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Commentando la rassegna sessista

La notizia che stimola i pruriti morbosi di un sacco di bella gente è quella che parla di una giovane ragazza che per pagarsi gli studi ha messo all’asta la propria verginità. E’ successo in nuova zelanda e lei si becca 45 mila dollari per una cosa minuscola chiamata imene.

Si diceva con amici e amiche che ai miei tempi non c’era e-bay e i social network e mi sono sprecata la verginità gratis, così… mannaggia!

I commenti negativi arrivano dritti da quella stessa parte moralista che poi non batte ciglio se una vergine viene stuprata per strada. Anzi starebbero tutti lì a dire che se l’è cercata e che andava in minigonna e che faceva per strada tutta sola a quell’ora, eccetera. I commenti positivi vengono tutti dalle donne che hanno dovuto darla via gratis, anzi rimettendoci di tasca propria in tutti i sensi giacchè piglia che ti ripiglia alla fine te l’hanno consumata senza che tu possa neppure chiedere una sorta di risarcimento. E non se l’è goduta, quindi finitela – oh maschilisti – di rimbrottare, semmai ha finto per farvi sentire più virili.

L’altra notiziona che stimola prurigginosi commenti è quella della ragazzina di 13 anni data in sposa ad un romeno che perdipiù è pure sieropositivo. Le hanno proprio tutte ‘sti romeni. La peste bubbonica no? Fare sposare una figlia di 13 anni è una decisione fetente, non c’è dubbio, lo è anche quando la tredicenne viene fuiuta dallo zio paterno in sicilia tutt’oggi e nessuno dice niente, ma il corriere su queste news campa l’intera baracca, non per niente un rigo sotto, dopo aver sputtanato per bene la madre romena della figliola romena data in pasto ad un romeno, parla di un uomo italiano, che si è svenduto l’anima, pare, rimasto in stato di semipovertà perchè ella, una giapponese, si è voluta separare. 

Che separarsi fosse una opzione lecita solo ai maschi europei lo avevamo capito, che delle giapponesi non si può parlare male come delle romene il corriere lo sa, e nonostante ciò un giorno si e uno anche il corriere ci inebria la vista e i sensi con titoli stratosferici a massacrare donne, stranieri, e ragazze e adulte.

‘Sti maschi, poverini, li immaginiamo tutti accatastati dentro la redazione milanese del corriere a suggerire battute e a consumarsi le meningi per inventare cattiverie femminine e non gli basta tirare fuori cazzate immonde degne del malleus maleficarum, proseguono nella santificazione del maschio di ogni età, per quanto minchione e lobotomizzato possa essere.

L’avete vista la serie di "inchieste", così le chiamano in quella redazione lì, che stanno facendo per infibulare metaforicamente le fanciulle milanesi? Sei una ragazzina vivace e senza peli sulla lingua? Vieni promossa in due secondi al grado di "aggressiva ragazza senza valori". Sei una che ha fatto un pompino al compagnuccio di scuola, quello tanto caro che tocca sempre il culo alla insegnante e poi la fa licenziare dicendo che è stata lei a venire in classe con il culo a portata della sua mano, e per praticargli la fellatio ti sei fatta quantomeno dare gli euro per pagarti una scheda telefonica? sei protagonista dell’emergenza "puttane adolescenti" che nella mente dei redazionisti, redazionali, redazio-tonti del corriere fanno tutt’uno con le aggressive etc etc di cui sopra. 

I masculiddi, come si dice dalle nostre parti, ce l’hanno a ritrazione decolpevolizzante. Si ergono il tempo di fare la porcata e poi si ammosciano. Funzionano così anche nelle altre cose della vita. Una erezione, uno sbuffetto e una ammosciata. E il corriere omette di dire che i masculiddi mosci che risiedono nella sua redazione prima di ammosciarsi hanno sbuffato aggratis e per sbuffare sono stati ore e ore e giorni e giorni con tutto il corpo ritto all’inseguimento di qualunque cosa si muovesse.

Dopo lo sbuffo il contenitore non serve più. Dopo lo sbuffo del contenitore si può dire peste e corna, tanto sempre di un contenitore parliamo e così in un certo senso ci sorprende sapere che il corriere gioisce e titola in prima pagina a proposito della condanna inflitta ai genitori degli stupratori di una ragazzina di 12 anni.

