[Immagine opera di Club-Ugly]
Prendo spunto da un post in cui si parlava tra l’altro di bruttezza maschile, esteriore e interiore.
Condivido quanto scritto da una lettrice circa l’aridità di spirito che si traduce spesso in un aspetto poco gradevole.
Anche la sofferenza gioca questo scherzo un pò crudele. Basti pensare alle occhiaie provocate da un pianto accorato, alla scomparsa di quella luce negli occhi che può seguire un evento triste, alla pelle che appare spenta dopo una notte spesa in pensieri e preoccupazioni, nonchè alla facilità di incorrere nei malanni più disparati a causa dell’abbassamento delle difese immunitarie, conseguenza di forte stress.
Ma questi sono effetti transitori, e sicuramente vengono socialmente accettati con maggiore facilità quando si presentano in un uomo piuttosto che in una donna.
Di uomini dall’aspetto mestamente sgradevole ce ne sono a profusione, e mai la loro esteriorità, che non è certo un dono per lo sguardo, ha rallentato o osteggiato la loro carriera e la loro affermazione sociale. Quando si parla di uomini brutti in fin dei conti ci si aspetta che gli altri uomini semplicemente si astengano dal fare considerazioni in merito, e che le donne invece sappiano "guardare oltre".
Pena l’essere considerate superficiali, poco sensibili, mentre in un uomo tale miopia è fatta rientrare nella norma.
La bruttezza maschile è qualcosa a cui accennare solo di sfuggita, accessorio scomodo che non deve comunque essere d’impaccio nel considerare le qualità interiori, le caratteristiche della personalità, lo spessore dell’anima.
E viene sovente messa in secondo o terzo piano da altri aspetti, come la disponibilità economica, il successo professionale, lo humor arguto, l’intelligenza sopraffina, mal che vada una particolare bontà d’animo…una gentilezza fuori dal comune, che ne so.
La bruttezza femminile non ha possibilità di redenzione invece.
Si viene analizzate, sezionate, giudicate sin da piccole. Si viene crudelmente schernite dagli altri bambini, spesso non in quanto effettivamente di aspetto non gradevole, ma poichè non aderenti ad un certo ideale di bellezza che viene imposto a partire dalle illustrazioni dei libri scolastici.
E dopo, sopravvissute più o meno indenni al girone infernale della scuola dell’obbligo, non è che la situazione migliori.
Ci vengono propinati su tutti i piani possibili immagini di donna non arrivabili e fuori dalla realtà (per fuori dalla realtà intendo dire ad esempio che le indossatrici sono più magre del 98% della popolazione femminile mondiale), slanciati a realizzare una bellezza assai opinabile, di plastica, immobile, priva di espressione e individualità, mutevole solo agli imperativi del gusto maschile.
Purtroppo a fare simili considerazioni spesso si arriva quando i danni sono già stati prodotti: taglie perse anche quando non necessario, disturbi alimentari sfiorati o vissuti per intero, sudore e fatica, rinunce e perenne senso di inadeguatezza, con tutte le conseguenze che questo può portare sulla socializzazione e l’affermazione di sè come individui.
Non c’è spazio per la diversità, per la personalità, in sintesi non c’è spazio per le donne che siamo, solo per quelle che dovremmo essere, secondo canoni creati dagli uomini, occhiali deformi indossati purtroppo ormai anche da buona parte delle donne.
Non se ne esce, possiamo essere persone che sanno fare poco o niente oppure che al contrario eccellono nella professione o negli studi, possiamo essere mediocri o intelligentissime, un pò stronze o buone, qualsiasi cosa facciamo o diciamo, certi uomini si lasceranno sempre andare a squallide considerazioni (loro le chiamano battute) sul nostro aspetto fisico. E nel momento in cui rispondi a tono diventi quella con la coda di paglia, che non sa stare allo scherzo. Ma vaffanculo.
E ripenso a Simone, Danilo, e Roberto, a quanto fossero brutti dentro e fuori, e alla loro non invidiabile capacità di essere leader piccoli piccoli in una classe di pecorelle.
E ripenso a Serena, isolata al primo banco da invisibili barriere costruite con un resistente materiale di cui non rischieremo mai l’esaurimento: la stupidità.
…non voglio sembrare un parolaio rompiscatole, ma suggerisco di cominciare a non usare la parola “bellezza” per quella idea di rappresentazione mercificata della donna di cui si parla qui e nei commenti. Non è vero che “la bellezza” è diventata un “valore fondamentale”, perché quella scala di misure corporali e smorfie condivise che rappresenta il canone diffuso dai media e dal potere politico di modello femminile tutto è tranne che “bellezza”. Impediamo di inquinare anche questa parola e difendiamola, qui e ovunque, come facciamo con tutte le cose prezione alle quali crediamo – qui e ovunque. Io ci provo.
@lidia
Mi riferivo ai comuni mortali non a quei parassiti che ci ritroviamo al governo,quelli sono brutti dentro, fuori, fanno schifo anche guardati con la coda dell’occhio.
hehehe 🙂
Nino.
@nino
insomma 🙂
guarda i ministri che abbiamo al governo e dimmi che agli uomini brutti va male.
@camilla
al “come sei saccente” mi hai fatto schiantare dalle risate XD
è verissimo. vedi un po’ tu come il premier tratta la bindi…
Capisco pienamente quanto è stato detto nel post… Durante la mia breve vita i ragazzi non hanno fatto che ripetere quanto ero brutta, quanto ero sfigata, così siccome non ero bella mi sono battuta per essere intelligente e colta, ed ora che lo sono sapete che dicono? Come sei saccente, come sei rompiballe, di questo passo non troverai mai un uomo nella tua vita…
Ora li lascio perdere, perché non mi interessa minimamente di avere un aspetto gradevole per gli altri. Io voglio avere un aspetto gradevole PER ME. Fra l’altro, continuano a prendere in giro la mia ragazza perché è grassottella, ma chi se ne frega, lei è bella dentro!
Comunque è una cosa che ho notato spesso, quando una donna è brutta tutti dicono cosa e la denigrano, quando un uomo è brutto si cerca un modo per indorargli la pillola
Purtroppo viviamo in un mondo dove i valori fondamentali sono la bellezza e il denaro, e questo purtroppo è una cosa che vedo trasversalmente sia nell’universo femminile che in quello maschile, siamo troppo assuefatti da modelli che mettono al primo posto chimere sociali, che nulla hanno a che vedere con la realtà, tuttavia vi posso assicurare che anche per noi maschietti è difficile competere con questi pseudo modelli sociali, nella società competitiva che siamo costretti a vivere, noi tutti uomini e donne, non essere “standard” è una colpa che può pregiudicare le relazioni sociali e il lavoro.
Questo purtroppo è un mondo fatto a misura di belli fuori.
Nino
Vorrei condividere con voi una piccola gioia di madre di qualche anno fa, quando mia figlia a uno appena conosciuto che le ha detto: “Però sei intelligente per essere così bella” ha risposto:
“Non ti accorgi nemmeno di quanto sai essere offensivo con le donne, vero? Ci rivediamo quando e se avrai risolto il conflitto fra i tuoi due neuroni e il pisello”