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Le lasagne vegetariane e gli esorcismi della Rai

http://www.worst-jobs.com/cartoons/exorcist-devil-witch-demon-ghost-cartoon.jpg

Appena rientrata da una notte rumorosa. Vi segnalo la "rassicurante" lettura della mappa della Milano nera, tra neofascismo, pdl e lega, pubblicata oggi su Liberazione.

Poi volevo dire che il prossimo che mi parla ancora del film sessista e misogino "attrazione fatale" come se fosse il verbo sulle modalità relazionali delle donne gli tolgo il saluto, l’amicizia (non quell@ idiota su facebook) e la possibilità di accedere alle mie lasagne vegetariane (che sono davvero fantastiche).

Se proprio non avete capito che quella modalità invadente, invasiva, molesta, orrenda è tipica degli stalker e se non avete affinità con la ricerca in web potete semplificarvi la vita, in attesa che il canale di ricerca cinese baidu fornisca una versione in lingua italiana o almeno in inglese, facendovi inviare al vostro indirizzo mail da google alert tutte le news che rispondono alla parola "stalking". Potete farvi mandare anche tutto quello che riguarda lo "stupro" o la "violenza sessuale" o la "violenza domestica" o il "femminicidio" o i fatti rispondenti ai termini "marito uccide" o "uomo uccide" e noterete, senza ombra di dubbio, che vi arriveranno giornalmente a pioggia notizie su notizie di decine di episodi di violenza maschile sulle donne che dimostrano che il film "attrazione fatale" è una gran cazzata. E spero di non doverne parlare mai più.

Infine volevo complimentarmi con raiuno per aver trasmesso la prima puntata della eccezionale esperienza di franco basaglia, di cui parla su un articolo del Manifesto la sociologa che lavorò con lui. La prima parte della fiction (la seconda andrà in onda domani sera) è valsa la pena. 

Un racconto serrato sul primo periodo in cui lui sperimentò all’interno di un manicomio i nuovi metodi di cura e maturò l’idea della chiusura dei manicomi che avrebbe portato alla legge 180. Nel film ho visto tantissimi elementi di attualità: c’era la sessualità repressa di una adolescente rinchiusa in manicomio e sottoposta a torture incredibili perchè si baciava con un ragazzo, c’era la lesbica rinchiusa per le sue tendenze sessuali, c’erano le vittime del fascismo rinchiuse per aver subito il trauma della perdita dei parenti sterminati dai nazisti, c’erano persone il cui disagio era innanzitutto di tipo sociale e che venivano rinchiuse per eludere una domanda e per realizzare una sorta di eugenetica in vita tra chi ce la fa e chi invece no secondo i ritmi di una società diretta secondo criteri di monopolio volti ad ottenere esclusivamente il profitto.

Si racconta di quello che erano i manicomi prima che arrivasse basaglia: lager in cui le persone venivano private della propria storia, delle proprie cose, proprio come oggi accade ancora nelle carceri, nei reparti psichiatrici dentro le carceri e nei centri di identificazione ed espulsione per stranieri. Lager in cui le donne venivano stuprate dagli infermieri e che venivano fatte abortire costringendole al silenzio. Lager senza umanità in cui la negazione della vita era frutto di una concezione "preventiva" dell’eliminazione delle possibili fonti di pericolo sociale.

Basaglia – nel film – fa un esempio e dice che quasi ogni giorno un marito "geloso" ammazza la propria moglie e secondo il criterio usato per i manicomi bisognerebbe rinchiudere preventivamente tutti i mariti gelosi. Così: solo uno tra tanti che soffrono di patologie gravi è veramente pericoloso per gli altri e il punto è che i rastrellamenti per categorie generiche e generalizzate, così come piace tanto a chi ama le istituzioni totali, siano essi gay, lesbiche, trans, persone depresse, vivaci, stranieri, donne, uomini, disoccupati, persone che non amano la catena di montaggio e le "norme" produttive del capitalismo, per "prevenire" presunti problemi sociali, in realtà sono solo strumenti repressivi di normalizzazione ed imposizione di un unico modello sociale.

