Da Infoaut (dove trovate anche interventi audio dalla manifestazione)
Bruciato pubblicamente il patto per la vita del neo-governatore.
1500 persone in piazza.
Torino – Pienamente riuscita la manifestazione di questo sabato pomeriggio contro il "Patto per la vita e la famiglia" sottoscritto dal Presidente della Regione Roberto Cota in combutta con le forze più reazionarie della città e della regione.
Circa 1500 persone hanno attraversato le strade del centro di Torino per gridare a gran voce la propria indisponibilità a farsi normare e gerarchizzare da nuovi controllori e vecchie inquisizioni.
Un corteo contro quei biopoteri che oggi, forti delle "vittorie" nell’urna, agiscono sempre più spudorati nell’estendere il proprio dominio ,mixando pervasivamente le nuove possibilità della tecno-scienza (quando si tratta di far vivere "vite" che non sono più o non sono ancora) con quei valori d’antan che la composizione materiale dell’oggi ha seppellito nella pratica quotidiana libera e auto-determinata nella costruzione di relazioni, famiglie, orientamenti sessuali e comportamenti sociali.
Il presidio in piazza Vittorio si è presto trasformato in corteo che ha attraversato via Po e piazza Carlo Alberto per poi concludersi in piazza Carignano dove è stata divelta e poi bruciata la mega-riproduzione cartacea di un Patto per a Vita coi suoi punti programmatici mortiferi ed inaccettabili.
Numerosissimi gli interventi che lungo tutto il corteo hanno ricordato ai presenti curiosi o sbalorditi (i molti turisti-pellegrini di questi giorni) le ragioni della manifestazione, smontando punto per punto le articolazioni infami del Patto: il divieto di utilizzo della Ru486, il finanziamento per le scuole private cattoliche, l’ingresso pervasivo del movimento per la vita in scuole, ospedali e consultori, l’apartheid sanitario contro i/le migranti, l’oscuramento dei Pride e la chiusura di spazi e diritti per gay lesbiche e transgender, il privilegiamento ossessivo della famiglia nucleare eterosessuale.
Una risposta sociale e corale della città di Torino, contro l’insediamento di un governatore che pretende di entrare e regolamentare fin dentro la quotidianità riproduttiva e sessuale di uomini e donne che si vogliono invece libere e liberi. Nonostante l’assedio sindonico che da settimane ha trasformato la città in una maxi-vetrina militarizzata da migliaia di forze dell’ordine (accorse anche da fuori per garantire la pacificazione di qualsiasi spinta contestatrice) le persone che oggi sono scese in piazza (soprattutto giovani e giovanissime) hanno mostrato che esiste anche un’altra torino, poco disponibile al disciplinamento e alle normzioni di Cota e alleati.