Da Arte (e rivolta) che ringraziamo molto per questo post:
Non riesco a spiegarmi, adesso che ho visto il film, perché “Agora” non è uscito in italia. Da convinto anticlericale quale sono, non riesco a trovare esplicite offese verso i cattolici in questa pellicola di Alejandro Amenábar. Il film non nasconde le cattiverie dell’essere umano che difende il proprio credo e cerca di imporlo agli altri. Se poi, sono i cristiani ad uccidere Ipazia, è dovuto solamente al potere che in quegli anni il “nuovo” credo sviluppava sulle masse.
Amenábar non ha fatto un film anticlericale, ma un film sulla libertà, sull’indipendenza di una donna di millesettecento anni fa. Questo mi ha colpito veramente: non è un film politico ma storico, curato nei minimi dettagli come nei costumi, nel sobrio uso del digitale per la fotografia e per l’impossibile ma credibile esecuzione di musiche dell’epoca. È un film dedicato alla donna, alla saggezza della donna. Se Ipazia è la protagonista, il maschio è l’antagonista della storia, quello che risolve i problemi con la violenza e cerca di imporre la propria autorità in tutti i modi. Le religioni non sono altro che un pretesto per fare a botte ed uccidere qualcuno. Il maschio fa la sua giusta figura da caprone dominante. Ipazia è la speranza per una società giusta.
La pubblicità che si sta facendo a questo film, almeno in italia, è assolutamente errata; il film non attacca nessuno in particolare e ci hanno fatto credere a tutti di chissà come i cristiani vengono descritti.
La pellicola comincia con le lezioni di Ipazia nella biblioteca Alessandrina: unica donna, stimatissima, in mezzo a soli uomini. Il padre di Ipazia, anch’esso filosofo è il capo della cricca.
I cristiani cominciano ad essere sempre di più ad Alessandria, fino a quando non provocheranno gli studiosi, imbrattando le statue pagane all’ingresso della biblioteca. Ecco che l’essere umano, ferito nell’orgoglio e nell’intimità delle proprie convinzioni, parte all’attacco. Si dividono le spade tra filosofi, studenti e schiavi, si corre all’esterno della biblioteca per uccidere i cristiani. Ipazia è ovviamente contraria alla violenza, ma i maschi, feriti intimamente, non ci pensano due volte.
Dopo questi morti, ce ne saranno altri di crudeli scontri. Ci sarà anche un periodo di tregua, molti si convertiranno al cristianesimo per interessi politici-istituzionali.
Arrivano anche gli ebrei, ci saranno lotte e lapidazioni tra cristiani e giudaici, gli ebrei verranno scacciati dalla città.
Ad Ipazia verrà consigliato di battezzarsi e diventare cristiana, non disposta a cedere, ammetterà pubblicamente che lei crede nella filosofia; inoltre sta studiando le orbite ellittiche del sistema solare che scoprirà Keplero più di mille anni più tardi e la sua vita è totalmente dedicata a questo.
Il finale lo immaginate o conoscete già, ma forse non sapete che il mandante della morte di Ipazia, Cirillo, venne poi proclamato santo.
due note:
cercate il libro su Ipazia di Augusto Agabiti (pref. Emilia Renzi) delle edizioni “la Fiaccola” di Ragusa. Franco Leggio è stato il primo a pubblicare e a dedicare un’intera collana alla filosofa.
Non dimenticatevi nemmeno di Porfirio e il suo “discorsi contro i cristiani”, di Fra Dolcino e Margherita, di Giordano Bruno…
@arte: comunque mi sa che gofly intendeva proprio quello, andando un pochettino “oltre” con lo sguardo…non ti ricordi la mitica “lettura del sacro testo” – quando “processano” il governatore che ha convertito il cervello a Dio, ma ancora incerto su a chi “convertire” il suo cuore – in cui il profeta condannava la donna alla marginalità: era proprio detto “la donna non marcerà a fianco dell’uomo”.
E poi, vabbè, ti risulta qualche donna facente parte della gerarchia ecclesiastica cristiana?Giusto per restare, così, a livello del “popolino”.
Minchia, dai!Sto film è troppo bello!!Perchè non lo mandano?
E’ uno dei pochi film che da da parlare per ore al bar con gli amici, o una sera di pioggia a cena in salotto.
