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Storia di una madre povera

Ci scrive Virginia, vive a Milano, attualmente è ospite, non gradita, di una conoscente. In pratica dorme in un sottoscala perchè la conoscente non ha altro posto da offrirle.

Virginia era sposata ad un uomo che l’aveva tenuta a casa come madre, moglie e serva per 15 anni. Lui era un uomo senza grandi prospettive, un operaio qualunque che bevi di qua e bevi di la’ non è stato in grado di mantenersi lavoro e famiglia. Nel frattempo lei collaborava concretamente, ogni giorno, massacrandosi a pulire le case altrui e a fare da madre, serva e moglie. Si guadagnava così il diritto di essere parte della costruzione di qualcosa: la loro casa.

Il marito di Virginia, tra una bevuta e un licenziamento decide di impiegare la liquidazione in una impresa commerciale. Essendo molto furbo e anche molto stronzo fa in modo che tutto sia a nome di sua moglie che non solo firma a garanzia della bottega ma si fa prestare tanti soldi dalla sua famiglia per contribuire concretamente alla questione. 

Virginia era una donna ingenua, di quelle che mai si sarebbero aspettate che un altro gli costruisse una truffa attorno. Il marito invece era uno che rubacchiava qua e la’, uno che viveva di espedienti, una specie di parassita che avrebbe avuto bisogno di aiuto e che invece continuava a sprofondare nella merda trascinando chiunque avesse attorno.

La bottega vendeva chiodi, martelli, vernici, ferramenta, niente di complicato insomma e di invendibile giacchè un chiodo prima o poi serve a tutti.

Il marito però era uno di quelli che volevano fare le cose in grande e allora, trascinandosi dietro la moglie, andò dai distributori a prendersi tanta roba senza poterla pagare. Quando era prossimo alle scadenze dei pagamenti, mentre lui prendeva il poco incasso che il negozio faceva, disse alla moglie che era meglio vendere e che aveva trovato un tale che avrebbe rilevato tutto per 30 mila euro. 

La moglie era abbastanza scioccata dato che solo i debiti vivi ammontavano almeno al triplo e che quei 30 mila non avrebbero sanato alcunchè. Gli disse allora che dato che tutto era a sua firma e che sarebbe stata lei ad ereditare i debiti, lei e i suoi figli, e non lui che di responsabilità ne aveva zero, non avrebbe venduto niente e che avrebbe cercato di risollevare le sorti di quella impresa in ogni modo possibile.

La poverina ci provò, eccome se ci provò, se non fosse stato per clienti che non pagavano e per un introito previsto che non entrò forse l’avrebbe persino spuntata e sarebbe quantomeno arrivata alla pari. Invece tutto andò a rotoli e per rispettare le scadenze di pagamento fece altri debiti e poi altri ancora e alla fine trascinò con se’ esattamente i debiti che aveva ereditato se non di più. 

Lui, non contento dello scempio che aveva combinato, dopo essersi fatto mantenere per tutto il tempo e oltre, avanzando la scusa che i soldi investiti sul negozio erano i "suoi" (in euro fanno 5 mila a fronte dei 15 mila che ha impiegato lei), ovviamente la lasciò sola e anzi le disse che il punto era che non gradiva più avere a che fare con lei perchè "mi fai sentire un po’ castrato".

Era un giovincello, lui, di quelli che hanno voglia di vivere e ricominciare senza pensieri e allora un bel giorno semplicemente sparì. Tornava di tanto in tanto per rovistare nel frigorifero e farsi abbracciare dai figli, piangendo per il ruolo di papa’ lontano, facendo ben attenzione a non chiedere come la moglie nel frattempo facesse per nutrire quelle creature.

La moglie dovette chiudere, provò a saldare i creditori senza riuscirci, infine fu costretta ad emigrare all’estero per fare la serva in un hotel inglese provando a mettere da parte i soldi che le servivano per pagare i debiti. Ovviamente non ci riuscì.

Lui, invece, libero come l’aria approfittò della assenza di lei per descriverla come una profittatrice. Una che aveva ordito un piano perfetto, che era stata in attesa per anni proprio per trovare il momento giusto in cui gli avrebbe sfilato di mano la grande impresa della sua vita. Perchè i falliti, quelli veri, non quelli che crea la società, certe volte sono così: piangono miseria al mondo e continuano a dare la colpa alle donne per non crescere mai, per non affrontare le proprie responsabilità.

L’uomo fece sparire la moglie dallo stato di famiglia perchè ogni settimana arrivava un creditore diverso con la pretesa di pignorare la casa. Divorziò ottenendo da lei una firma che lei regalò per essere lasciata in pace e perchè di quell’uomo che le aveva rovinato la vita non voleva sentire mai più parlare. I suoi figli rimasero alla nonna materna che era l’unica in grado di mantenerli e di gestirli in assenza della madre. 

In tutto ciò lui fu perfino in grado di dire che la moglie aveva lasciato i figli alla nonna senza la sua autorizzazione, che la nonna non gli faceva vedere i figli quando voleva lui (la sera tardi) e che se gli girava il ghiribizzo l’avrebbe denunciata e avrebbe preteso l’affido dei bambini.

Non lo fece solo per vigliaccheria e non per bontà. Perchè non era in grado di mantenere i figli e neanche se stesso, perchè usava quella storia come alibi per cercare una forma di accettazione sociale dopo che si era giocato ogni microgrammo di stima per se stesso, perchè continuava a fare la vita di prima, a inventarsi storie senza senso e a truffare chiunque gli capitasse a tiro mentre la moglie continuava a farsi il culo pulendo i cessi di ogni posto possibile, crepando di nostalgia perchè forzatamente separata dai figli, nella costante attesa che prima o poi arrivasse un ispettore giudiziario perfino nel buco di culo di mondo in cui faceva la schiava per toglierle ogni soldo del suo minuscolo stipendio, provando in tutti i modi a essere utile ai suoi figli mandando quel poco che poteva a sua madre per aiutarla ad accudire i nipoti.