Grandi stimoli, quindi, da un film che per forza di cose semplifica un po’ ma resta fedele, a mio avviso, alla sostanza della questione. E rai uno avrebbe fatto un figurone se alla fine della puntata avesse trasmesso, che so, un documentario sulla speculazione della case farmaceutiche a proposito di psicofarmaci. Invece hanno trasmesso una inchiesta approfondimento del tg sui gggiovani che piacciono tanto alla ministra meloni. 

L’approfondimento l’ho visto per la verità tra un morso alla lasagna e un sorso di ottimo vino rosso e temo di non essere riuscita a registrare tutto per poterne parlare male al punto giusto.

So solo che ad un certo punto, dopo un servizio sullo stile dello scandalistico "lucignolo" di italia 1 (una cagata immonda priva di sostanza che vi auguro di non dover vedere mai) che parlava di ragazzi e ragazze, le giornaliste della trasmissione fanno lo scoop e intervistano nientepopodimenochè gli "emo". 

Ciuffo sull’occhio in stile cartoon giapponese ai tempi di goldrake, emotività a mille, come direbbero loro, e terminologia che descrive abbigliamento, trucco e parrucco che la giornalista in studio giudica "incomprensibili" (per forza, bella, potresti essere sua nonna! ma hai mai sentito parlare di stacco generazionale?). Espressione preoccupata, la tizia rivolge una domanda allo psichiatra, tale Toniani, se non erro, che bolla i ragazzi come "depressi" cronici e tra me e gli amici scocca l’ora del brindisi alle certezze della vita.

Avevamo ferma l’idea che rai uno fosse una merda e dopo un film in cui si parla del difetto di patologizzazione di ogni sospiro dell’umanità era necessario ripristinare l’identità fecale del canale televisivo con la patologizzazione dell’adolescenza e il tintinnio in sottofondo della moneta calcolata in guadagno per ogni scatola di psicofarmaci spacciata grazie ad un servizio del genere.

Non finisce qui, purtroppo, e continuano parlando di internet. Una giovane donna, potremmo definirla bona, si mette a chattare con ragazzini con il testosterone "a mille". Concede l’incontro in video cam e poi si sorprende perchè quelli le chiedono di togliersi la maglietta. Fosse stata preparata sulla questione avrebbe saputo che certe chat room sono come il drive-in anni ’60 americano: luoghi di pomiciamento virtuale. La giornalista in missione segreta però non demorde e registra alcune frasi a suo dire anormali per quell’età. I giovini volevano concludere e non potendola mettere sul piano della pretesa di voto di castità le giornaliste, nell’analisi post-servizio, si sono lanciate nella ipotesi della presenza di adulti che si aggiravano per quelle chat per adescare brufolosi adolescenti. La nostra osservazione è stata unanime: "se tutte le giornaliste adulte e morbose vanno ad adescare adolescenti per verificarne la misura di testosterone, eccome se c’è il rischio di *pedofili/e* in rete". E in effetti, una giornalista oggi, un giornalista domani, quel canale chat sarà pieno di adulti che prendono appunti tra una chiacchierata e l’altra.

Il solito psichiatra "rivela" che stare su internet può far diventare violenti e immediatamente la giornalista annuncia l’altro servizio scoop. Immagini che arrivano dalla periferia di londra con l’inviato speciale che intervista un ragazzo nero sullo stile banlieus parigine il quale parla della guerra tra bande, delle armi che portano in giro e per tutto il tempo noi spettatori e spettatrici non capiamo cosa cavolo c’entri internet con un gruppo di persone che a occhio e croce non sono proprio quelle che possiedono un computer, una connessione, e che perdono ore e ore su internet.

Un’altro giro di opinioni patologizzanti in studio e arriva lo scoop tra gli scoop: una ragazza napoletana svela i retroscena delle uscite pomeridiane di un gruppetto di ragazzine di scampìa. Tutto ciò per dire che la nuova emergenza sono le ragazze aggressive. L’intervista la fanno a napoli ma chissà perchè la giornalista parla di Milano, quasi che qualcuno le abbia detto di infilarcela a forza per giustificare i piani antifemmine selvagge che stanno approntando nel capoluogo lombardo.

