Oggi una sorella, una compagna, una femminista come noi ci ha scritto per chiederci chi siamo, che facciamo, dove andiamo, un fiorino.
Ce lo chiedono spesso e a turno abbiamo tentato di dare una risposta. Qualche volta il "chi siamo" sfugge anche a noi perchè non capiamo quanto e come siamo sole o in compagnia e allora tutte le nostre sorelle e i nostri fratelli arrivano a ricordarcelo come si fa tra ottimi amici e ottime amiche perchè un attimo in cui sei disorientat@ capita a tutt*.
Noi sappiamo chi siamo e l’abbiamo anche scritto e tante e tanti sono d’accordo e però c’è questa esigenza di dare un appellativo, una collocazione, un modello che più ci pensiamo e più ci sta stretto.
Io posso dire cosa è femminismo a sud per me che sono una di quelle che è arrivata a progetto iniziato e alla quale le altre che già c’erano prima di me hanno detto che femminismo a sud è come la vedo io perchè è quello che rappresenta per ciascun@ di noi senza che vi sia una regola o una definizione valida per tutte.
Allora provo a raccontarvelo.
Femminismo a Sud non è una organizzazione, non è una associazione, non è niente di formale, non è un club, un collettivo nel senso classico del termine, non è un partito. Non ha statuto nè gerarchie. Non c’è rigore militare nè torture per chi la pensa diversamente.
Abbiamo dei punti di vista in comune, valori imprescindibili da cui partire, ma per me FaS è il posto al quale sono approdata dopo tanto peregrinare in web e quando l’ho visto ho detto "allora dio esiste!". Sono stata immediatamente smentita da chi c’era prima di me e mi fu risposto che "no, qui dio non trova sede perchè nessuna è disposta a lavargli le mutande, però ci sono tante fikesicule".
Non sono una ragazzina, sono forse una tra le più grandicelle, ho famiglia e figli e FaS mi sembrò un angolo di paradiso, un rifugio, un posto caldo e accogliente nel quale c’era qualcun@ che si preoccupava per me. E’ stato così, lunghe mail e tante chiacchierate per capire che qualunque cosa fosse io volevo farne parte.
Vengo da una esperienza di partito di sinistra che ho lasciato tanti anni fa. Mi stanno strette tutte le organizzazioni associative perchè alla fine sono esattamente la stessa cosa, hanno gerarchie interne, autoritarismi e congressi e volontà di controllo. Non mi piacciono molto neppure i movimenti perchè li ho attraversati e alla fine si creano i soliti schemi e si vivono le solite beghe.
Allora mi serviva un posto che non si chiama in alcun modo che è fatto da chi torna mazziat@ perchè arriva da una manifestazione, da chi partecipa ad associazioni e movimenti e da chi legge e rilegge libri e studia per spiegarsi e raccontarci com’è fatto il mondo. Femminismo a Sud è semplicemente Femminismo a Sud. Se abbiamo voglia di dire qualcosa ci firmiamo "le fike sicule", se ci scambiamo delle idee quelle idee finiscono in un post che una di noi, a turno, riassume e se ci sono delle battaglie da fare quel brand si dissolve perchè l’unico marchio che vogliamo è quello rappresentato dalla nostra lotta e dalla nostra voglia di resistere sempre.
Chi Siamo? Le Fike Sicule. Che facciamo? La resistenza. Facciamo anche rete, mischiamo le carte, ragioniamo, pensiamo, analizziamo, lottiamo, condividiamo saperi e consapevolezze, culture, storie ed esperienze. Poco virile? Non ce ne frega niente. Noi cresciamo come ci pare e diamo il contributo che possiamo e vogliamo dare. Però anche noi abbiamo le nostre zone rosse da abbattere e le nostre brave vetrine da spaccare. Ci sono tutte le zone antifemministe che per quanto mettano impegno, con manganelli e idranti virtuali, ci vedono ancora a scavalcare muri e a demolirli. Ci sono tutte le zone sessiste che ancora soffrono per lo schianto delle loro belle vetrine luccicanti che abbiamo ridotto in frantumi.
Che cos’è per me FaS? Non ho bisogno di una definizione. So che è uno strumento che mi da forza, che mi ha regalato tante consapevolezze, che mi ha fatto crescere e che mi ha regalato la cosa più essenziale di tutte: potrei farne a meno perchè mi ha insegnato a inventarmi altri mille spazi diversi, uguali, più belli, più forti. Mille case virtuali per le donne come me, per gli uomini che vogliono stare con noi. Ed è la meraviglia più bella quella di parlare con le altre ed essere felici per ogni nuovo spazio di donne intelligenti che nasce e cresce e si moltiplica e offre strumenti ad altre e altri all’infinito. Mi ha regalato la forza delle idee, granelli di autostima, sicurezza, calore, umanità, affetto, solidarietà vera, sorellanza che la leggi dappertutto. Mi ha regalato la consapevolezza delle battaglie che faccio, di quelle delle quali neanche ero consapevole, quelle che faccio ovunque, al lavoro, in casa, per la strada, al semaforo, ribellandomi ogni momento per non subire prevaricazioni e tornando a casa la sera a schiena dritta, senza che nessuno abbia mai potuto spezzarla perchè a sostenerla c’erano tutte le mie sorelle.
Questo è secondo me e non so come la pensano le altre e gli altri, le tante persone che ora sono iscritte nella mailing list e che ragionano con noi di tutto e di più.
E comunque, non so quando, forse, alla prossima manifestazione, non so le altre, ma mi piacerebbe vederlo uno striscione di Femminismo a Sud per ritrovarci tutt* lì, qualunque cosa sia.
—>>>In alto la foto di Tano D’Amico che non gli diremo mai grazie abbastanza per quanto ci rappresenta e ci fa stare bene!
😀
ma che bello quello che hai scritto!
tocca farlo tutte? noooooo…
io il mio “chi siamo” lo dirò solo in punto di morte 😛
scherzo…
grazie per questo ottimo risveglio.
per virginia: la foto di testa è da sempre identificata in basso. trovi titolo e nome dell’autore.
ciao 🙂
Ciao,
grazie per questo post.
Sono d’accordo quando dici ragioniamo, pensiamo, analizziamo, lottiamo, condividiamo saperi e consapevolezze, culture, storie “: è stato lo stesso anche per me da quando ho scoperto FaS.
Purtroppo, la mia condivisione è solo via web, e mi manca davvero una sorellanza fisica, non solo della mete e delle idee.
Grazie anche per aver identificato la foto di testata, che mi è sempre piaciuta tantissimo e di cui mi sono sempre chiesta l’autore.