto sono riuscita a capire) e si sa che quelli sono un po’ inferiori e quindi possono fare i lavori umilianti, anche quando -come questo personaggio- sono fior fior di medici.

La cosa che mi ha fatto davvero ridere, però, è stata la differenza tra le due scene:

A. Lui, militare, ha fatto una gran castronata e ha rischiato di essere degratato. Torna a casa depresso e parla a malapena con la moglie che, felice per un evento da lei organizzato riuscito particolarmente bene, lo aspetta assieme ai bimbi per una cenetta di festeggiamento. Fa il musone e poi, come un eroe del nostro tempo, dice che non vuole deluderli e quindi ha bisogno di qualche minuto per riprendersi e mettersi la maschera allegra. Che terribile sacrificio e con quanta gratitudine lei deve accettarlo!

B. Lei, militare graduata, ha appena avuto una pessima giornata, scontrandosi con un parigrado che ci tiene tanto a maltrattare un suo pupillo e contro cui non può fare niente perché, tanto, costui va a giocare a poker con un loro superiore e si sa da che parte penderebbe l’ago della bilancia. E’ stanca e trova il marito a casa che le prepara la cena. Subito la delusione e la frustrazione spariscono ed inizia a lanciare messaggi sessuali ben chiari, dopo averlo gratificato dicendogli che è il miglior compagno dell’universo conosciuto.

La nausea a quel punto non era ancora arrivata al massimo, dato che mi sono messa a cercare in giro informazioni sulla serie: mi è bastato poco per far traboccare il vaso, in effetti, e decidermi di lasciar perdere tutto. Mi riferisco in particolare a questa parte della trama:

“Il maggiore Frank Sherwood, dopo essere partito per l’ ennesima volta per il fronte, è uno dei dispersi in seguito all’ incidente dell’ elicottero che trasportava i soldati. Dopo alcuni giorni viene ritrovato vivo e condotto a Fort Marshall dalla moglie Denise e dal figlio Jeremy. Quando il figlio gli confessa di aver picchiato la madre, Frank lo caccia di casa, ma prima di ripartire per il fronte, lo va a trovare a Fort Benning (dove Jeremy si è arruolato) e lo perdona.” (da http://it.wikipedia.org/wiki/Army_Wives_-_Conflitti_del_cuore)

Che scena commovente deve essere stata: perdonare il figlio per aver usato il giochino di papà mentre lui era assente deve essere stata una scelta difficile, immagino. Che uomo generoso! Che esempio di persona retta e buona. Che perfetto rappresentante della Patria.

Grazie, TV, per educarci così bene, per indicarci costantemente la via giusta. Grazie. Grazie. Grazie al….

>>>^^^<<<

A. aggiunge:

Ho avuto la sfortuna di vedere anch’io questo educativo programma…

Se ve la siete persa vi descrivo la scena in cui tali mogli decidono di fare un calendario per i mariti al fronte, una propone foto “glamur” e le altre invece scene di vita quotidiane (lei che cucina, lei che passeggia col cane, lei che stende la biancheria….) per far sentire a casa i mariti…bhè quella che ha osato proporre il calendario glamour viene praticamente messa al rogo come strega!

Inoltre mi ha colpito che parlavano delle amiche in loro assenza non le chiamassero per nome ma la moglie di… insomma non c’è che dire, davvero un capolavoro.
E’ triste. Ricordo che negli ottanta-novanta c’era una serie simile, dove una ragazza madre con tre figlie sposava un marines: tuttavia la serie (pur sempre made in USA) era molto meno sessista e a senso unico, anzi diciamo che il mondo delle donne pian piano contaminava il marines rendendolo più umano. L’inversione di tendenza è chiara. In tutto.

Ieri sera per esempio mi è preso un gran nervoso guardando lo Spot per la sicurezza sul lavoro. Si vede una donna operaia (miracolo direste…no aspettate!) che torna a casa dal marito che le ha preparato la cena e il messaggio dice: “quando lavori pensa alle persone a casa che ti amano, proteggiti…”. Il messaggio di sottofondo è che se una donna non ha un compagno che la aspetta può anche morire???

—>>>Per meglio comprendere la bontà delle produzioni culturali americane tutte machismo, patria e femmina sottomessa post 11 settembre bisogna assolutamente leggere Susan Faludi “Il sesso del terrore”.

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Scritti critici.


3 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. Fran says

    L’ho visto di sfuggita una volta. Stomachevole e patetico. Il messaggio neoconservatore è diretto, lampante. Mi fa decismente schifo che la rai lo proponga…ma del resto non è questa la politica dell’azienda di “Stato”? Proporre temi rassicuranti sui “valori” tradizionali DIOPATRIAFAMIGLIA?

  2. Natla says

    Grazie per la dritta. Ho letto la descrizione del libro qui http://www.liberamentemagazine.org/addio%20uomo%20effemminato.htm

    Ecco perché è diventato indispensabile fare un film con questa patetica accozzaglia di machi incartapecoriti http://www.youtube.com/watch?v=VKhg3iQMCdE

    e i commenti al video? Non ci sono parole…

  3. Claudia Mancosu says

    In America quando finì la seconda guerra mondiale, i reduci tornarono a casa. Tornarono in un paese straricco e vincitore. Le perdite umane erano state relativamente poche. L’economia di guerra era stata sostenuta dalle donne, che avevano lavorato a tutti i livelli nelle fabbriche d’armi e non, perché gli uomini erano al fronte. Alle donne era piaciuta l’indipendenza. Erano contente di guadagnare , di non essere soggette ai mariti. M ai mariti tornarono e bisognava fargli spazio, bisognava tornare ai fornelli, a fare biscotti come brave housewives. Le donne di casa dovevano accettare la nuova condizione, per aiutarle a farlo nei supermercati si vendevano benzedrina ed efedrina come caramelle.(c’era un sacco di scorte belliche di anfetamine da smaltire!) Da qui l’immagine televisiva: lo stereotipo dell’epoca era una donna magra ed elegante, in grembiule, iperattiva,ossessiva e canticchiante. In tutte la serie tv, le mogli premurose e sorridenti aprivano la porta al marito con un vassoio di biscotti in mano. Il marito sbuffava e si spalmava sulla poltrona, in pantofole, davanti alla tv, reclamando la cena. Il riposo del guerriero. Questa “army wives” non è altro che una riedizione in chiave moderna di quelle degli anni Cinquanta. Propaganda che vince non si cambia.