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Non in nostro nome

Ci risiamo. Ne parlavamo già ieri ma vale la pena approfondire. La proposta della carfagna di modifica della legge basaglia non è nuova. Nuova è l’opportunità fornita dal recupero di un linguaggio che ha rimesso la "follia" al centro di valutazioni securitarie.

Una insistenza sospetta se si pensa ai moltissimi casi in cui si sono attribuiti gesti aggressivi alla malattia mentale. Non serve tirare in ballo bucalo e l’antipsichiatria per dire che la malattia mentale non esiste. Non serve neppure ricorrere ai testi sulla storia della follia di foucault. Basta fermarsi a quello che diceva basaglia:

"La
follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente
come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile,
dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica
una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo
scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d’essere.
"

Da wikipedia:

"La legge 180, Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori, del 13 maggio 1978, meglio nota come legge Basaglia (dal suo promotore in ambito psichiatrico, Franco Basaglia) è una nota e importante legge quadro che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Successivamente la legge confluì nella legge 833/78 del 23 dicembre 1978, che istituì il Servizio Sanitario Nazionale.

La legge fu una vera e propria rivoluzione culturale e medica,
basata sulle nuove (e più "umane") concezioni psichiatriche, promosse e
sperimentate in Italia da Franco Basaglia.

Prima di allora i manicomi
erano poco più che luoghi di contenimento fisico, dove si applicava
ogni metodo di contenzione e pesanti terapie farmacologiche e invasive,
o la terapia elettroconvulsivante
(che per alcuni casi viene tuttora utilizzata).

Le intenzioni della legge 180 erano quelle di ridurre le terapie
farmacologiche ed il contenimento fisico, instaurando rapporti umani
rinnovati con il personale e la società, riconoscendo appieno i diritti
e la necessità di una vita di qualità dei pazienti, seguiti e curati da
ambulatori territoriali.

La legge 180 demandò l’attuazione alle Regioni, le quali
legiferarono in maniera eterogenea, producendo risultati diversificati
nel territorio. Nel 1978 solo nel 55% delle province italiane vi era un
ospedale psichiatrico pubblico, mentre nel resto del paese ci si
avvaleva di strutture private (18%) o delle strutture di altre province
(27%).

Di fatto solo dopo il 1994, con il Progetto Obiettivo e la
razionalizzazione delle strutture di assistenza psichiatrica da
attivare a livello nazionale, si completò la chiusura effettiva dei
manicomi in Italia.

Nonostante critiche e proposte di revisione, la legge 180 è ancora la legge quadro che regola l’assistenza psichiatrica in Italia."

Però quella legge, che doveva essere solo l’inizio di un percorso in evoluzione, laicizza le strutture psichiatriche, le annette agli ospedali pubblici, delega alle regioni forme di assistenza alle famiglie e di regione in regione la differenza tra i diversi livelli di civiltà che le caratterizzano sono sotto gli occhi di tutti.

La toscana è il luogo in cui furono realizzate persino delle residenze autonome per persone dichiarate affette da disagio psichico. Luoghi di assistenza diurni per sgravare le famiglie. In altre regioni il nulla assoluto. Tutto consegnato sulle spalle delle famiglie e nel caso in cui uno stupratore o un femminicida invocava l’infermità mentale lo stato faceva spallucce e diceva alle vittime che non poteva fare niente perchè era tutta colpa di quelli che avevano chiuso i manicomi.

Avere il controllo delle vite altrui, poter decidere quando e come impedire ad una donna di essere libera, ribelle, è stata una costante dell’uso dei manicomi. Tante ragazze venivano rinchiuse perchè si ribellavano al matrimonio deciso dalle famiglie o perchè erano lesbiche o scomode quando minacciavano di denunciare i padri che le stupravano. Come possiamo dimenticare proprio noi di essere state oggetto di torture fisiche a causa della di una diagnosi rispondente a pregiudizi che prendeva il nome di "isteria". Così come tante sono state giudicate schizofreniche perchè si ribellavano al volere del padre padrone.

E non importa che oggi la percezione di alcune cose sia cambiata perchè può modificarsi rapidamente, di nuovo, così come tutto sta regredendo su mille altri aspetti. Se c’è chi ritiene di poter essere detentore delle parole "libertà" e "amore" tutto il resto è punibile con il carcere o compatibile con i trattamenti psichiatrici.

Il controllo dei corpi è una costante di questo governo: l’obbligo all’alimentazione e idratazione forzata, addirittura la proposta di trattamento sanitario obbligatorio per chi soffre di disturbi dell’alimentazione, il divieto di autodeterminazione, nessuna libertà di scelta, l’impedimento, persino, di poter contare sulla decisione dei genitori nel caso in cui una ragazza voglia fare un intervento chirurgico. Genitori privati della tutela del figlio e della figlia. I figli consegnati alla tutela dello Stato che prevarica tutto e reprime disagi che lo stesso stato e la società tutta provocano.

