Non so bene da dove cominciare questa lunga serie di riflessioni. Intanto sono felice che sia chiaro che l’antirazzismo non si "arresta". Subito dopo però la felicità diventa amarezza perchè è davvero un cattivo momento quello in cui si è costretti a gioire di un risultato scontato che pure è un compromesso tra il buon senso e la cattiva corrente razzista attuale rivestita di una patina di legalità.
Perchè vedete, se un razzista arriva in parlamento e fa diventare legge la discriminazione razziale, (ma lo stesso si potrebbe dire per la discriminazione sessista, quella operata su donne, gay, lesbiche e trans), se persone piene di pregiudizi fanno leggi basate sulla cattiveria contro altri esseri umani il confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato non è più la "legge".
C’è l’obiezione di coscienza. C’è la disobbedienza civile. C’è l’umanità che deve farsi carico della responsabilità del mondo quando il mondo sembra essere in mano a irresponsabili carnefici.
Se un razzista sta al potere l’antirazzista sarà sempre definit@ sovversiv@. Se il sessista sta al potere l’antisessista sarà sempre definit@ sovversiv@. Se il fascista sta al potere l’antifascista sarà sempre definit@ sovversiv@.
Ma chi ha ragione? Chi ha torto? Chi agisce per il bene dell’umanità? Chi invece per sfruttarla, sottometterla, controllarla?
Quando in una nazione ci si trova a dover fare queste distinzioni siamo già in un paese totalitario. Se per permettere la sopravvivenza ad un altro essere umano, un immigrato, devo scegliere se obbedire alla legge oppure no si tratta di totalitarismo.
Se c’è qualcuno che controlla tutte le fonti dell’informazione, tutte le principali distribuzioni dell’industria culturale, tutti i canali televisivi, tutti gli organi di garanzia, che se non li controlla comunque cambia le leggi per aggirarli, siamo già nel pieno del totalitarismo.
Ed è di questo che si dovrebbe parlare ogni giorno. Dovrebbero parlarne tutti, dovrebbero preoccuparsi, perchè il futuro è compromesso, il presente è una finzione, i dibattiti sono inutili talkshow, la politica non esiste, i sindacati non assolvono a nessuna funzione precisa perchè per quanto cerchino di metterci la pezza comunque non possono ammortizzare il conflitto sociale che è ampio e grande e tutto questo anche per responsabilità loro. Dovrebbero essere concentrati su una società che è in declino, una ridicola copia delle più patetiche dittaturine in cui poco ci manca che il centro destra minacci gli elettori con le armi per farli stare zitti, per non permettere a nessuno di esprimere le proprie idee e per sfruttare teorie complottiste e vittimismi di quart’ordine per indurre il loro fanatico "popolo" alla rivolta.
Viviamo nella paura che un giorno, chissà come e perchè, forse per culo o perchè quelli del pdl un po’ sono distratti e non rispettano regole e orari, la sinistra possa vincere un cazzo di turno elettorale e allora i totalitaristi cominceranno a dire che è stata una truffa, un trucco dei presidenti dei seggi elettorali, che tutti sono contro di loro, che i giudici e i coglioni che votano a sinistra eccetera eccetera e continueranno ad istigare il "popolo" a prendere le armi perchè ad alzare la tensione ogni giorno in questo modo finirà che il panettiere all’angolo non mi farà più neppure entrare nel panificio se porto in mano una copia di "Liberazione" o del "Manifesto".
Quand’è che avremo ragione noi? Quanto può andare avanti questa storia? Chi sostiene questo gruppo di potere che eccede in questi umori eversivi? Perchè si tratta di eversione nera al governo ed è minacciosa e temibile e non lascerà mai spazio a nessuno e se c’è qualcuno che ancora crede che ci sia spazio per qualunque gioco democratico si sbaglia.
Io sono femminista, odio i machismi, mi fanno schifo le armi e voglio sapere se mi è permesso essere culturalmente partigiana di un mondo che continuamente mi violenta, mi offende, insulta la mia intelligenza e mi impedisce di guardare al futuro con serenità.
Parlo di me perchè mi interessa di quello che mi accade attorno e non riesco a chiudere gli occhi neppure per un istante. Perchè non riesco a dividere il mondo in bianchi e neri e non riesco neppure a concepire la mia lotta se non unitariamente a quella di ogni altra classe oppressa di questo mondo.
Non posso dire che il mio corpo sia sfruttato perchè non lo è più di quanto non lo sia quello di un immigrato che raccoglie pomodori per 16 ore al giorno. Non lo è più di quello di un operaio o di un precario che per 1000 euro al mese lavora ininterrottamente per tutta la settimana senza lamentarsi.
Il mio corpo è sfruttato tanto quanto quello degli altri e la connotazione di genere che assume la violenza che subisco, che nel caso delle donne è sessuata, è femminicidio costante perchè è violenza alle donne in quanto donne, comunque non mi fa ritenere che la mia libertà possa prescindere da quella degli altri.
Lo abbiamo già detto: nessun@ dovrà mai più essere sottomess@, sfruttat@, discriminat@. Non sono solo parole, è quello che vorremmo.
Io non sarò mai libera se mia sorella immigrata e mio fratello straniero non sono altrettanto liberi. Altrimenti parliamo di inutili recinti e in quei recinti non vive bene nessuno.
