Evidentemente facebook non basta più e allora chi pratica attivamente l’antifemminismo sul web ha deciso di usare l’artiglieria pesante. Dopo il sito (questo era il suo whois ip) che ricorda il titolo del blog di Mary "un altro genere di comunicazione", ecco l’annuncio di un altro sito web pronto a scalare le vette del rank per piazzarsi ai primi posti della ricerca su google. Si chiama "femminismo.net" (femminismo – le fonti indiscrete, idea quantomeno originale) e anche qui basta un semplice whois ip per vedere su quale dominio poggia la temeraria soggettività maschile che sta attuando metodi da guerriglia comunicativa.
Prossimo obiettivo: marte?
Che dire: siamo profondamente ammirate. Servono soldi, mezzi e tempo, certo, che noi non abbiamo, ma è una grande lezione di guerriglia comunicativa a tutte le donne. Ci vuole un grande fegato a colonizzare il mondo. Lo abbiamo sempre visto il coraggio degli uomini nelle loro imprese alla conquista dei grandi imperi. E la guerriglia è perfino banalmente superiore a quella attuata da certi ambienti di destra ai quali non è venuto in mente di fare, che so, un "antifascismo.it" o un "cheguevara.net" (o forse si, mi sa di si, ma non ne siamo certe).
Dopo che comunicativamente parlando i maschilisti avranno imposto una egemonia, diciamo, "culturale", che faranno? Confliggeranno dialetticamente con se stess@ per non annoiarsi?
Che bello il mondo dal pensiero unico, dal volto unico, dal grande fratello unico. Proprio un riflesso di orwelliana memoria.
Qui femminismo a sud, non sappiamo ancora per quanto, sicuramente fino a che la flotta intergalattica non risucchierà dentro anche noi con i suoi speciali fluidi gelatinosi. Ultima trasmissione. Anno 2010. Terra.
Ps: abbiamo bisogno di praline al cioccolato per finire la nostra crepes transustanziatrice. chi la mangia si trasforma in un barattolo di nutella. se qualcuno ci potesse aiutare 🙂
ahahahahahahah
http://maschiopuro.blogspot.com/…la-giudice.html
😀