Non si agisce sul mercato del lavoro per impedire che qualcuno vada fuori di testa per disoccupazione. Si reprime il disoccupato. Non si agisce sulle corporations che continuano ad esortare le ragazzine a dimagrire per essere ok. Si reprimono le anoressiche. Non si agisce su chi produce disagio sociale ma su chi lo subisce. Si creano le malattie per poter piazzare sul mercato un farmaco e favorire una casa farmaceutica. E i farmaci producono conseguenze e altre malattie ed è un sistema che si autoalimenta per arricchire pochi grazie allo sfruttamento di molti. Questo è il senso in sintesi della psichiatria.

Ora la ministra dice che vogliono farlo per noi. Per sgravare le donne da questo carico. Per togliere dalle strade uomini pericolosi. Esattamente la stessa cosa che hanno detto a proposito degli stranieri ed è sempre più evidente che si cercano strumenti di controllo delle persone e che in uno schema che sta privatizzando la sanità si pensa anche ad un nuovo business.

Fino ad ora lo stato ha pensato alla privatizzazione delle carceri, dell’esercito, della "sicurezza" con le ronde. Sono privatizzati molti ospedali, si smantella la scuola pubblica per privatizzare anche quella. Si privatizzano gli esseri umani consegnati a ruoli di cura o alle tante agenzie interinali. In effetti mancava la privatizzazione dei manicomi.

Non in nostro nome. Lo stato deve offrirci strutture e servizi che ci aiutino ad avere reddito, casa, autonomia. Asili, consultori, luoghi in cui nessuno può venire a minacciarci se decidiamo di interrompere una gravidanza. Lo stato deve offrirci sostegni e soluzioni reali. Lo stato deve avviare processi di inclusione e non di costante esclusione e repressione. Di provvedimenti propagandistici, securitari e repressivi in nostro nome ne abbiamo abbastanza.

Non vogliamo la revisione della legge basaglia. Vogliamo una garanzia di esistenza. E la vogliamo proprio perchè anche noi, come tante altre persone, siamo fatti/e di ragione e follia. Ed è la follia che guarda oltre questo quadro deprimente, grigio e terribile. 

Noi crediamo ancora nelle utopie e siamo completamente "folli" e non ci rinchiuderete per questo.

Letture consigliate:

Storia delle follia – Foucault – Qui una sintesi della prima parte.

Documentatevi sulle istituzioni totali

Sorvegliare e punire – Foucault

Gli anormali – Foucault

Testi e documenti su Bucalo e antipsichiatria

Telefono viola

Contro gli psicofarmaci – campagna contro il ritalin somministrato ai bambini

Marketing della pazzia – il primo di altri video che trovate su youtube

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Omicidi sociali.


4 Responses

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  1. Natale Adornetto says

    Sugli argomenti trattati nell’articolo, penso che possano essere interessanti questo blog/archivio (ht…laroma-riavereunfuturo-sezester.blogspot.com/) e questo articolo:http://senza-futuro.blogspot.com/…-manicomi.html
    Natale Adornetto

  2. Valerio Mele says

    Ops… Che maschio distratto!… Ce l’avevate già un link antipsichiatrico…

  3. Valerio Mele says

    Qui ci sono testi gratuiti e bibliografie inerenti all’argomento. L’antipsichiatria andava di moda negli anni ’70… Ora, purtroppo, non più, a quanto pare:

    http://isole.ecn.org/antipsichiatria/home.html

    CONTINUONS LE COMBAT

  4. mancina says

    argomento “tosto”…e che mi tocca in maniera profonda.La legge Basaglia, che rappresenta veramente una rivoluzione nell’intendere il malato psichico e la psichiatria in genere, e che sarebbe riduttivo definirla ” quella che abolì i manicomi”, è stata una grande “utopia” di uomo che oltre ad essere un “medico” di quelli che esistevano una volta carico di empatia e genialità era sopratutto un uomo con profonda cultura umanistica, putroppo la sua legge, come tante cose italiane, non ha mai veramente trovato applicazione, così come lui l’aveva intesa, colpa sopratutto di amministratori locali, che nella gestione di case alternative al manicomio, hanno creato giri di affari notevoli, e le poche strutture nate da quel sogno, contano solo e soltanto sulla bona volontà di operatori seri e volontari eroi. C’è anche da dire, che sulla malattia psichiatrica esiste un gran tabù, se ne parla pochissimo, malissimo e non viene sensibilizzata la gente a saperne di più, del resto come dicevi tu, spesso la psichiatria offre scappatoie a situazioni giudiziarie ed economiche, esiste proprio un uso distorto di queste malattie, che andrebbero riproposte, sbattute sui media, andrebbe fatta una ricerca seria, impiantato qualcosa tipo telethon anche per queste malattie, ricordo un festival di sanremo di qualche anno fa, un cantautore portò alla ribalta l’argomento, con una sua canzone, lui stesso era stato credo volontario in un centro diurno e cercò approfittando della notorietà di parlarne, ma passata l’onda emotiva iniziale, è finito tutto in bolle di sapone, ora come tutte le cose “serie” , “vitali” e “civili” e sopratutto “umane”, vogliono metterci mano per farne un uso strumentale alla loro visione della gestione del popolo alias dittatura. Sono sempre più sgomenta e preoccupata per il futuro dei nostri figli, spero che gli italiani riacquistino il senso della democrazia e della civiltà altrimenti non so veramente come faremo.