Il clima attuale non è dei migliori. Lo vediamo dalla serie di articoli che Dazebao sta dedicando al triste capitolo determinato da chi vorrebbe il ritorno dell’elettroshock (e il tso per le madri post parto). Se in ambito regionale e nazionale la destra sta presentando proposte di legge per neutralizzare la 194, i consultori, punire l’autodeterminazione femminile, lasciare le donne in balia di mariti ed ex mariti violenti o punirle con la psichiatrizzazione e la sottrazione dei minori, da Jones ci arrivano queste considerazioni a proposito dell’ennesima proposta che riguarda la regione lazio, quella in cui regna la polverini e tutto l’entourage di destrissima:
"La
proposta PDL – con un paio di firme del pd – di riforma dei consultori familiari nella regione lazio è
spaventosa!
scaricatela e leggetela. Un mix spaventoso di
totalitarismo etico e neoliberismo feroce!
Fondazioni e imprese
gestiranno i consultori al posto della sanità pubblica.
I
"Volontari" che vi presteranno servizio potranno detrarre dall’irpef
regionale fino al 30% delle spese. Associazioni pro-life,
padri separati, fascisti, maschilisti, miliziani di Comunione e Liberazione invaderanno (e saranno pagati per questo, o
male che avranno uno sconto fiscale) consultori e tribunali.
Una
donna che vuole abortire, separarsi, divorziare, chiedere l’affidamento
dei figli dovrà passare per mille forche caudine e giudizi di esperti di
varie discipline (si parla sempre di interdisciplinarietà nella
proposta di legge, mai di pluralismo), comitati etici e d esperti di
"bioetica familiare". Sarà più facile finire in manicomio, in tribunale,
sotto tutela di qualcuno che fare scelte libere e consapevoli.
Tremiamo!"
Ecco il pdf da scaricare e leggere: PL 021.pdf
Vi facciamo una sintesi.
La proposta di legge per la regione lazio è la numero 21 del 26 maggio 2010.
I firmatari potete leggerli da voi.
Oggetto della proposta è: "Riforma e riqualificazione dei consultori familiari".
Se la semantica ci dice bene allora capiamo che "riqualificazione" sta per un intento che qualifica qualcosa che non lo è. Ma andiamo avanti.
L’intento è ben spiegato nella relazione introduttiva. Dice che una istituzione pubblica, pagata con soldi pubblici, quindi con i soldi delle nostre tasse, dovrebbe sostenere e promuovere non già tutti i soggetti esistenti che possono fruirne ma "la famiglia e i valori etici di cui essa è portatrice".
Di quali valori "etici" sia portatrice la famiglia lo leggiamo ogni giorno nelle cronache che vedono donne e bambini vittime di padri padroni ovvero lo leggiamo nell’omofobia di certe affermazioni e nell’impedimento costante di vivere una sessualità indipendente dalla logica etero e riproduttiva.
Si chiarisce che il consultorio dovrebbe diventare un luogo di tutela del concepito e stabilisce che l’azione dei consultori è "chiamata" ad uniformarsi a questo "principio". I consultori dovrebbero altresì "vigilare" sulla famiglia, prevedendo le situazioni di crisi (e qui sentiamo odore di padri separati e mediatori familiari) per agire in funzione "preventiva del disagio". Ovvero? Legheranno le mani ai maschi violenti? O passeranno il tempo a sedare le donne affinchè smettano di lamentarsi e non abbiano più la forza di andarsene?
Addirittura si prevede una sorta di tutela al "progetto di famiglia" che dovrebbe essere monitorata per tutto il suo andamento senza che nulla possa sfuggire mai a questi solerti osservatori.
Sembrerebbe un progetto scritto da una certa ala conservatrice della psichiatria, quella che ti chiede di scrivere appunti anche sulla pipì che fai al mattino per permettergli di dirti che il tuo disagio è dovuto ad una tua distorsione implicita, ma andiamo avanti.
Già all’articolo uno il progetto decide che è legale la famiglia basata sul matrimonio (invece tutto il resto non lo è?), la dichiara addirittura preesistente al diritto, che significa che nessuno può riformulare il diritto di famiglia perchè qualcuno sta dicendo che così è e così deve essere per sempre.
Si dichiara anche che la famiglia ha nella sua fondamentale dimensione quella "dell’unità e della fecondità".
Capito sorelle? Unite e feconde, così ci vogliono. Se ci disuniamo e non fecondiamo sono affari nostri. L’elettroshock è sempre lì pronto ad attenderci.
Si prevede poi un ruolo preciso per associazioni che si occupano di "vita" e "famiglia", leggi le associazioni descritte nel commento di apertura.
Un articolo che è presente in ogni proposta regionale (come quella siciliana in cui si dice perfino che talune figure esterne dovrebbero essere tenute in considerazione per ogni proposta legislativa inerente la famiglia) prevede la collaborazione di figure inserite nei consultori atte alla collaborazione con l’autorità giudiziaria, nei procedimenti attinenti a questioni di diritto familiare. Significa che dal consultorio dovrebbero partire perizie (pensate sempre alla Pas) e valutazioni circa le denunce di violenza fatte da donne e bambini e circa i procedimenti di affido.
Come dire: se non posso sostituirmi alla magistratura allora mi inserisco con una rete di professionisti (avvocati, psicologi, assistenti sociali, mediatori familiari, etc ) nella rete esterna che costruisce la burocrazia che anticipa e accompagna ogni procedimento e che può determinarne la conclusione.
L’art. 13 dice che il "concepito" (parliamo di spermatozoo+ovulo) è già membro effettivo della famiglia. Pensate alle implicazioni: se il "concepito" è membro della famiglia la donna non ha diritto di interrompere la gravidanza in quanto che il "concepito" appartiene all’unità della famiglia che i consultori, tutori, periti, operatori dovrebbero garantire a costo di lasciare le donne in catene a partorire nelle caverne. Ovvero è l’estensione dell’affido condiviso al "concepito" e dunque l’impossibilità per le donne di decidere del proprio corpo e della gravidanza senza il "consenso" del detentore in quota spermatozoo.
Poi si dice che ai consultori pubblici (dove per pubblico si intende una gestione privatistica di quello che viene pagato con soldi pubblici) si affiancano anche consultori privati e accreditati. Chi accredita gli accreditati?
E siccome la sanità del lazio ha soldi da buttare allora si stabilisce anche che si istituiscono addirittura fondi speciali come quello per la ricerca sulla famiglia e sulle problematiche familiari. Avete una idea di chi fruirà del fondo?
Nell’art. 26, tanto per chiarire il concetto, si istituiscono i comitati bioetici indipendenti che dovrebbero dare valutazione dei servizi alla famiglia che devono rispondere a canoni bioetici.
Che cosa sono i canoni bioetici in relazione ad una valutazione dei servizi alla famiglia? Semplice: ogni servizio territoriale dovrà dirvi sempre di no se chiedete una pillola del giorno dopo e non potrete più avere accesso alla ru486 o all’ivg chirurgico perchè i servizi sono canonicamente bioetici.
In più dentro i consultori si promuovono attività di volontariato di soggetti vari e tanti che non si potranno ignorare e che costituiranno un ostruzionismo costante all’applicazione della legge 194.
A questo punto ci è venuto in mente di andare a leggere chi è la prima firmataria della proposta. Lo apprendiamo direttamente dal suo sito. Di lei non si può certo dire che non sia coerente.
Mostruoso. Non trovo altre parole.