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Aspettarsi qualcosa di nuovo

Non ci può essere niente di nuovo se non ti aspetti niente di nuovo. Continuavo a ripeterlo all’infinito e non riuscivo a fermarmi. Me l’hanno detto in tanti che dovevo essere più positiva, che sicuramente è stato frutto della mia suggestione, che dovevo essere realista perchè non era proprio possibile che lui si fosse interessato a me.

Eppure l’ho sentito, quella notte d’agosto, avvicinarsi al letto e infilarsi sotto quel sottile lenzuolo bianco. C’era una striscia rosa sul risvolto, questo lo ricordo bene. Accanto a me dormiva la mia amica, quella donna che aveva organizzato la festa di mia sorella. Si era offerta di ospitarmi e con lei c’era quell’uomo.

Lo trovavo affascinante, non come quelli della mia età. Mi sarebbe piaciuto se mi avesse abbracciato, una carezza sui capelli, mio padre non mi toccava mai. Si è avvicinato piano, mi ha messo una mano dentro le mutandine, aveva 13 anni più di me. Ha preso la mia mano e l’ha portata su quella strana escrescenza, quella cosa carnosa, calda, pulsante. Come fu strano sentirne il contatto perchè era tutto nuovo e non sapevo cosa fare. Non riuscivo a muovermi, a dire niente, a respirare. Facevo finta di dormire, era l’unica cosa che pensavo potesse essere utile.

Se io stavo ferma, immobile, diventavo invisibile, lui non mi avrebbe visto. Ero paralizzata e lui venne sopra di me e mi spogliò piano. Accanto a me c’era quell’altra, che forse era stata la sua donna, forse sapeva, forse no. Mi vergognavo e non capivo cosa fare. Trattenevo il respiro e lui lo tratteneva con me. Mi allargò le gambe e stava ancora sopra di me mentre io fingevo di dormire. La mia vicina di letto, ne sono certa, ha aperto gli occhi e ha visto. Lui le ha fatto cenno di non dire niente, di non svegliarmi e lei si è girata dall’altra parte.

E c’era quella cosa calda che si avvicinava alle mie cosce e me la ritrovai a premere mentre il cuore batteva a più non posso. Non sarebbe successo niente, non era niente e lui mi accarezzava i capelli e mi sussurrava che ero bella. Mi fece male e feci attenzione a non tradirmi. Non emisi un solo lamento perchè in certi casi la strategia migliore è fingere di essere morta. Eppure quello che sentivo era qualcosa di vivo, nuovo, minaccioso e affascinante allo stesso tempo.

Come quando sei curiosa di vedere cosa c’è al di la’ del ciglio del burrone, come quando vuoi guardare bene in fondo al pozzo, come quando trattieni il fiato per capire quanto riuscirai a resistere sott’acqua. Sai che è rischioso ma sfidi la sorte immaginando che sei in grado di fermarti prima di morire. Ma cos’è la curiosità quando qualcuno ti porta sul ciglio di un burrone al buio? Non vedi i passi, non vedi il vuoto, ti devi fidare e quello che accade, inevitabilmente, è che quel qualcuno non ti aiuta a soddisfare le curiosità nella direzione che tu scegli ma ti porta nel suo buio, occhi bendati, orecchie tappate, bocca cucita, a fidarti dei suoi sensi.

Imparai allora che i sensi degli altri non ti portano mai dove vorresti e che il disorientamento parte da lì: quando tutti ti dicono che quello che ti è successo è una cosa bella e che è così che si diventa grandi. Al buio, su un letto dove quella che ti ospita è complice di uno stupro, mentre tu fingi di non esistere per paura che qualcuno possa farti male, con gli occhi chiusi, la bocca chiusa, il naso tappato, esattamente come tutti ti diranno poi che funzionerà l’amore.

Non ci può essere niente di nuovo se non ti aspetti nulla di nuovo. E come è difficile costruire qualche novità quando tutti si comportano più o meno alla stessa maniera. 

Quello che uccidono di te è per prima cosa la curiosità. Ti senti in colpa per essere curiosa, perchè immagini che ogni scoperta debba costarti cara. Tutto ha un prezzo. Ed è così che misuri ogni frammento del tuo sapere. Poi impari a stare a luce accesa e ad affinare tutti i sensi. Un po’ come essere ciechi e imparare a non fidarsi mai delle apparenze. L’intuito, l’istinto, il disagio, la paura. Nulla può renderti invisibile, nulla può più spegnerti, mai più potrai fare finta di essere morta. 

La tua vita sarà la punizione per tutti quelli che ti incontreranno, vibrante, piena, senza sconti per nessuno, libera. Mai più farai finta di essere morta. Mai.

E poi lo affronterai quell’uomo che il mattino dopo ti ha portato una rosa con un biglietto in cui c’era scritto "grazie!" e gli dirai, guardandolo dritto negli occhi, che lui aveva 27 anni e tu solo 14 e che certamente non ti è piaciuto perchè non hai sentito niente a parte quella cosa calda che ti ha fatto male e che non si può considerare consenziente una ragazzina che dorme e che se anche aveva capito che fingevi di sicuro non poteva sfuggirgli che se non collaboravi come fa una donna da sveglia doveva esserci un motivo, perchè il corpo di una donna, o in quel caso di una ragazzina, non è una meta da raggiungere a più tappe, immaginando l’alt da parte di chi non capisce cosa stai facendo, di chi non sa quando è come dirti di finirla perchè ha troppa paura per parlare. 

Non ci può essere niente di nuovo se non ti aspetti nulla di nuovo e quando avrai capito com’è andata mentre tutti ti dicevano tutt’altro, mentre tutti erano troppo presi a fare passare per vera la loro versione dei fatti, a negare il tuo disagio, la tua paura, il tuo istinto, l’intuito, l’udito, l’olfatto, il gusto, il tatto, quando avrai capito com’è andata allora qualcosa di nuovo arriverà perchè il nuovo nasce quando hai lasciato vivere, esprimere, esibirsi, e poi morire, il vecchio.

Non ci può essere niente di nuovo se non ti aspetti niente di nuovo. Da te stessa, mai da loro.

—>>>foto da riotclitshave

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