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Partorire è un affare maschile

Mentre la stampa illustra l’umanità dei fascisti che deporterebbero i rom per il loro bene (che bella cosa questi incendi di fine estate e tutti i bei discorsi sulla loro sicurezza) e i razzisti del nord ci chiamano per nome descrivendo il ruolo che ci hanno dato da sempre, mentre noi continuiamo a fare volantinaggio per informare la gente di quello che non sanno (fare volantinaggio in spiaggia e al mercato è entusiasmante), ecco che il testosterone arriva fino ad una sala parto siciliana per rendere ancora più complicata la vita delle donne in fase di travaglio.

Ci importa poco che il bambino forse stia bene e che la mamma, dopo aver perso l’utero, respiri ancora. Non basta ad archiviare un capitolo così disastroso della sanità italiana e della violenza maschile. Perchè essa si esprime in ogni situazione, mettendo gli interessi degli uomini che la compiono davanti a tutto, senza curarsi della vita di donne e bambini.

Non ci interessa la descrizione dettagliata dei motivi che sarebbero all’origine delle scene di violenza esibite mentre una donna era a cosce spalancate tentando di dare vita, con grande dolore, ad un figlio.

E’ la dimostrazione palese del disinteresse, di come attorno alla ipocrita celebrazione del parto si realizzino interessi individuali di altro genere. Una donna che partorisce in fondo che altro è se non un business attorno alla quale realizzare carriere e denaro?

Ma si, care donne, fate figli, così il dottor tal dei tali si farà un nome e pontificherà sull’opportunità di ficcarvi le mani dentro l’utero attraverso la vagina piuttosto che attraverso la vostra pancia squartata.

Si, care mamme, non vi basta che vi abbiano fatto una festa nazionale apposta? Per celebrare il momento in cui realizzate un prodotto economicamente interessante per gli sfruttatori del domani?

Chi se ne frega se siete vive o morte. Basta che sgraviate, che sfornate un pargolo perchè di mezzo ci sono interessi personali, dunque chi se ne frega se anche quel pargolo rischia la vita.

In fondo si tratta sempre di un affare di uomini. Come quello che ha addirittura scatenato un dibattito a proposito della gravidanza della nannini.

Una scelta privata, personale, che per fortuna lei ha compiuto in un’altra nazione, quella in cui vive, perchè se fosse stata in italia cattolici fondamentalisti e talebani integralisti avrebbero fatto le barricate per non fargliela realizzare.

Perchè in italia, chissà perchè, il fatto che una donna decida autonomamente di avere un figlio quando le pare, se la salute glielo permette, sembra un affronto di chissà quale genere.

Tu madre dovrai esserlo solo entro determinati limiti di età, non da sola, sicuramente senza farti promotrice dello spermatozoo che ti ha inseminato.

Ed è questo il focoso e deleterio dibattito che imperversa nei forum maschilisti: gli stessi forum lesbofobi che quando leggono di una coppia di lesbiche che genera e si prende cura di un figlio urlano allo scandalo perchè tu donna puoi essere madre solo se rendi tuo figlio uno strumento di potere e controllo nelle mani di un maschio che lo userà per darsi un tono sociale che copra tutti i suoi fallimenti e per dominare te, povera sgravatrice di spermatozoi battezzati, che non potrai più fare un passo senza dare conto ai padri, ai nonni, a tutta la struttura patriarcale dalla quale quello spermatozoo discende.

Fior di dibattiti sulla “inutilità” del maschio intendendo il maschio utile esclusivamente in quanto titolare di prole da esibire in pubblica piazza come proprietà fatta di carne e ossa con tratti genetici similari.

Quanta miseria esiste in questo mondo di maschi che usano le donne come terreno sul quale piantare un seme nell’attesa di strappare via il raccolto, usando la consulenza di squartatori di professione che una volta ti strappano via l’utero, la volta dopo ti estraggono quella pianta quando sei già morta, e l’altra ancora ti incidono lasciandoti cicatrici enormi per provare l’ebbrezza del bisturi, mentre tu sei e resti solo una cavia.

Quanta miseria, eh?

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


3 Responses

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  1. gekina says

    Concordo con il post e i commenti.
    Però se condo me la questione ha altri aspetti.
    Se vi va vorrei lasciare il mio contributo alla discussione segnalandovi il mio post sulla scazzottata tra ginecologi:
    http://epidurale.blogspot.com/2010/08/scazzottata-in-sala-parto.html

  2. maria says

    oggi ho letto su donna moderna una dichiarazione del ministro Maroni: ottimo lavoro quello in francia coi rom, ora bisogna mandare via i comunitari senza reddito e dimora…
    IN PRATICA SE NON SEI UN ELEMENTO CHE AVVALORA IL SISTEMA DEL PRODUCI-CONSUMA-CREPA NESSUNO TI VUOLE. SEI UNA PERSONA SOLO SE HAI LAVORO. Scusate il maiuscolo ma sono inca**ata nera.

  3. Serbilla says

    Sono rimasta senza parole quando ho letto la notizia, hai voglia a dire che le complicazioni non sono dipese dai medici, che è ciò che dice l’ospedale, se la situazione fosse stata sotto controllo il bambino non si troverebbe in quelle condizioni, a questa donna non avrebbero dovuto asportare l’utero.
    Provate a dirlo ad alta voce: asportare l’utero, viene male solo a pensarci, una donna di trent’anni e un bambino appena nato puniti dalla competizione e dalla freddezza di chi dovrebbe avere la vita – quella vita che i medici obiettori tanto si sentono di difendere – a cuore in ogni sua parte, basta che respiri? già sembra proprio che in ogni ambito dell’esistenza di un uomo basta che una donna respiri per dirla viva e sentirsi la coscienza a posto

    “The miracle of birth – monty python”

    http://www.youtube.com/watch?v=NcHdF1eHhgc