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Voi fate figli: la mafia è cosa da uomini!

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I vescovi hanno scritto un documento sul sud. Leggiamo che hanno dedicato molte pagine alla donna.

Noi, in quanto donne del sud, postcoloniali, per locazione o per posizionamento spontaneo, siamo ben liete che qualcun@ si occupi di noi. Quando se ne occupa la chiesa però un po’ lo temiamo perchè è come se volessero imprigionarci in un dato etnico-culturale, oltrechè di genere.

In sintesi dicono a proposito della donna del sud:

"erede di una storia spesso segnata da sofferenza ed emarginazione, la
donna costituisce per il Sud un’importante risorsa per la crescita e
l’umanizzazione della comunità. Molte però – per la Cei (conferenza episcopale italiana)- sono le
barriere ancora da superare, sia sul versante culturale che su quello
sociale. Sussistono infatti visioni inaccettabili, come quelle alla
base di un certo familismo o di una svalutazione della maternità e, più
di recente, del ruolo di primo piano che le donne vengono a rivestire
nella criminalità organizzata
".

Ovvero scopriamo che ci delegano l’umanizzazione del sud. Donna del sud secondo i vescovi sarebbe uguale a donna terapeutica contro la disumanizzazione. Siamo balie di tutto il meridione e se il meridione sgarra sono cazzi nostri. Non si richiede dunque una responsabilizzazione di tutti ma si delega alle donne un compito preciso. 

Detto ciò si spingono oltre e segnalano gli esempi negativi da non seguire. Pare che nel sud ci sia un certo familismo (amorale?), ovvero quella condizione che spinge le famiglie ad agire in quanto clan, mai dunque nell’interesse di tutta la comunità (ma và?). L’altro difetto pare essere in contraddizione con il primo e viene denunciato nella "svalutazione della maternità" e questo dato verrebbe a coincidere con il ruolo di primo piano che le donne andrebbero a rivestire nella criminalità organizzata.

Vediamo se abbiamo capito bene: è un problema il familismo ma le donne devono fare le madri di famiglia e però se nell’esercizio della loro funzione poi si ritrovano a sostituire marito e figli affiliati alla mafia non va bene?

Ci sembra una acrobazia con triplo salto mortale ma è molto interessante vedere come viene indicato alle donne di essere parte di una famiglia senza lasciarsi coinvolgere nelle dinamiche di quella stessa famiglia. Dobbiamo partorire e non partecipare. Partorire e non decidere. A nessuno viene in mente comunque che tantissime donne del sud (tipo noi!) non solo non hanno quella visione amorale della famiglia, lottano contro quello stesso modello familiare, non fanno le madri perchè non ne hanno voglia o perchè non hanno soldi e lavoro, quando le fanno determinano e decidono senza essere boss mafiose (che idea!) e certamente non rivestono ruoli di primo piano della criminalità organizzata. Come dire: le donne del sud non sono donne di mafia in carriera intente a svettare i vertici della cupola e perciò non intenzionate a fare figli come le donne del nord non sono donne d’impresa in carriera eccetera eccetera (siamo sicure che la mafia non sia anche a milano?). 

Non solo, i vescovi dicono ancora:

"Analisi aggiornate
attribuiscono inoltre alle donne posizioni di marcato svantaggio nel
superamento della disoccupazione e dell’inattività, con il risultato di
vedersi riconosciuti meno diritti e inferiori opportunità". Eppure, per
i vescovi, "la società meridionale è tuttora fortemente debitrice nei
confronti della donna" e quindi "il Mezzogiorno non può fare a meno
dell’originale e feconda partecipazione femminile per un suo sviluppo
autentico e inclusivo
".

Ovvero: da un lato ci dicono che sono dispiaciuti che le donne del sud siano così disoccupate. Dall’altro però ci allisciano dicendo che il sud ci deve molto e che in un certo senso non può fare a meno di noi.

Ed effettivamente ci chiediamo come farebbe il sud senza le donne che vanno a fare le notti in ospedale per assistere i parenti, senza le donne che accudiscono figli, mariti, genitori e suoceri, senza le donne "feconde" che continuano a fare da balia ad un quarto della nazione sostituendosi a tutto e a tutti.

E tutto ciò che sanno dire è che non devono aspirare alla cupola mafiosa e che devono continuare a fare figli?

Davvero notevole. Complimenti.

Qualcun@ dica ai vescovi che nel sud ci servono casa, lavoro, servizi, consultori, ospedali efficienti, centri antiviolenza, campagne di promozione contro la violenza maschile sulle donne, e molte altre cose.

Le donne sono balie di tutto il mondo. Quelle del sud non sono che una parte di esse. Se qualcun@ volesse restituire qualcosa si farebbe molto di più che sollecitare natalità e rimettere in riga circa le uniche forzate forme di schiavitù determinate possibili. O stai in famiglia o non ci stai. Se obblighi le donne a fare parte di un clan poi non puoi dirle che all’occorrenza non deve assumerne il timone. E’ la "famigghia" il problema, e non i ruoli che all’interno di essa le donne sono costrette o scelgono di assumere.

Aldilà del fatto che la mafia ci fa schifo, per quello che rappresenta e per quello che è, tutto ci aspettavamo meno che la chiesa sentisse il bisogno di venirci a dire che la mafia è cosa da uomini. Ma non è che i credenti maschi sono andati in massa dai vescovi a chiedere di rimettere in riga le mogli?

—>>>La vignetta viene da qui

Posted in Anticlero/Antifa, Pensatoio.


2 Responses

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  1. fikasicula says

    ahahahah
    infatti è che la miniera che produceva la produzione donna-del-sud è finita quando è nato questo blog 😛

    a noi chiederanno un risarcimento danni, altro che crediti e debiti!

  2. si-culo says

    ma suvvia, parlavano della Donna-del-Sud, quella creatura mitologica che secondo gli antichi si estendeva da avellino a lecce e con un piede arrivava fino a marettimo…
    (infatti scrivono che la Donna per il Sud è una grande risorsa [e le risorse si sfruttano, ndr] e il Sud le è debitore*, mentre le donnE sono svantaggiate o criminali – che singolare rivelazione!)

    *mai una volta che il sud sia creditore, la Donna-del-Sud è tanto poco “del Sud” (e infatti mi pare che sia vaticana) che il Sud le deve qualcosa – e solo a lei, alle altre no.