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La porta era aperta

Dal blog del circolo culturale Pablo Neruda di Camerino la cronaca di una delle tante violazioni dei diritti civili di studenti qualunque:

"La porta era aperta"

Immaginate di stare a dormire e vi svegliano delle divise blu alle 8 della
mattina, che ti stanno già in camera, affianco al letto invitandoti ad
alzarti. Ci metti qualche secondo per capire se è un incubo, uno scherzo o
qualcosa di simile. Chiedendo agli altri compagni poi, ho scoperto che
anche loro, sbalorditi hanno chiesto "ma è vero"?
Cosa ci fanno alle 8 della mattina a fianco al tuo letto? "Accertamenti".
Sventola un distintivo, occhiali da sole e alcune panze. Prendo coscienza
di me, sono davvero li, non so quanti in casa. Comincio a capire le parole
ma c’è stata una frase, la prima, che subito ha suonato strano: "La porta
era aperta".

Per un’ attimo, il mio cervello incosciente ha pensato che
quei gendarmi siano entrati in casa perché preoccupati di una porta aperta
e per l’incolumità dei ragazzi all’interno…che sciocco che sono, ancora
credevo in loro.
In mutande, mi ritrovo questo sconosciuto che cerca droga in casa. Ci
chiedono se vogliamo chiamare avvocati, ma non avendo nulla da nascondere,
non ne sentivo il bisogno; anche se avrei dovuto farlo…
Sono in due, poi in tre. Sento voci dalle altre stanze…la casa è
infestata.
"Cerchiamo canne, hashish, droga…se ce l’avete è meglio che ce lo dite
perché tanto le troveremo".
Neghiamo serenamente con la certezza di avere la coscienza a posto e
assistiamo alla scena. Aprono tutti i cassetti, svuotano portafogli,
armadi, materassi, scatole.

Tutti i vestiti sono mossi, ogni libro viene
setacciato e alcuni diari e quaderni vengono letti.
La ragazza deve andare in bagno. "Un momento, prima devo controllarlo".
Ok, adesso possiamo andare a pisciare nel bagno di casa, chiaramente
squadrati e fissati per evitare scherzi.
I posaceneri vengono riuniti su una sedia e setacciati con guanti di
lattice:
-"E queste cosa sono?!"
-"Sigarette" rispondiamo tranquillamente.
– "Non costringeteci a chiamare i cani"
Documenti sequestrati. La cucina è controllata a tappeto: ogni tovaglia
spostata, ogni barattolo aperto, ogni dispenza setacciata. Poi via alle
altre stanze che vengono spolverate da cima a fondo fin sotto i
materassi…senza alcun esito. Non trovando niente, si buttano in qualche
cd masterizzato, minacciando multe salatissime perché…ascoltiamo musica.

Più le mani gli rimangono vuote e più le domande si fanno incalzanti, forse
per coprire questo loro illegittimo e vergognoso flop senza senso.
– "Cosa studiate?" ci chiedono.
– "Biologia, informatica, niente…". Quindi nessuno studia diritto e
conosce leggi in riguardo a perquisizioni in casa, buon per loro. Poche
altre classiche battute sarcastiche e viscide e poi via a mani vuote.
Appuntamento fra mezz’ora in caserma per firmare il "verbale negativo".
Ci prendiamo un caffé, ci sediamo un attimo a parlare. Sono passati 45
minuti in cui lo Stato c’ha violato, è entrato in casa di nascosto per
cercare qualcosa che non c’é. Ancora non ci credo, mi sale una rabbia
incredibile e un odio feroce verso di loro e verso la nostra impotenza a
far si che esista giustizia nelle forze dell’ordine.

Come è stato
possibile? Come ci siamo arrivati? Chi ha permesso che si possa arrivare a
tanto?
Non siamo riusciti ad entrare in caserma: c’hanno fermato in portineria
dove una bollente saletta piena di mosche, ci offriva 4 divanetti in pelle
puzzolenti di sudore e un mensile su San Antonio da Padova. In quell’ora
abbondante d’attesa, siamo usciti nel piazzale interno per prendere un pò
di ossigeno ma ci è stato "vietato passeggiare". Finalmente uno della
cricca della mattinata arriva con un mazzo di fogli. Più volte ci si dice
che il verbale è negativo, "tutto apposto" in modo che non rompiamo i
coglioni e ce ne andiamo via felici e contenti senza fiatare.

Ma come potersi fidarsi di questa gente? Lo leggiamo riga per riga, parola
per parola, nulla ci deve sfuggire né nulla deve essere permesso a loro.
L’agente diventa nervoso.
Siamo pienamente coscienti che sono entrati in casa senza un regolare
mandato e sarebbero perciò punibili per legge. In casa di illegale c’erano
solo loro…

"Come siete entrati?" gli chiediamo.

"Chi"’ risponde imbarazzato.

"Voi a casa come ci siete entrati?"

"La porta era aperta…dai su firma".

In nessun modo, con nessuna parata per strada, nessun calendario, nessun
funerale di Stato potrebbero mai riacquistare la nostra fiducia.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali.