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La Rai è sessista: le donne devono essere risarcite!

http://24usd.com/images/2615.jpgOggi ho chiesto a mia madre, una donna di settanta anni, di venire fuori a fare un giro per sgranchirsi un po’ le gambe, per respirare. "Tuo padre ha bisogno di me", mi ha detto. "Può restare con lui tuo figlio che è chiuso in stanza a non fare niente…". "Lui non è buono a fare certe cose…". Ed è così, tra una battuta rassegnata e un’altra di autoincensazione per la "capacità" di svolgere un ruolo di cura, che mia madre condanna se stessa a non abbandonare quella poltrona e quella stanza tranne che quando ci sono io, altrettanto femmina, che – lei ne è sicura – sono stata addestrata apposta per queste evenienze.

"Vai pure…" – mi concede lei – "esco più tardi a fare la spesa, quando tu torni". Donne di famiglia a presiedere il fortino. Uomini di famiglia a farsi sorvegliare o a stare chiusi in stanza, immersi nel proprio dolore e nella propria crisi esistenziale.

Decido che non vado da nessuna parte e resto con lei. Voglio vedere di cosa è fatta la sua giornata. 

Televisione accesa. Rai due. Un film per la tv chiamato comanche moon. Una vera merda pagata e trasmessa grazie ai soldi del canone che anche le donne sborsano.

Mi lamento e lei mi dice che posso scegliere. Faccio un giro per altri canali e tutto quello che i palinsesti televisivi offrono sono filmini e telefilm a base di testosterone. Uomini. Maschi. Supereroi, investigatori, poliziotti, sceriffi. Non una donna che non somigli ad un uomo quando è protagonista di qualche storia o che non sia una piagnona in attesa di soccorso se fa la co-protagonista.

L’offerta di intrattenimento che offre la tivu’ fa schifo, è interamente sessista, e mi concentro sulla tivu’ di stato perchè pago anch’io per mantenerla in vita senza poter scegliere il suo palinsesto e se anche la lasciassi totalmente in mano ai privati e alla pubblicità sarebbero le aziende a dettare legge, sarebbero loro a scegliere quali messaggi culturali inviare agli spettatori e alle spettatrici.

La storia di comanche moon è semplice, un plot per niente originale, come tanta altra merda americana che avete visto e che vi ha allevato, educato, cresciuto apposta per pensare alcune cose invece che altre. Gli ingredienti sono sempre gli stessi: ci sono i texas ranger, gli indiani cattivi ma che grazie ad una visione psichiatrizzata della storia possono godere della incapacità di intendere e volere a causa dei traumi infantili (i bianchi hanno ammazzato come minimo le loro famiglie), indiani che in ogni caso sempre cattivi restano e che in fascia protetta (pomeriggio), ovvero quando i bimbi guardano, vengono mostrati nel pieno delle loro attività che i bianchi, ovvero i colonizzatori, descrivono in una serie di mutilazioni, stupri, decapitazioni, devastazioni, saccheggi delle città popolate da "povera e brava gente bianca".

Gli uomini della storia sono roba da museo ma che sopravvive ancora in tanti pezzi di cultura interiorizzata dalla quale è difficile disintossicarsi. Le donne le ho osservate attraverso le espressioni di mia madre, a seconda di quelle con le quali si identificava e di quelle che invece mostrava di disprezzare.


Ne ho viste quattro
: la prima, una donna che paga pegno per essersi prostituita, incinta, che convive con un texas ranger che però non vuole saperne di sposarla perchè il bestiame deve essere vergine prima del matrimonio e per marchiarlo a fuoco ci vuole la certezza che altri marchi non siano visibili. Mia madre ha concesso una battuta di biasimo nei confronti della "poveretta" che se non fosse stata considerata "poveretta" non si sarebbe meritata neanche un sospiro, niente. Puttana e basta. Giammai persona, essere umano.