E non è immonda la sentenza che risarcisce di 450.000 euri la ragazza addebitando lo stupro alla mancata educazione all’empatia dei ragazzuoli. Lo è la premessa, e qui capiamo il perchè il corriere se ne interessa: essendo lei una ragazza normale ed essendo lo stupro avvenuto tra famiglie "normali" e non essendoci dunque giustificazioni (???) allo stupro si intende che la colpa deve essere tutta delle famiglie e della mancata educazione al rispetto delle ragazze.

Di quali giustificazioni parlano? In che senso? Se gli stupratori erano romeni significava che ce l’avevano scritto nel dna? Che c’è una "giustificazione" etnica? Significava che i genitori non potevano che partorire un figlio stupratore?

E a prescindere dal fatto che l’educazione dei figli al rispetto dell’altr@, incluso lo straniero, c’entra di sicuro, della mancata educazione nelle scuole che non forniscono corsi di educazione sessuale rispettosa e consensuale non vogliamo parlarne? E della responsabilità dello Stato che insiste in una attitudine misogina che pone le ragazze e le donne al livello di oggetti da usare e buttare via? E dei ministri che fanno un uso barbaro delle donne non vogliamo parlare? E delle aziende che fanno spot sessisti? E delle televisioni che propongono una figura di donne che fa schifo? E delle trasmissioni per adolescenti targate mediaset che portano maschilisti di merda a scatenare commentoni e a fare spettacoli nel grande fratello non vogliamo parlarne? 

I figli "normali" di questa cacca di società "normale" sono educati alla non-empatia solo dai genitori o da tutti? Chi paga per tutto quello che avviene alle donne ogni giorno? Chi ci risarcisce? E perchè mai nella sentenza o quantomeno nell’articolo corrieristico si distingue tra famiglia "normale" e "anormale" con un neppure tanto velato riferimento razzista?

Per ultima teniamo la notizia che parla di una donna trovata morta dissanguata dopo essere stata accoltellata. Accanto aveva una figlia piccola. Il marito è sotto inchiesta e lo si chiama presunto assassino.

E’ l’ultima moda di questi giorni. Quando c’è di mezzo un marito italiano i giornali sono prudenti. Ieri parlavamo della tizia trovata morta carbonizzata che l’ex marito – italiano – dice essersi data fuoco da sola. Oggi scopriamo che una donna muore dissanguata con ferite evidenti di coltello all’addome, che l’unica testimone è una bambina piccolissima e che il marito è "interrogato". 

Oramai è così: le donne sono talmente tanto potenzialmente morte se litigano con i mariti o i loro ex che si danno fuoco da sole o si tagliuzzano per risparmiargli il lavoro.

Ai maschilisti queste donne che ufficialmente gli risparmiano di doverle strangolare, affettare, ammazzare, bruciare, piaceranno senz’altro. Al corriere consigliamo quel corso educativo all’empatia e al rispetto dell’altr@ che quel giudice ha detto essere mancato nel rapporto tra genitori e figli stupratori perchè uno stupratore o un femminicida non viene da solo: lo forma la società intera e la stampa in questo ha una funzione enorme.

Se le donne pensassero ad una class action collettiva contro tutte le fonti di informazione che le trattano come pezze da piedi?

—>>>immagine a Riot Clit Shave

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. Rosa says

    Mi ha scandalizzato la vicenda del risarcimento per lo stupro della dodicenne. e quanto ha pronunciato il tribunale:

    “l’educazione nel rispetto delle persone e dei valori cristiani propri della cultura occidentale, l’avvenuta frequentazione delle lezioni di educazione sessuale a scuola, il fatto che prima di questi fatti alcuni dei ragazzi non avessero dimostrato particolare interesse verso il genere femminile..”

    Non mi pare che la cultura cristiana abbia considerato la donna…Mi ha scandalizzato che è stato tutto un alludere come se gli occidentali rispettano le donne…si si certo..sopratutto nelle publbicità e in tv ed è proprio li che i ragazzini sieducano a maltrattare le donne…altro che genitori o immigrazione!!!

    Pero’ almeno è stato il primo stupro dove nn è stata accusata la vittima e dove si è parlato di violazione delle sessualità in quanto donna e non di depressione o di alcool o raptus ecc….