Come dire, a fronte di quelli che continuano a ventilare falsi numeri sui pater impoveriti (stipendiati che vengono mantenuti da finanziamenti pubblici rilasciati dalle amministrazioni di destra [1] [2]) la realtà emerge con chiarezza attraverso le cifre fornite dall’istat.
Repubblica scrive:
"…ci sono… le donne, penalizzate più che mai, soprattutto se madri. Il grado di penalizzazione, anzi, cresce con il numero dei figli, e in misura più che proporzionale: "Considerando le 25-54enni e assumendo come base le donne senza figli, la distanza nei tassi di occupazione è di quattro punti percentuali per quelle con un figlio, di 10 per quelle con due figli e di 22 punti per quelle di tre o più". E tuttavia per le donne il titolo di studio costituisce in molti casi ancora un’adeguata barriera alla disoccupazione e all’esclusione sociale: "Solo le laureate riescono a raggiungere i livelli europei"."
Noi lo dicevamo che c’era un problema diverso da quello prospettato dalla chiesa cattolica. Le donne vengono licenziate di più (per es. omsa, ora playtex). Le madri sono poverissime in numeri spaventosi (1 milione e 600 mila).
La crisi ha fatto fuori le parti deboli della società. Donne e precari. Tutti a dipendere dai vecchi che continuano a conservare i propri privilegi. Tutti a dipendere dalle famiglie di provenienza in un sistema che presto o tardi imploderà.
Bisognerà che qualcuno spieghi alle donne italiane perchè devono continuare a fare figli se poi non possono nutrirli e se al primo dissenso con il pater egli ordina che quei figli siano portati altrove.
Qualcuno deve spiegarci perchè questa ostinazione di dominio sul corpo delle donne, perchè questa coincidenza di fattori reazionari, di restaurazione autoritaria che fa somigliare questo tempo al 1400, al 1800 e agli anni del fascismo. Rispettivamente il tempo di pestilenza, siccità, povertà, fame, guerre di religione, l’altro tempo di sfruttamento, crollo delle banche e l’ultimo successivo al crollo del ’29.
In tutti quei momenti storici l’economia veniva governata da chi voleva mantenere o ripristinare privilegi. Quasi che nelle fasi intermedie le stesse parti ci concedano di sopravvivere dandoci l’illusione di una equità mai esistita.
Sono i momenti in cui potere e classi ricche stringono il cerchio sulle parti deboli, rubano tutto quello che c’è da rubare e mandano al rogo stranieri, donne, persone di religione diversa da quella cattolica.
E’ già successo, molte volte, e continua a succedere esattamente negli stessi modi, con le stesse parole, formulate in modo diverso. E sembra impossibile immaginarci così progrediti, con tanta tecnologia e tante distrazioni che sono semplicemente diventate l’equivalente dei miti di un tempo. Follie di un presente fatto di intrattenimento mediatico e di bugie del regno dell’immagine. Tutto cambia per non cambiare.
E dire che noi il gattopardo dovremmo conoscerlo bene. Sarà per questo che non possono prenderci in giro.
Viviamo in italia, il paese in cui la condizione femminile è fantasiosamente descritta come "positiva" dai maschilisti che intervengono a fare revisionismo sulle pagine di wikipedia.
La realtà è ben altra e noi tutte la conosciamo bene. Così come la conoscono in europa dove è chiaro che le donne italiane stanno peggio di tutte le altre. E’ una realtà fatta di oppressione, di fatica, sudore, sacrifici e di una lotta assurda per ottenere una minima garanzia di autonomia che spesso non arriva.
Perciò siamo insieme. Dall’alto della loro ricchezza gli uomini ci massacrano, vogliono dominare i nostri corpi, vogliono prendersi i nostri figli, vogliono ripudiarci se non obbediamo e poi mandarci al rogo se dissentiamo. Dal basso della nostra povertà noi abbiamo tenacia, dignità, forza.
Noi R-Esistiamo, contro tutti i fascismi!