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Al trotto, cavalcando l’omofobia a Napoli

http://www.gaywave.it/img/queer-travel-napoli.jpg

Ancora a proposito di fonsmorti VS queer travel a napoli.

Il vomero è un quartiere "alto", chic, uno dei migliori di napoli… quindi si capisce da sè quanto sia importante la presenza, in questo luogo, di un’agenzia di viaggi lgbt

napoli ha un serio problema di omo/lesbo/trans-fobia, e infatti non è un caso che in determinati luoghi della città ci siano pestaggi sempre più frequenti

a napoli ci sono pochi luoghi liberi dall’eterocapitalismo e anche se sono pochi sono mal visti

Detto questo, Fonsmorti non fa altro che cavalcare una cultura e un odio che a napoli è presente e non si può non vederlo. Ovviamente ciò non vuol dire che tutt* i/le napoletan* sono omo/lesbo/transfobic* però è vero che tale atteggiamento è estremamente diffuso, per una cultura maschilista che si fonde con quella camorristica che come sappiamo è, tra le tante cose, estremamente omo/lesbo/trans/fobica.

Credo che se si tenterà di far sloggiare il Queer Travel ci sarà una forte mobilitazione, perchè di certo non staremo a guardare. Ma il problema per me resta la cultura che è retrograda e molto radicata. Ricordo il presidio dell’estate scorsa a piazza bellini, uno dei pochissimi luoghi liberati dall’eterocapitalismo in cui però ci sono diversi gruppi (ultras, fascisti e comunità lgbtq) che spesso vanno in conflitto, o meglio i primi due cercano pretesti per pestare qualcun* solo perchè gay, lesbica o vagamente comunista.

L’estate scorsa toccò ad una ragazza che aveva difeso un amico gay, e per poco con perdeva un occhio. Ricordo il presidio, le persone che c’erano e i/le negozianti che urlavano dicendo che per loro i gay e le lesbiche dovevano contenersi, ovvero non dovevano baciarsi/strusciarsi in pubblico… le parole testuali furono "sti cos è facite a casa vostra"… ci fù una signora che disse "io non sono contro i gay, mio nipote lo è ma non si bacia in mezzo alla strada come fate voi". Questo vi fa capire come a napoli si vive la questione dell’omosessualità… si "tollera" entro certi limiti, non oltre.

E’ assurdo che nel 2010 ci siano situazioni del genere, e non le trovi solo nei quartieri più popolari, ma anche in quelli bene. Il vomero è uno di questi, e io non l’ho mai frequentato molto, proprio per il troppo perbenismo che mi faceva venire l’orticaria.

Avere un’agenzia lgbt proprio lì vuol dire scardinare un pensiero omofobo, vuol dire iniziare un dialogo con l’altr* e mostrargli/le come quest’odio sia inutile e stupido, vuol dire fare cultura. A napoli abbiamo ancora bisogno di luoghi come questi, perchè bisogna intavolare un discorso serio e profondo con la comunità sui temi della sessualità, bisogna fare informazione e scardinare i tabù che sono alla base delle discriminazioni.

Personalmente, nel mio mondo ideale, vorrei che luoghi così non ci fossero, perchè i luoghi devono essere di tutti/e indistintamente dalle preferenze sessuali, cioè non devono essere etichettati… ma per attuare questo ci vuole tempo e soprattutto un’educazione sessuale, basata sul rispetto reciproco, forte e solida. Dato che a napoli questo non c’è, allora questi luoghi sono necessari come l’ossigeno, perchè sono l’unico modo per iniziare a cambiare la cultura/mentalità.

Quindi se Fonsmorti vuole sgomberare la Queer Travel si vedrà una marea di persone pronte a manifestare e a impedire che per il capriccio di un consigliere si chiuda dopo pochi giorni un luogo la cui importanza va oltre la semplice mansione di agenzia di viaggi.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali.


One Response

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  1. marco sbandi says

    Purtroppo è vero che napoli sta tornando ad essere patria del maschilismo piu ottuso grazie anche alla ritirata culturale della sinistra storica ed ai successi del berlusconismo con la vecchia storiella della cultura per i froci, mentre i veri uomini pensano solo ad un organo … Se le coppie omosessuali sono le piu prese di mira, mi domando quante coppie etero che manifestino i loro sentimenti liberamente oggi siano viste con serenita di fronte al dilagare della ipocrisia cattolica in versione pd-pdl con lega annessa.
    Purtroppo è chiaro che una manifestazione ogni tanto non cambia la mentalita e che d altra parte
    farla ogni giorno significherebbe svuotarla di senso. E’ necessario quindi trovare altre forme di lotta e rivendicazione ed anche di comunicazione
    a chi resta ancora fuori dell associazionismo e magari nemmeno lo conosce.
    Temo che l isolamento oggi sia piu rischioso che nei decenni passati e rischi di esserlo sempre piu
    in una epoca in cui, come si scrive sopra, torna
    a riecheggiare nei media la storiella macabra della violentata che se l è cercata.
    Temo anche che l interesse esclusivo di alcune associazioni lgbt per i diritti lgbt non favorisca
    la battaglia per i diritti lgbt ma la indebolisca.
    Oggi piu che mai occorre che diversi soggetti si ribellino ad una dilagante mentalita catto-fascista
    che ha sfondato nell unione oltre che nei suoi ambienti tradzionali.