Skip to content


Spacciatori di vizi legalizzati senza informazioni per l’uso

http://img2.libreriauniversitaria.it/BIT/774/9788884907745g.jpgNon ci volevano certo le confessioni di marco baldini per sapere che il gioco è un vizio e che può mandare in rovina intere famiglie.

Sebbene io preferisca di gran lunga la versione letteraria di dostojevski e i suoi mondi infami fatti di gente infame che viene descritta con umanità devo però provare a ripescare un po’ di figure retoriche di stampo lombrosiano per contestare cose di segno opposto che vedo in tivu’.

C’è l’immagine della bella donna, gioiosa, felice, inebriata, che dichiara di sentire brividi e di ricevere alte dosi di serotonina. Non si tratta di uno spot per il prozac, velenoso a suo modo, ma dello spot televisivo per i punti snai, luoghi di scommesse che esortano scommettitori come se gli stessero vendendo caramelle.

Pensate che la stessa cosa potrebbero fare gli spacciatori di cocaina. Siamo sempre nell’italia che ha mandato ‘affanculo morgan e lo ha costretto ad atti pubblici di contrizione perchè ha parlato di cocaina senza battersi il petto e recitare il mea culpa ogni due minuti. Siamo nell’italia moralista che fino a quando i festini dei politici sono a base di escort allora è tutto ok ma se per caso spunta fuori il termine coca party allora tutti a dire che no, non è vero, siamo tossici di ben altra materia noi.

Lo spot snai l’ho visto ieri notte. Alla stessa ora una rete mediaset presenta il suo repertorio di giocatori da pokermania, tutti ganzi, fighissimi, occhialoni scuri, look e repertorio strapieni di appeal per sponsorizzare un mercato sul quale l’america puritana c’ha fatto una intera città in pieno deserto con i soldi riciclati della mafia.

Noi una capitale del vizio, las vegas, non ce l’abbiamo ma scommetto che c’è chi la vuole fare e in fondo quanti sono i luoghi in cui la gente può andare a fottersi la propria vita e quella della famiglia giocandosi anche gli organi interni?

Non è per dare un dispiacere a chi dice "posso smettere quando voglio" o a chi dice "io so quello che faccio" illudendosi di dire la verità ma io ho visto come riduce il gioco, a rubare soldi ai parenti, affamare i figli che ti deve mantenere qualcun altro, guardare l’orologio in crisi d’astinenza perchè devi stare attaccato al computer a fare scommesse. Giuro che lo so e quando tra la vita e la tua stanza buia a perdere soldi scegli quest’ultima sei già fottuto e non hai più una vita ma solo una parvenza di qualcosa di molto ma molto lontano che non può definirsi tale.

Io li ho visti questi individui fragili in cerca di scintille alle quali affidarsi e sono maschi, femmine, ce n’è per tutti i gusti ma accomunati da un’unica caratteristica: sono idioti! Si, idioti, perchè se non lavori non guadagni un cazzo, perchè se non sudi lo stipendio la fortuna non arriva, perchè le lotterie le vincono solo i fantasmi della tivu’ e perchè c’è la crisi economica, cazzo, sei precari@, disoccupat@, senza un euro e stai fottendo la tua vita e quella di chi ti sta intorno e chi specula sulla tua debolezza è un essere ignobile.

Per me il gioco è merda pura e quindi davvero non capisco: in italia sono bannate le pubblicità delle sigarette perchè il fumo fa male e fa venire il cancro, si manda in galera un ragazzo che si fa una cannetta di marjiuana, dopodichè gli psichiatri spacciano droghe sintetiche chiamate psicofarmaci per qualunque sintomo, la televisione abbonda di pubblicità che rendono il consumo d’alcool una cosa piena di appeal anche per un dodicenne e il gioco viene spacciato per un mezzo utile a raggiungere il paradiso?

Ma sarete un po’ fuori di testa?

Per la serotonina: fate tanto buon sesso, vi fa bene alla salute e ne godrete per giorni.

E agli spacciatori di vizi legalizzati preferiamo l’antiproibizionismo informato. In generale e non solo per i territori che convengono a certi settori dell’economia.

Così come si è preteso di accompagnare l’uso delle sigarette con informazioni precise circa i danni alla salute che provoca, anche le pubblicità che invitano al gioco, o quelle che invitano al consumo d’alcool, dovrebbero informare ma informare davvero, sui rischi, sulle conseguenze e bisogna che si assumano le responsabilità delle conseguenze di quello che spacciano.

In america, antiproibizionista per alcuni versi e proibizionista per altri, una compagnia del tabacco ha dovuto risarcire centinaia di persone che in class action hanno fatto causa e richiesta di risarcimento perchè si erano ammalati di cancro. Il difetto era la disinformazione e la compagnia ha dovuto pagare su quella.

Noi invece non abbiamo una via di mezzo. Vendere alla luce del sole è meglio del mercato nero, offre più garanzie, ma chi paga per la cirrosi epatica che procura l’alcool? Chi paga per le tante vite rovinate, i suicidi causati dal gioco?

Tutta questa merce in vendita dovrebbe essere accompagnata da avvertenze e informazioni corrette. L’alcool, il gioco, procurano dipendenza. Fanno male alla salute e al portafoglio. Le persone che fanno uso di alcool e quelle che giocano non hanno un solo grammo di appeal. Sono spesso gente sfinita, finita, scassata. 

Il mercato dei malesseri e delle cure dai malesseri è viziato (i tanti business psichiatrici in cui il medico imbottisce di psicofarmaci chi è dedito alla dipendenza da alcool o da gioco). Merda che genera altra merda in un meccanismo senza fine che è tipico delle economie liberiste.

Pretendete informazioni, non accontentatevi di semplificazioni banali e false. Siete consumatori? Siete clienti? Pretendete un trattamento migliore. Altrimenti, quando tutto andrà male, troverete soltanto un cumulo di stronzi che vi diranno che è tutta colpa vostra, che non c’è nessuno che vuole assumersi la responsabilità dei vostri guai e che dipende da te… che sei stato così scemo da credere che davvero andare a giocarti la vita avrebbe potuto darti una dose di serotonina.

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.