La seconda
: la figlia di due tizi proprietari di un negozio che sarà devastato dagli indiani. Lei ama un texas ranger, focoso, ubriacone ma sincero (perchè i violenti, focosi, ubriaconi in questi film sono sempre sinceri). La madre invece le consiglia di diventare moglie di un facoltoso maschio di città che viene descritto come il male (perchè in questi film quelli dai modi buoni, di classe, che hanno studiato e che non sputano, sono sempre descritti come il male, invece i vaccari, quelli che si arricchiscono sfruttando terre e bestiame o che diventano miliardari con il petrolio sono descritti come "chi si è fatto da solo" – e non si capisce perchè mai si descriva come solitudine il sovraffolamento di gente di ogni etnia sfruttata da questi pidocchi arricchiti). Mia madre è d’accordo con la madre del film.

La terza: la donna di un ranger che non si capisce se è vergine o meno ma nel film – in fascia protetta, più o meno alle cinque del pomeriggio – viene stuprata dagli indiani e la si vede barcollare dispiaciuta mentre estrae una freccia che era conficcata nella sua pancia. Dispiaciuta di non essere morta perchè il suo problema più grande è chiaramente lo stupro. Non perchè lo abbia subito ma perchè le ha tolto l’onore. La scena successiva è quella in cui lei lo dice al suo uomo comunicandogli che dunque non potrà più sposarlo e lui si impicca perchè non può sopportare il dolore inferto A LUI per lo stupro che ha subito LEI. La battuta che sugella l’evento ("Lo ha fatto perchè lei è stata stuprata") viene messa in bocca al nero, l’afroamericano integrato, perchè la misoginia e il sessismo siano cosa diffusa e diventino elemento di patti tra maschi, al di la’ di etnie e religioni, che si riconoscono nel concetto maschilista "non toccate le nostre donne". Mia madre in questo caso avrebbe potuto sorprendermi e invece fa: "che stupido, in fondo non è stata mica colpa sua (di lei)?". E torna il concetto di "colpa" per cui se la dai spontaneamente sei una puttana da disprezzare e se ti stuprano puoi essere compatita. Dimenticavo che nel film lei, la donna stuprata, dice: "è stata colpa mia perchè lui (riferito al suo uomo) mi aveva detto di tenere sempre con me la pistola…". Una sorta di omissione di difesa. Se non giri armata sei una che se la cerca. L’obiezione di coscienza e il rifiuto delle armi quindi per la cultura americana non sono ammissibili.

L’ultima donna è chiaramente l’arpia. Figlia del proprietario più ricco della zona, sa sparare, si difende dagli indiani senza chiedere favori a nessuno e senza aspettarsi di essere salvata, sa quello che vuole, è lei che sceglie gli uomini con cui fare sesso e le piace pure. Mia madre sintetizza così la visione di questo tipo di donna: "indegna". Evito di chiederle di cosa avrebbe dovuto essere "degna" per non farmi del male e rifletto sul fatto che l’unica donna che si autogestisce, che ha studiato, è colta, che si difende e autodetermina la sua sessualità viene descritta come la cattiva del villaggio. E’ più cattiva lei che la prostituta redenta. Una donna che si autodetermina è la più cattiva tra le cattive. Roba da sterminare alla prima occasione.

Il film tv è finito con la minaccia dell’annuncio di altre puntate (è una miniserie) che seguiranno e io non posso fare a meno di chiedermi quanti soldi sia costato, quanto costi trasmetterlo, quanti dei miei soldi impiegati nel canone finiscano in roba sessista di questo genere.

Decido che guarderò con attenzione la televisione di stato e che apprezzerò di più quelle donne che non trovando nulla di loro gusto da vedere nella tivu’ decidono di produrlo, realizzarlo.

