Immaginate lo scenario futuro (facciamo fantascienza!), già favorito dai preliminari violenti di molestie e cyberstalking. Facciamo finta che mentre i machisti vi logorano i fianchi ci sia qualcun altro che predispone querele per zittirvi.
Facciamo finta che possa realizzarsi la caccia alle streghe del 2010 con tanto di uomini togati e principi del foro al servizio della causa del machismo.
Immaginate quanto e come infastidisca che le donne possano prendersi il diritto di dire quello che pensano, di dissentire, di ribellarsi allo strapotere dominante dei patriarchi, di opporsi a proposte, insinuazioni, illazioni, bugie, di portare una versione diversa e più credibile della realtà.
Facciamo finta che ci sia chi prova a stroncarvi in tutti i modi, in pubblico, in privato, con forme di persecuzione illecita e bombardamenti solo sulla carta più leciti.
Immaginate che l’obiettivo sia il vostro silenzio. Immaginate che l’obiettivo sia la censura, la vostra morte sociale che si riassume in un "io ti distruggo".
Immaginate che ci sia gente che non si rassegna all’idea che esista chi la pensa diversamente. Immaginate chi vi vuole chiudere la bocca, chi vi fa subire una violenza nella violenza, chi non vi lascia in pace perchè parlate un linguaggio nuovo e credibile. Perchè avete cervello, pensieri, non vi piegate, non vi fate comprare, non compiacete, non spegnete l’intelligenza. Immaginate un rogo, quello che si può compiere alle donne che oggi osano parlare ed essere critiche, e reagire all’ondata di machismo feroce che ci sta nuovamente sommergendo.
Immaginate tutto questo e se vi capiterà domani di sapere che qualche spazio femminista sarà stato chiuso o qualche femminista sarà stata denunciata, allora saprete in modo definitivo che ci troviamo in una nazione in cui alle donne non è riconosciuto il diritto di fare opposizione nei modi che ogni democrazia dovrebbe garantire. Saprete che per le donne e le opposizioni non c’è spazio. Saprete che si verrà processate in quanto donne e femministe. Saprete che è il momento di legarsi le une alle altre in un esercizio di sorellanza forte reale e virtuale per dire che a prescindere dal fatto che siamo tante, diverse, perfino in conflitto tra noi, comunque siamo tutte unite, unanimi, determinate a difendere le une ogni altra che sarà attaccata.
Noi leveremo la nostra voce ogni volta che una sola donna e femminista sarà importunata, molestata, censurata, denunciata, criminalizzata, diffamata, violata nella sua libertà di opinione. Così come altre che per noi sono tutte nostre sorelle hanno levato la loro voce e sono accorse ogni volta che abbiamo segnalato di avere un problema.
La forza delle donne è straordinaria. Per una che viene costretta a smettere di lottare ce ne sono mille altre che fanno scudo e si espongono, e parlano, e si mettono al servizio di quella causa comune che ci vede unite nella difesa delle donne vittime di prevaricazioni di qualunque tipo e di violenze da parte degli uomini.
Come si diceva per le vittime di mafia: le idee non si uccidono ma continuano a camminare con le gambe di tutte le altre persone che combattono contro una cultura che continua a generare morte e distruzione.
Noi non abbiamo paura. Perchè non siamo sole.
Voi non abbiate paura. Perchè non siete sole.
Così come la mafia è una cultura che fa parte di un sistema patriarcale (‘a famigghia) che va sconfitta a partire dalla rete familista che impone e ricatta donne e figli affinchè seguano loro malgrado una logica perversa di morte, avidità e dominio.
Così il dominio patriarcale impone violenza e morte nelle famiglie reprimendo donne e figli che si ribellano e costruendo una rete sociale di omertà, negazionismo e complicità che protegge i maschi prevaricatori e violenti e riduce al silenzio chiunque sveli le circostanze di queste azioni.
La violenza maschile è mafia. La mafia è violenza maschile. Le dinamiche che portano alla "censura" e alla morte, reale o sociale (anche i mafiosi fanno querele per zittire quelli che li chiamano per nome) di tutte le persone che si oppongono a questi fenomeni sono identiche.
Fare antimafia, ovvero opporci al sistema familista (amorale) più violento del mondo non ci sarebbe stato possibile senza conoscere le dinamiche repressive che le donne e i figli subiscono per mano di maschi violenti. Fare opposizione alla violenza maschile non ci sarebbe stato possibile se non avessimo sperimentato l’antimafia.
In entrambi i casi ti esponi alla morte fisica e sociale. In entrambi i casi si incontrano maschi connessi in una struttura gerarchica, con patti che dichiaratamente sono volti alla sconfitta di qualcun@, con sistemi di omertà e complicità che è rischioso mettere a nudo.
Non è affatto vero che in italia vi sia una legittimità alla lotta contro la violenza maschile su donne e bambini. E’ pericoloso, rischioso, in termini di privazione delle libertà e di violazioni dei diritti è esattamente identico a quello che avviene quando lotti contro la mafia. E’ identico a quello che avviene quando lotti contro un macropotere che si regge sulla clientela, il ricatto, l’illusione di qualche possibilità professionale.
Se sei una donna filo-maschilista che parla allora la tua firma sarà ospitata e veicolata da chi sostiene il dominio del patriarcato. Se sei una donna che lotta contro la violenza maschile senza attribuirne l’origine per "colpa" a nessuna donna mai allora c’è chi attorno ad un tavolo, che potremo chiamare "cupola", decreta la tua fine.
Le donne muoiono ogni giorno perchè gli uomini non le lasciano libere di andarsene, pensare, parlare, esprimersi, decidere per se’.
Ogni morte è collegata all’altra. Per ogni donna offesa, violentata, uccisa, censurata siamo tutte parte lesa. Si chiama femminicidio, il delitto contro le donne in quanto donne.
Stiamo tutte combattendo una battaglia difficilissima e per quanto pensiamo che ciascuna sia isolata dall’altra in realtà nel silenzio delle nostre case, per le strade, nei luoghi di studio e di lavoro, nel web, stiamo tutte combattendo la medesima battaglia. Ci sono tante vittime. Ci sono delle sopravvissute. Ci sono donne che subiranno per tutta la vita le conseguenze delle violenze che hanno dovuto patire.
Ogni mortificazione, ogni umiliazione, ognuna delle violenze, di qualunque tipo, che ciascuna di noi subisce, ci riguarda tutte. Riguarda tutte noi. Ed è per questo che le donne possono costituirsi parte civile nei processi di violenza contro altre donne. Ed è per questo che le donne non smetteranno di parlare e lottare perchè prepotenti, boriosi e insaziabili vorranno metterle a tacere.
La violenza maschile è come la mafia. La mafia è come la violenza maschile.
Se non abbiamo paura della mafia non ce l’abbiamo neppure della violenza maschile. Specie se siamo sopravvissute ad entrambe.