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La donna “forte” e la fragilità del femminicida

Due articoli degni di nota.

Il primo è della Stampa e ci racconta di nuovo che l’italia non è un paese per mamme. Se non ci sono i genitori a pagare i conti non riesci a sopravvivere.

La stampa da anche i numeri: 4 milioni e 200 mila donne in difficoltà, in italia, tra le quali un milione (una ricerca completa dice che un milione e seicentomila madri sono povere) con un bambino piccolo.

L’italia, secondo save the children è al diciottesimo posto per trattamento di maternità e figli. Il nostro primato? L’italia è il primo paese europeo per cattiva condizione femminile e violenza domestica. Quei numeri in effetti li conosciamo bene.

L’altro articolo è un abbozzo di analisi. Sembrerebbe addirittura sofferta. L’autrice descrive il fenomeno del maschio che si suicida come estremo ricatto per fare vivere con l’eterno rimorso la donna che l’ha lasciato.

Individua questa particolare fragilità nel contesto veneto. Sarà l’aria della laguna o l’influenza della balena bianca, fatto sta che l’autrice è sicura che il maschio veneto sia a grave rischio di estinzione.

Scrive anche cose condivisibili, l’incapacità di affrontare la crescita e di reinventarsi con un ruolo nuovo che vada oltre il machismo patriarcale dei nonni.

Tutta colpa delle donne, ovviamente, che crescono troppo in fretta, sono troppo intelligenti, lasciano questi uomini osando pensare a se stesse. Non tollerano più violenze e condizioni di oppressione di vario genere. Sono proprio cattive queste donne. E sembra proprio che tutti concorrano nel tentativo di addomesticare proprio le donne del nord che erano tanto più abituate ad essere economicamente indipendenti (di noi del sud avevano dato per scontato che eravamo delle pezze da piedi…). 

Ma le donne, secondo l’autrice, hanno mille e più risorse. Vivono alla sex in the city. Tacco dodici e abiti griffati. Non sono mica operaie, povere (come le cifre sopra dimostrano), in grave difficoltà. Non pagano mica le conseguenze di ogni loro scelta dovendo perdipiù subire i ricatti di questa massa di maschi piagnoni che non sanno esistere senza la mamma.

L’autrice descrive alcune cose in modo realista. E’ il tono che non condividiamo. Troppo da "casi umani" e aperta la parentesi dei casi umani, archiviate le donne come "forti" e senza cuore, è aperta anzi spalancata la porta dell’odio nei confronti delle donne.

In fondo è questa la politica che si sta portando avanti lì nel nord. Di coccole al maschio che picchia perchè "fragile" (violenze=sintomi di fragilità, così li descrive l’autrice del pezzo). 

Vittimizzare il violento è una pratica che va contro tutti i nostri principi. Noi continuiamo a mettere in evidenza le fragilità delle vittime degli uomini violenti. 

La società dovrebbe occuparsi di quelle piuttosto che coccolare la sintomatologia dello stupratore o del picchiatore di mogli. Comprendiamo però che è decisamente fuori questione che la società attuale si occupi di prevenire la morte delle donne per mano dei maschi violenti

Dato per scontato dunque che le donne diventeranno cadaveri c’è forse chi ritiene che bisogna occuparsi dei loro assassini, mettergli in mano l’economia della casa, la gestione familiare, tutto.

D’altronde qualcuna di noi lo aveva detto: la nostra è una società che lavora per soddisfare le esigenze degli assassini. Dopotutto bisogna capirli. Sparare alla moglie o sgozzarla in piena notte è un lavoro faticoso. Vuoi mettere questo barile di "fragilità" in confronto ad una donna descritta come un gigante che faceva così paura da doverla ammazzare?

Ci chiediamo: continuare a coltivare la paura per le donne, a costruire misoginia, a fissare nella testa degli uomini (veneti?) l’idea che le donne sono nemiche, cattive, senza cuore, forti (parola spesso usata come fosse un insulto), non è la strada maestra per realizzare una cultura del femminicidio?

—>>>Per verificare il tentativo di addomesticamento delle donne del nord (che va di pari passo al livello di razzismo e fascismo diffusi in quelle zone) basta guardare le cifre delle donne morte in quei territori per mano di uomini. Sono tante di più che quelle del sud. Madri, sorelle, mogli, fidanzate, conoscenti, prostitute, figlie, ex…  

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.