Battuta di una tale barbara carfagna in studio la quale dice che per i suoi figli spera in modelli meno conformisti. E noi: "ovvero?". Tutti abbiamo pensato che essendo bollati come conformisti quelli con tatuaggi e pearcing gli anticonformisti per forza di cose devono essere i fanciulli di "amici" della de filippi. Lo shock richiede un altro sorso di vino (e poi dicono che non esistono le ragioni per darsi all’alcool). 

La chiusura ci ha illuminato il cammino fino al nostro ritorno a casa: un ragazzo capellone che faceva parte di un gruppo rock pare abbia visto satana e invece di fare fishing (il pescatore di anime) per il diavolo cornuto è passato alla concorrenza e si è fatto frate francescano con annessa chitarra. Le sue note e la sua espressione mentre strimpellava erano qualcosa di struggente. Non abbiamo resistito: due hanno vomitato in bagno e agli altri si sono precipitati al balcone. Tornare a casa è stato un vero sollievo.

Domani, dopo la seconda parte del film su basaglia, per esorcizzare il canale rai dall’eccessivo livello di democraticità e antiautoritarismo, trasmetteranno un bel servizio sui meravigliosi effetti dell’elettroshock, ancora oggi purtroppo praticato, sui gggiovani che "non si fanno capire dagli adulti"?

Per chi se lo fosse chiesto, le lasagne vegetariane si fanno così:

Soffritto di cipolle bianche, carote, sedano (da mettere sul fuoco in ordine di elencazione). Aggiungere melanzane tagliate a tocchetti, zucchine genovesi a piccoli pezzi. Fare cuocere a fuoco lento e alla fine della cottura aggiungere sale, peperoncino, menta, basilico, semi di finocchio. 

In un altro tegame soffriggere qualche spicchio d’aglio, aggiungere un po’ di funghi e delle noci sgusciate e spezzettate. Meglio se nocciole, pinoli e mandorle.

Nel pentolone preparare la besciamella: quattro cucchiai di farina, mezza tazza di olio d’oliva e mescolare. Aggiungere mezzo cucchiaino di sale e mezzo di noce moscata. Un litro di latte. Mescolare, mettere sul fuoco e aspettare fino a che non si addensa. Se il sapore non vi piace perchè sa troppo di latte aggiungete sale e noce moscata.

Il forno deve essere caldo a 200 gradi. Preparate una teglia con uno strato di lasagne, uno di verdure, i funghi e la frutta secca e la besciamella, fino a che non finite gli ingredienti. Non più di quattro strati. 

Meglio se usate le lasagne che cuociono in venti minuti e che non devono essere passate all’acqua bollente altrimenti fate notte.

Mettete in forno e aspettate. Aprite a verificare con una forchetta se sono cotte e tirate fuori. Ottime da servire calde ma meglio se aspettate una mezz’ora perchè gli ingredienti si mischiano e restano compatti.

Noi abbiamo accompagnato le lasagne con un buon nero d’avola.

Buon appetito!

Posted in Pensatoio, Vedere.


9 Responses

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  1. fikasicula says

    hai ragione valerio, non è piaciuta neppure a me.
    ricopio il tuo commento e faccio un’altro post di recensione…

  2. Valerio Mele says

    Dopo aver visto la seconda parte, direi che a me il film su Basaglia non è piaciuto… E’ una visione sentimentale, alla “mulino bianco” della follia quella che è stata rappresentata, nel solito linguaggio piatto delle fiction… E il solito culto dell’eroe e della personalità carismatica e da osannare quello che ne risulta…
    Certo le tematiche e il racconto non si possono trasformare più di tanto… Ma in questo “siamo tutti più buoni e tolleranti perché nel 1999 è stata definitivamente messa in pratica la legge Basaglia”, ci si dimentica dell’orribile campagna anti-psicolabili del post-Tartaglia… I matti non sono innamorati sofferenti e incompresi… I film sulla follia sono “El” di Bunuel, “Images” di Altman, “Santa sangre” di Jodorowsky…

  3. Serbilla says

    p.s.
    ..con la lasagna vegetariana, ci proverò ^_^

  4. Serbilla says

    Ma perchè questa cosa di “attrazione fatale” mi suona terribilmente recente? come se l’avessi sentita in questi giorni, comunque a me non è piaciuto tanto nè il film nè il libro.
    Basaglia mi sembra un bel prodotto, quando diceva dei mariti gelosi vi ho pensate subito!
    Comunque il modo in cui s’è sviluppata la cura dei “matti” a partire dalla legge Basaglia, è il tema di “Si può fare” un film con Claudio Bisio ceh non è male.
    Fortuna che dopo ho spento la tv, mi sarei intossicata, ancora a parlare di emoooo!!! poeri, s’erano appena abituai ai punk.

