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Deportazioni

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E’ una italia persa la nostra. Alimenta e non sa affrontare i conflitti sociali. Istiga razzismo per liberarsi presto di persone il cui documento di identità dice che vengono da lontano. Mette le persone, le donne, in una condizione di fragilità tale da consentire che siano in balia di uomini che usano il loro potere per molestarle e ricattarle impunemente e poi si libera delle vittime, ree di essersi ribellate agli abusi e di voler parlare per dire tutto quello che subiscono.

Ieri la notizia che vogliono espellere Joy, Hellen, a breve, testimoni scomode che accusano un poliziotto, un sorvegliante nei Cie, di ricatti sessuali. Ci sono stati presìdi a Milano e Bologna.

Oggi altre iniziative a Roma e Torino per opporsi alla deportazione.

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Da Liberazione

Denunciò agente per violenza, oggi l’ espulsione in Nigeria

Ha denunciato per violenza sessuale un ispettore di polizia del centro di identificazione ed espulsione di Milano. E oggi, con molta probabilità, prenderà un volo per la Nigeria. Espulsa.
Joy, ventotto anni, nigeriana, nei giorni scorsi era stata trasferita dal Cie di Modena a Ponte Galeria (Roma) dove ha ricevuto la visita del personale dell’ambasciata nigeriana che ha concesso il nulla osta alla sua espulsione. Con un annuncio inequivocabile:«Domani prenderai l’aereo».

A poco è servito l’intenso lavoro degli avvocati Losco e D’Alessio, che continuano a denunciare «le stranezze» della vicenda e parlano di «canale negativo privilegiato». Joy dovrebbe rimanere in Italia, e non solo per seguire il procedimento a carico dell’ispettore che, come ha raccontato la ragazza, nei primi giorni di agosto 2009 sarebbe entrato nella sua stanza al Corelli e avrebbe cominciato a toccarla. La ragazza, a Modena stava cominciando le pratiche per denunciare i suoi sfruttatori e ottenere così un permesso di soggiorno solitamente riconosciuto alle vittime della tratta.

Nemmeno quello è servito. E non basta neppure, alle autorità italiane, che il giudice di pace di Como debba ancora pronunciarsi sul ricorso contro l’espulsione presentato dai legali.
Le «stranezze» della storia di Joy sono molteplici. Condannata per la rivolta al Corelli dello scorso 13 agosto e rinchiusa nel carcere di Como, negli ultimi giorni prima del suo rilascio la direzione della penitenziaria vietò ai suoi avvocati di incontrarla perché, a loro dire, la ragazza aveva deciso di cambiare legale. Il giallo fu risolto pochi giorni dopo, su insistenza di Losco e D’Alessio: Joy non aveva revocato l’incarico, era stato un «errore burocratico».

Fortunatamente, prima della scarcerazione, riuscì a vedere Losco e formalizzare la denuncia per violenza sessuale nei confronti di Addesso. Il fascicolo, affiancato a quello per calunnia presentato dall’ispettore contro Joy, deve ancora essere assegnato. Il 16 febbraio, alla scadenza della pena, fu scarcerata alle due del mattino, di nascosto, e portata velocemente alla Questura di Como e poi, altrettanto velocemente al Cie di Modena. E’ stata anche avanzata una richiesta di permesso di soggiorno per motivi di giustizia, ma finora la Procura non ha dato una risposta. E nessuna risposta dalla Questura di Roma, alla quale i legali hanno inviato un ultimo fax per scongiurare l’espulsione. «Non l’abbiamo mai ricevuto», dicono.

Insomma, una serie di coincidenze negative che fanno pensare agli avvocati che «un interesse superiore» si sia mosso per allontanare definitivamente Joy dal suolo italiano ed evitare che sia presente al primo eventuale processo di una straniera rinchiusa nei Cie contro un agente accusato di violenza sessuale. Quella notte, al Corelli, la compagna di stanza della donna vide tutto. Si chiama Hellen, ed è rinchiusa a Ponte Galeria in attesa, anche lei, di espulsione. Sarà molto difficile riportare Joy in Italia. Per farlo occorrerà un visto di ingresso, e le procedure sono farraginose. Per protesta contro l’imminente espulsione di Joy, gli antirazzisti milanesi hanno deciso di volantinare a piazza Cadorna «perché è evidente che la Questura di Milano vuole evitare il processo contro l’ispettore».

Laura Eduati
in data:18/03/2010

Posted in Anticlero/Antifa, Fem/Activism, Iniziative, Omicidi sociali, Precarietà.