Non mi interessa essere "sorvegliata" per "il mio bene". Non mi interessa tenere gli stranieri con il muso attaccato al filo spinato che mi circonda perchè la prigione non fa per me ed è questo il luogo in cui viviamo. Una prigione nella quale io assieme ad altri siamo di proprietà di qualcuno che decide della nostra vita e della nostra morte, della nostra libertà o della nostra prigionia. Mi interessa avere un muro sopra il quale posso scrivere per comunicare con il mondo e dire che anch’io, dietro questa patina di grosse bugie, esisto e ho pensieri miei, e lotto per una battaglia che è la mia unita a quella di altre persone sulla cui pelle non passerò mai. Non costruirò mai un mio diritto su una privazione altrui. E devo trovare un muro su cui scriverlo perchè è importante che si sappia che questo mondo non è fatto tutto di egoisti.
Sono orgoglios@ di NON essere egoista. Sono orgoglios@ di NON essere cattiv@. Sono orgoglios@ di voler condividere, crescere, lottare assieme ad altr*.
Dividere equamente le risorse con gli altri non è "buonismo" come lo definiscono quei fanatici razzisti della lega. La cattiveria non è un "valore". Il valore è la "condivisione". Il valore è quello del quale siamo portatori e portatrici noi. Abbiamo ragione, dobbiamo esserne convinti. Sappiamo che è così.
Bisogna dirsele queste cose e dirsele chiaramente perchè il mondo in cui viviamo bisogna vederlo per quello che è anche se non ci piace.
Per tutti quelli che invece vogliono rincoglionirsi di cazzate basta che seguano minzolini e i canali mediaset. Lì le balle volano notte e dì.
—>>>Gli arresti per antirazzismo sono stati fatti anche a Catania dove 9 persone sono agli arresti domiciliari per aver ospitato, sfamato e accolto migranti senza chiedere se avessero il permesso di soggiorno oppure no.
—>>>foto da riot clit shave
bellissimo post… condivido ogni singola parola e trovo interessanti le riflessione sull’altruismo, sul volere la libertà di tutti/e, sul totalitarismo che è evidentemente in atto… tutto ciò accade per un motivo in diversi paesi europei… e questo mi fà paura. Credo che la crisi finanziaria abbia aiutato questa gentaglia, perchè il mondo è caduto nel panico e loro con parole come “più giustizia” “più sicurezza” “più libertà” hanno fatto i porci comodi loro… e poi c’è l’annientamento del pensiero critico, della capacità di formulare pensieri diversi da quelli dettati dal regime… e credo che questa mancaza sia la causa prima di ciò che accade. Non siamo più in grado di distinguere ciò che è giusto e ciò che non lo è, non siamo più capaci di guardare la storia e capire che le cose si stanno ripetendo, che stiamo ritornando indietro… ci hanno divisi, ci hanno messo gli/le uni/e contro gli/le altri/e, hanno fomentato una battaglia tra poveri/e, tra sfruttati/e proprio per impedirci di insorgere, di fare quel famoso “due più due” e capire che stanno lavorando solo per loro, per mantenere il loro status di potere assoluto che ci toglierà tutto. Questo bisogna farlo passare, farlo capire a tutti/e perchè se non riusciamo a capire questo allora non riusciremo mai a liberarci di tutti i possibili totalitarismi.
yes. il punto è che la bontà è diventata illegale. va detto.
su tutto il resto sono d’accordo. metodi e pratiche restano quelle femministe e non machiste ma sui contenuti ok.
Il problema è: a chi si sta rivolgendo questa domanda di “egalitè” (che fa parte della trinità uscita dalla Rivoluzione francese, la nota rivoluzione borghese)? Agli stessi “muratori” che stanno fortificando le mura della prigione sociale. Finché si chiederà uguaglianza non si elimineranno le mura che ci tengono reclusi/e. Le mura vanno abbattute. Finché si farà appello alla solidarietà e alla bontà d’animo si riceveranno solo calci. Bisogna avere il coraggio di lottare contro il sistema (capitalista) che articola tutte queste finzioni con le nostre bocche, che ci educa (anche con l’ipnosi televisiva) a parlare col suo linguaggio. Come ho già scritto in un altro commento, la lotta contro il totalitarismo (che io chiamerei più “dittatura”, “dispotismo”) fortifica e valorizza la finta democrazia totalitaria che viviamo (e che occasionalmente crea a bella posta i suoi dittatorelli locali)… Occorrerebbe, secondo me, colpire proprio la democrazia borghese e capitalista… che secerne tutti questi mostriciattoli patriarcali (anche solo cominciando a capire in che modo subdolo e contraddittorio questo avviene). Ma finché continuiamo a rivendicare diritti (invece di screditare il tutto: banche, capitale, lavoro, denaro, ecc…) è come se chiedessimo pietà al boia.
O se continuassimo a chiedere all’America di “difenderci” dal risorgente fascismo latino (lo fecero senza alcun interesse, infatti!).
Comprendo le modalità di protesta egalitaria solo alla luce della ricerca di una base di consenso più ampia possibile… Al limite si potrà accedere al potere legiferante del parlamento per migliorare qua e là le condizioni più odiose di sfruttamento e discriminazione… tanto per continuare a oliare meglio i meccanismi e andare avanti globalmente così… tra violenze private e devastazioni pubbliche più o meno accettate col consenso di tutti.
Questo articolo mi ha emozionato e colpito tantissimo. Ma soprattutto sento di dover fare mia questa frase:”Io sono femminista, odio i machismi, mi fanno schifo le armi e voglio sapere se mi è permesso essere culturalmente partigiana di un mondo che continuamente mi violenta, mi offende, insulta la mia intelligenza e mi impedisce di guardare al futuro con serenità.”