  5. P. says

    ahahahahaha
    non parlerò mai più di “attrazione fatale”, te lo giuro.
    sai che non potrei fare a meno delle tue lasagne vegetariane.

    ps: ieri sera nel delirio non mi ero reso effettivamente conto del livello della trasmissione. ora che l’ho letta ho capito perchè il nostro comune amico dava testate sul muro 😛

  6. spumettina says

    fantastica la ricetta di lasagne….:)

    non ho visto nè basaglia, e mi dispiace, magari recupero stasera, nè la flagellazione dei ggiovani graziaddio!
    Voglio solo dire che i giovani sono davvero incompresi da tutti in questo orrido scorcio storico…non gli si dà prospettive ma lì giù a criticare i capelli, il look, i modi, i valori…come se fosse facile di averne di questi tempi….
    Gli adulti cosa hanno trasmesso?
    Credo che se fossi giovane oggi avrei dei gran problemi, haivoglia se li avrei…soprattutto se volessi andare “contro”…
    Contro la morale ipocrita della gelmini,, che vorrebbe un figlio meno conformista (STICAVOLI, questo è un esempio di quella analisi sul linguaggio di cui sopra) contro il consumismo facile, contro il bigottismo, contro contro contro

  7. Lorenzo Gasparrini says

    Approvo in pieno la lettura televisiva e le lasagne, anche se non servono né ingredienti né modalità: bisogna farne mille prima che diventino leggenda come le tue.
    Non so spiegarmi perché una cosa del genere è andata sulla RAI; sicuramente qualcuno sarà stato lincenziato già oggi. Mi riferisco alla fiction su Basaglia, il resto è normale palinsesto.

  8. d-K says

    Mannaggia! Non sono riuscito a vedere la fiction su Basaglia e mi dispiace. Spero di riuscirla a recuperare altrimenti.
    Il livello vomitevole di ciò che è seguito lo posso, però, immaginare: oltre al fatto che è il solito discorso sullo stacco generazionale (ah, ‘sti giovani d’oggi… ai miei tempi, invece… e blablabla), pare che in TV debba venire psicologizzato tutto. Qualche giorno fa in una trasmissione di rai3 uno psicologo pretendeva di spiegare il fenomeno della permanenza sempre più lunga dei figli nella casa dei genitori con una supposta incapacità dei primi a distaccarsi dal “grembo materno” e con un errato comportamento dei secondi che tendono ad assecondarli con troppe “coccole”. Et voilà! Non esiste più alcun problema sociale, sei tu da solo col tuo complesso edipico o quello che è… Come dire: e mo’ so’ cazzi tua!

    A proposito di ragazze napoletane: http://www.giornalettismo.com/…inti-party-delle/
    Non so se ne avete parlato.
    Sinceramente non condivido l’atteggiamento “tollerante” di chi ha scritto il pezzo per Giornalettismo: il problema non è quanti baci si danno (se c’è consensualità, chi se ne frega…), né se situazioni simili accadevano o meno anche in passato. In una logica perfettamente consumistica viene chiarito a questi ragazzi, una volta per tutte, che “lei” è “qualcosa” che può essere monetarizzato, reso oggetto e consumato, e che “lui” va considerato “interessante” solo se ha soldi da spendere.

    P.S.: grazie per la ricetta! 😉

  9. rossella renosto says

    Ahahahaah!!! Graffiante e divertente! Da un mese quasi ho tolto la tv a casa! Ho due figli (un maschio 12 e una femmina 5) la tv smontava ogni giorno con le sue cazzate, tutti i miei messaggi sul rispetto per le donne e gli altri, cultura e valore delle diversità (siamo una famiglia multietnica), ecc… Il compito di madre democratica, già arduo di suo, risultava impossibile. Meglio internet…i film li guardiamo in streaming e mi risparmio vagonate di pubblicità sessiste e razziste! (nonchè inutili…)