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Gli abbracci spezzati

Gli abbracci spezzati, ultimo film di Almodovar, è un film che parla di sensualità, amore, corpi, e violenza maschile.

Lei è una donna da usare, della quale chiunque può appropriarsi, privata della possibilità di desiderare. Lo stesso furto che in fondo è operato per qualunque donna.

Il furto dei desideri delle donne è un fatto perenne e se le donne osano desiderare sfuggendo alla logica della proprietà meritano solo di essere distrutte, uccise, spezzate.

A Palermo c’è un detto: "t’ammazzu a famigghia e ti strazzu i fotografie" (ti ammazzo gli affetti più cari e ti strappo le fotografie).

Nella logica della vendetta c’è quella di punire chi ha "desiderato" con libertà e c’è anche la volontà di cancellare perfino i ricordi di quel momento.

Nella mente di un uomo che si appropria di una donna e non vuole lasciarla andare non c’è solo l’intento di eliminare lei ma anche quello di cancellare la memoria di ciò che è stato, talvolta sono i figli, i mobili, gli oggetti e le fotografie.

Tra tutte le eloquenti immagini di questo bel film quella che ferisce di più è fatta proprio di abbracci spezzati. La volontà di distruzione di un uomo arriva lontano, a denigrare la memoria della donna che si voleva tutta per se, a ucciderla, a togliere di mezzo ogni segno della sua libertà di scelta.

Ed è con questo che hanno a che fare donne e uomini, vittima anche il figlio dell’assassino, mai libero di scegliere il suo percorso come avrebbe voluto, perchè un uomo violento si appropria e distrugge tutto attorno a se. 

Raccontare la violenza maschile come ha fatto Almodovar è un arte. Perciò vale la pena di vederlo. 

Posted in Omicidi sociali, Vedere.