Mi viene voglia di fare la rivoluzione.
Ok, non voglio cominciare la sequela del “chi ha cominciato prima” perchè non se ne esce (e lo vediamo tutti i giorni a proposito, ad esempio, dei migranti).
Diciamo che il film mostra, secondo me anche con una sottigliezza non indefferente, come i cristiani, conquistato il favore del popolino attraverso un populismo dei tempi (“miracoli”, sfotto idioti alle statue – c’è il tipo, il capo dei palabarani (sorta di “milizia” cristiana) che adressandosi a una statua gli tira un pomodoro e gli fa:”Se sei un Dio, perchè non mi fulmini adesso!I loro Dei sono delle statue!” – il che è tutto dire, soprattutto se comparato con la saggezza e la sensibilità di cerca una “verità celeste”), letteralmente “usano” questa forza popolare, attraverso gli agguati più meschini e “abili” incastri politici, per piano piano prendersi non solo il potere, ma tutto (società, cultura, il tempio, etc)!
Tanto che perfino i giovanotti acculturati da Ipazia, greci, ebrei e egizi, destinati già da allora a divenire “classe dirigente”, sono “costretti” (chiaro, la coscienza va a farsi fottere, e quello nessuno li ha costretti!) a convertirsi e ad obbedire ad una “legge divina” che, mai apparentemente contraddittoria, si fonda sull’interpretazione di “un testo sacro” redatto per l’occasione.
E, insomma, anche una descrizione perfetta della scalata al potere, operazione quanto mai universale, nel senso che si è ripetuta e si ripete fino ai giorni nostri (vedi la Lega).
Se posso aggiungere, anche l’allegoria (tolte per un’istante tutte le basi scientifiche che rimangono, per carità) tra il concetto di cerchio e l’ellisse, il ruolo filosofico che giocano questi “oggetti celesti” nella società, è fantastica.
Anche perchè, anche li, il cerchio, la perfezione, in un certo qual modo rappresenta l’uomo, la volontà maschile di dominare con l’ordine, mentre l’ellisse (che poi è, se si vuole, la forma di una vagina, con i due fuochi che sono il clitoride e la cavità…non so come si dice…dai, avete capito!) ammette l’imperfezione, o meglio, è un’altra forma di perfezione non basata sull’ordine statico, rigido, circolare, appunto – “chiudere il cerchio” è l’operazione mentale di chi è stanco di coltivare il dubbio e, quindi, la ricerca).
Ultima cosa: ringrazio veramente il regista per avermi risparmiato lo stupro ante mortem di Ipazia, che, se anche storicamente non verificabile, rimane un’opzione più che credibile.
Sarei uscito dal cinema urlando di rabbia e probabilmente me la sarei presa con lui che niente c’entrava (o magari con la maschera che c’entrava ancora meno).
Invece sono uscito pieno di amarezza, perchè, come ho già detto, purtroppo è una Storia che, in un modo o nell’altro, ho già visto, già sentito (nel senso di percepito sensorialmente, addosso), già vissuto.
Ma veramente non esce in Italia?!?
Che dire…MedioEvo…
Baci a tutt* (ma in particolare ai redattori del blog).
aspetta aspetta
il fatto è che sono tutti i maschi a fare una bella figura di merda nel film, non solo i crisitani.
nel film i primi ad usare la violenza sono proprio i pagani nei confronti dei cristiani
Un film sulla libertà, sull’indipendenza di una donna, dedicato alla donna, alla saggezza della donna…più anticlericale di così…
Spero di vederlo quanto prima.
segnalo anche un romanzo uscito da poco “Ipazia, vita e sogni di una scienziata del IV secolo”
di Petta /Colavito . Lalepre edizioni.
e sottolineo che a far santo Cirillo d’Alessandria, distruttore di scienza e biblioteche, mandante dell’assassinio di Ipazia, è stato Pio XII, che ora Ratzinger vuole a sua volta fare santo. la catena è lunga. In compenso la scorsa settimana la RAi ci ha deliziato con una fiction su Agostino, contemporaneo di Ipazia, padre della chiesa e sterminatore di eretici in Africa, per lui il sesso femminile era monnezza. Chiaramente santo pure lui