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Chi sarà la prossima?

In italia non ti puoi separare. Se ci provi i mariti ti ammazzano. Se ci provi: le leggi, come quella sull’affido condiviso, ti stroncano togliendoti tutto, figli inclusi.

Nell’italia che fu del divieto di "abbandono del tetto coniugale" siamo tornate alla punizione civile, sociale, amministrativa, legale e fisica.

La costruzione mentale che porta a questo, come abbiamo più volte dimostrato, non c’entra con i raptus, con la gelosia, con la depressione.

Esiste una cultura del femminicidio che giustifica e legittima la morte di ciascuna di noi. La giustifica e la legittima come fosse plausibile ritenere le donne delle nemiche dalle quali difensersi.

Esiste lo stesso odio che caratterizza le aggressioni per gay e lesbiche e quelle per gli stranieri. Siamo diverse, pensiamo con la nostra testa, non siamo sottomesse, e chi non lo è paga con la vita per questo.

Ne è morta un’altra. Si chiamava Emanuela Vallecchi. Aveva 21 anni e una figlia di 2.

A pensarci bene proprio alla stessa età una di noi ha rischiato di morire. Proprio come Emanuela. Proprio allo stesso modo. E da allora non è cambiato niente anzi tutto è peggiorato.

Vorremmo dire qualcosa di più intelligente e significativo ma l’unica cosa che ci viene da dire è che dentro quella tomba, come in tante altre che custodiscono i corpi delle donne massacrate dai maschi, ci siamo tutte noi. Come cadaveri che camminano. 

Chi sarà la prossima?

Non lo chiediamo perchè stiamo ad aspettare passive senza fare niente ma perchè proveremo con tutte le nostre forze ad impedire che accada ancora. Probabilmente senza riuscirci, ma sicuramente con la determinazione di costruire almeno una cultura che salvi le nostre figlie e le figlie delle nostre figlie.

Con rabbia. Con amore. A pugno chiuso. Insieme.

Update-the next: mentre pubblicavamo il post in rete veniva diffusa la notizia che un’altra donna era stata uccisa con trenta coltellate dall’ex marito!

—>>>Immagine da Riot Clit Shave

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.