Un bel giorno Virginia si spezzò definitivamente la schiena e non fu più in grado di fare il lavoro che faceva. Provò a cercare altro senza risultati e così torno a casa, a Milano, per stare il più possibile vicina ai suoi figli. Non poteva andare a vivere con loro perchè i debiti continuavano a incombere e in italia tutto va in prescrizione, tutti vengono assolti, stupratori, delinquenti di ogni tipo, tutti fanno leggi e leggine per non affrontare processi e per sanare i bilanci delle proprie aziende fallimentari, tutti meno che le povere criste come Virginia. I suoi debiti erano ancora lì, centuplicati perchè l’inflazione, il valore dei soldi, la mora, le spese processuali, i risarcimenti dei danni, eccetera eccetera eccetera. 

Virginia non poteva dunque andare a vivere con sua madre e i suoi figli perchè altrimenti avrebbe messo nei guai anche loro. Era stata totalmente estromessa dall’uso della casa coniugale (non poteva dormirci neanche da "affittuaria") che pure aveva ampiamente contribuito a realizzare ed era letteralmente in mezzo alla strada.

Ora lei vive in un sottoscala, ospite non gradita di una sua conoscente, in un palazzo vicino a quello di sua madre così da poter vedere il più possibile i suoi figli. Il padre delle creature non ha mai tirato fuori un euro per i propri figli, non ha mai fatto niente per loro, continua a fare la stessa vita di sempre e anzi probabilmente venderà la casa per succhiarsi l’ultima risorsa disponibile.

Virginia sopravvive facendo lavori di pulizia, quelli che la schiena le permettono di fare. Ha fatto domanda per una pensione, ben sapendo che i creditori le prenderebbero anche quella, ma nulla arriva da quella parte. Legge tanto, recupera tutto quello che non era riuscita a leggere mentre stava in inghilterra. I suoi figli le portano qualunque cosa da leggere, si fa prestare libri dalla biblioteca all’angolo e sempre dalla biblioteca, con un piccolo spazio riservato alla connessione internet, ci scrive.

Noi speriamo che ci legga e che sappia che così come sperava noi abbiamo raccontato la sua storia, ci tiene a fare sapere che non si chiama Virginia e che non vuole elemosine da nessuno. Non vuole sgravare nessuno dai sensi di colpa e vorrebbe solo che la società si assumesse il compito di pensare alle donne, a tutte le donne, che subiscono per anni angherie anche di tipo economico.

Quanti sono gli uomini che costruiscono case con l’aiuto delle mogli? Quanti sono gli uomini che costruiscono le proprie ricchezze grazie al fatto di avere in casa una prestanome alle quali addebitare i loro errori, una moglie, madre, schiava a tutto servizio? Eppure di questa moglie all’occorrenza non sanno cosa farsene e quando capita viene buttata fuori casa come una scarpa vecchia.

Quante sono le donne che non possono pretendere nulla dagli ex mariti perchè questi sostengono di aver fatto tutto da soli? Qual è il valore economico di una vita intera passata a fargli da serve?

Come possono pensare gli ex mariti di oggi di liberarsi delle donne e di tenersi case, beni, risorse, togliendo alle donne tutto, anche i figli se lo ritengono e per ultima perfino la dignità?

Questa è solo una delle violenze con le quali le donne hanno a che fare e Virginia ha provato a raccontarcela in una pagina d’altri tempi, scritta con il linguaggio di una scrittrice ottocentesca, un italiano forbito e aulico, un pugno allo stomaco difficile da digerire. A lei dedichiamo un grandissimo abbraccio. 

Posted in Narrazioni: Assaggi, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà, Storie violente.


2 Responses

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  1. Virginia says

    Virginia (come il nome fittizio, ma non sono lei ):

    Di queste storie, magari senza questo esito particolarmente indegno, ne conosciamo tante:

    donne che lavorano gratis per una vita , che sono più in gamba del marito (al quale devono fare da serve, ovviamente),
    e che si ritrovano alla fine a dover elemosinare due soldi per vivere (magari dallo stesso marito),

    ad avere una pensione minima perchè non hanno i contributi,

    a dover chiedere il permesso per ogni cosa, senza libertà, continuamente criticate, limitate, insultate:
    sì, non bisogna guardare molto lontano per trovarle.

    Morale: non fidarsi.
    L’indipendenza economica, con tutti gli svantaggi per una donna (perchè, si sa, se sei una donna guadagni meno per definizione) è l’unica garanzia; solo mettendo da parte qualcosa per sè, e non dando tutto agli altri, ci si può cautelare.

    Detto questo, ci sono donne meravigliose che hanno “gli occhi troppo belli”, come diceva De Andrè, e che non commetterebbero indegnità, e non vogliono credere che altri le possano perpetrare meschinamente:
    a loro non può che andare tutta la comprensione e l’aiuto possibile.

  2. laura says

    questa storia è agghiacciante. somiglia alla storia di un sacco di donne che conosco a parte il sottoscala…
    ma sono donne combinate veramente male per la cattiva gestione dei soldi che hanno avuto gli ex mariti.

    ma come può un uomo essere così meschino al punto di rivendersi l’unica proprietà rimasta. e ai figli non ci pensa? cosa gli lascia? se non era per la nonna restavano in mezzo alla strada anche loro?

    e poi fanno tanto i padri…

    ma per favore!