La nostra amica Walai ci ricorda che esce la "Ministronza 2" e giustamente aggiunge un punto interrogativo sulle reazioni di alcune donne in occasione del Ministronza 1.
Noi non abbiamo avuto dubbi e non ne abbiamo neppure ora. La Ministronza era ed è un esempio più unico che raro di fare satira fetente (con l’inquadratura delle acrobazie della merda che prova a ‘mprofumarsi), che mette a fuoco il fascismo vero nascosto da comparsate in tivvù e chili di trucco o-naturelle.
E’ una satira che non si è minimamente fatta corrompere dal clima culturale (brutto) alla travaglio. Quello che se non parla dei reati e delle galere non si da pace. Non sogghigna, non sibila, non ci avvelena con moralismi da due soldi e sorrisini incattiviti. Invece è esplicita, chiara, diretta, e sa distinguere e distinguersi in questo pantano di fascismi camuffati.
Per fare satira su un personaggio non deve averci per forza la fedina penale sporca. A legittimare la legalità delle leggi fatte da chi è illegale alla radice ci vuole poco.
Se fai satira su un personaggio come la meloni hai detto agli uomini e hai detto alle donne che con quella lì non si riconoscono mai.
L’abbiamo vista, ultimamente, imbellettata, col capello a boccolo, neanche fosse shirley temple. A momenti ci si aspettava che ballasse il tip tap e si appendesse ad una trave a cantare singing in the rain in romanesco.
A La7 il giornalista l’ha piazzata sulla sediolina con le gambe penzoloni, perchè lei è piccolina, tanto ‘nnocente, ina ina, so youth, so pretty. Le ha chiesto del Ministronza e lei disse che la sua – di lei – persona non può piacere a tutti.
E ci voleva Alessio Spataro a farglielo capire e a fare capire all’italietta dei "sono di sinistra ma anche no" che non è una bestemmia non essere bipartisan. E ‘sta cosa, giusto oggi che leggiamo di certe lettere mandate da certi giornalisti per chiedere libertà d’azione agli squadristi, è talmente importante che neppure vi immaginate.
Riportare alla rozzezza bruta il fascismo, quello vero, che si rifà il look e si permette di parlare di "democra-zia", più che satira legittima e mai censurabile, la riteniamo un raro atto culturale di giustizia.
Perciò grazie, di nuovo, ad Alessio Spataro, perchè ci aiuta a dire che non basta vestirsi di rosa pastello per perdere la puzza di merda e il cuore buio e marcio di un fascista. E grazie perchè ci aiuta a dire che per fare alleanza tra donne per le donne serve distinguere.
Noi nella nostra alleanza ci vogliamo Alessio Spataro. Della Meloni non sappiamo che farcene.
Se vi siete pers* il numero 1 leggetelo. E poi respirate profondamente perchè se c’è ancora un grammo di intelligenza quaggiù, tra noi umani, bisogna difenderla e goderne. Fino in fondo.
—>>>Pazzia.org, Alessio Spataro e il suo Ministronza tour
—>>>giorgiamecojoni.blogspot.org, tutto sul libro satirico più odiato