Per esempio: ci sono alcuni film per la tv di stato prodotti con i soldi di claudia mori. Grandi firme di donne, dalla comencini alla wertmuller, che parlano di violenza maschile sulle donne. Non so se sono belli o brutti, se mi piaceranno oppure no. So solo che la televisione non li trasmette, nonostante abbia speso soldi per acquistarne i diritti. Per lo stesso principio per cui in italia non vedremo il film Agora, che parla di Ipazia. So dunque che la televisione mi colonizza, educa figlie, sorelle, madri, figli, fratelli, padri e che la scuola non è un contraltare sufficiente a produrre una alternativa perchè il governo ha tutto l’interesse per smantellarla e renderla sempre più uno schifo, mentre l’industria culturale è nelle mani di un unica famiglia proprietaria o di più famiglie di imprenditori che comunque giocano al mantenimento in vita di un sistema di potere e tra questi c’è senza dubbio il patriarcato. 

Non c’è cinema, libro, documentario, niente che non sia un format prefabbricato da menti che vogliono istruirci e farci diventare quello che finiamo per essere. 

E quante sono le donne che guardano la televisione e che vengono addestrate ad essere niente, meno che niente? Tante, troppe. E il problema non sta solo in quanta carne fanno vedere dei nostri corpi. Anche, ma personalmente penso che uno dei grossi problemi sia proprio la quantità di carne che coprono per santificarci, immolarci, dettarci una nuova morale, imporci nuovi schemi di decoro dove la responsabilità per quello che ci succede finisce per essere sempre e solo nostra e mai dei maschi, mai di chi educa le donne alla passività e gli uomini alla violenza.

Perciò ho deciso: se mia madre è rimasta bloccata a vedere un film di merda invece che fare una passeggiata delegando un paio d’ore del ruolo di cura al figlio maschio è anche colpa della Rai. Fossi in lei chiederei un risarcimento morale per tutti pezzi di vita che le sono stati sottratti. A pensarci bene quel risarcimento spetta anche a me e a tutte voi.

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


5 Responses

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  1. maria grazia says

    Ho sentito ieri la Litizzetto e l’ho trovata pessima. Quello scagliarsi sulle donne che decidono di vendere più o meno consapevolemte le proprie prestazioni sessuali l’ho trovato volgare e banale. Come se il problema fossero loro. E’ uscita una parte odiosa e direi invidiosa della Litizzetto, ha infierito su altre donne usando un termine che esprimesse tutto il suo disprezzo verso una rispettabilissima scelta che non nuoce nessuno. Peccato, ha perso una buona occasione per stare zitta, vista la tristezza e lo squallore della della vicenda .

  2. miss glisso says

    La Littizzetto io la trovo un tantino ripetitiva, e potrebbe essere più incisiva senza la spalla di Fazio, che ridicolizza tutto quello che dice.

  3. blucitybike says

    Mi farebbe veramente piacere cosa ne pensate voi (donne) della littizzetto, va in onda in prime time e pare essere molto seguita.
    Io la trovo noiosa, ieri poi ha voluto mettere i puntini sulle “i” in merito all’uso di parole diverse da MIGNOTTA, cioe’: quando una donna apre le gambre per soldi e’ una mignotta (invece di escort, massaggiatrice….)….

    non so…mi farebbe piacere saperne da qualcuna di voi..

    ciao
    blucitybike

  4. lalla says

    stasera a che tempo che fa, su raitre, nella parte finale della trasmissione c’è stato, come sempre, il siparietto della littizzetto, che, insultando uno degli indagati per gli appalti de l’Aquila dice grossomodo: “caro mio, spero che tu diventi come re Mida; ma che tutto quello che tocchi si trasformi in merda: le case, i soldi, le belle gnocche…”

  5. eva.t says

    Poi non so se è anche una vostra impressione, ma mi sembra che negli ultimi 10 (e forse 20) anni la situazione stia peggiorando. Insomma, non che mi stessero particolarmente simpatiche la signora Fletcher o la signora del West, ma certi cliché come l’indiano cattivo o la donna angelo del focolare bisognosa di protezione mi sembrava fossero stati archiviati, anche se a quanto pare niente affatto definitivamente. Secondo voi?