[Immagine da Spinoza.it]
A proposito di comunicazione e marketing. Vendere una immagine è un’arte. Il presidente del consiglio in questo è un gran maestro e non ha nulla da invidiare a tanti altri dittatori sbracati della storia contemporanea. Effige a grandezza macroscopica, forme e geometrie autoritarie, come già potevamo vedere nella sapiente costruzione di quello che fu il congresso della nascita del pdl. L’avevamo chiamata "Resurrezione" e nei fatti, parole e gesti del premier hanno sempre in qualche modo ricordato un cristo. L’adorazione per sua madre, veronica (maddalena?), i discepoli, il martirio e ora le sue parole "d’amore" che evocano un "sacrificio" per fare placare i toni.
Quello che pensiamo su ciò che è successo lo abbiamo scritto qui, qui, qui, qui e qui.
Abbiamo letto una ottima analisi a proposito del danno all’immagine, alla figura estetica, al corpo del capo, che la ferita avrebbe causato. Se ne è parlato come di un elemento estraneo alla campagna di sacralizzazione della figura del premier.
Un corpo perfetto, trucchi e parrucchi per sembrare più giovane, chili di cerone, trapianti e questa idea della giovinezza legata alla frequentazione di belle e giovani donne.
Su questo si è basata tanta campagna contro berlusconi e la sua politica perchè se non puoi mettere in discussione quello che fa provi a minarne l’immagine, gli lavori ai fianchi, lo attacchi per farlo sembrare meno credibile come se ce ne fosse stato bisogno.
Una campagna, quella contro il premier sessista, l’abbiamo sempre detto, che rivelava un grande errore di valutazione. Farlo apparire normalmente sessista, un uomo tra gli uomini, ha accresciuto la sua fama, gli è stato utile, lo ha posto alla stessa stregua di qualunque altro maschio settantenne con pruriti giovanilisti o qualunque altro uomo comunque volgarmente "gentleman" nei confronti di tutte le donne scopabili.
La santificazione della figura del premier non è mai stata fatta di rigore, come quella dei fascisti del gruppo di An per cui l’umanizzazione coincide con una bestemmia perchè loro non vogliono essere capiti perchè umanamente deboli. Vogliono solo essere autorevolmente autoritari.
Non a caso le osservazioni fatte nei confronti della figura del premier vanno tutte in questa direzione, ovvero seguono una esigenza di "autorevolezza" e "rigore" e "decoro" che parla un’altra lingua, quella del fascismo, quella della destra piena di appeal, intoccabile nell’immagine, mai presente tra le pagine di gossip, "credibile" quando dice parole di destra per coprire i corpi delle donne. Coprirli del tutto e non soltanto quando stanno scoperti ad uso e consumo degli uomini e delle corporations.
Non si capisce dunque se al premier sia stato fatto un grande regalo, un modo per continuare a farlo sentire martirizzato, con qualche miccia accesa dal fronte di Fini che collabora o contende la leadership, seguito a ruota dalla parte ingessata del pd, anna finocchiaro in testa.
Ruoli interessanti che scoprono tante donne borghesi in tayeur a proprio agio in discussioni da salotto in cui si pronunciano parole di censura senza fare distinzione tra pratiche di destra e pratiche di sinistra, tra obiettivi di destra e obiettivi di sinistra.
Quello che a nostro avviso sfugge nell’analisi è che quel corpo, il corpo del capo, non vuole affatto apparire perfetto, vuole semplicemente apparire umano, uno del popolo, uno che può essere ferito, che è sovraesposto come tutti. Uno che non è mica vero che chiede protezione in sede giudiziaria solo per se’ per sottolineare che gli italiani non sarebbero tutti uguali, perchè lui è l’uguale più uguale tra tutti e lo dimostra il fatto che il suo martirio sanguina di sangue vero.
L’hanno chiamato tigre, leone, uomo fiero quando ferito si è rialzato per dire che può essere colpito ma, come detto anche in sede europea, c’ha le palle.
E’ un uomo che parla al suo popolo per guidarlo verso crociate di vario genere e quelli si sentono autorizzati, invasati, a seguire lui, novello giovanno d’arco, e a difenderlo a tutti i costi.
Non sorprende se ci sia dall’altro lato chi – un demente, l’abbiamo già detto – immagina che facendogli del male, l’entourage che lo circonda e l’insieme di interessi che rappresenta possa essere rimosso con lui. Non sorprende se il maketing che promuove l’immagine del premier lo tratta come un divo, una star, un catalizzatore di odio e amore, un uomo che personalizza il dibattito e gli altri, ingenui, a personalizzarlo con lui mentre tremonti fa la finanziaria, la russa mette a posto missioni militari, fini sdogana fascismo su fascismo e d’alema fa il suo sporco lavoro di sempre: escludere l’opposizione vera dalla scena politica italiana.
Il punto è che non c’è legittimazione di odio più feroce di quella che corre lungo le vie del martirio. Se critichiamo la politica del governo berlusconi, di tutto il suo governo, non dell’uomo, giacchè non è vero che fa leggi solo per se’ perchè nel frattempo favorisce fior di interessi e massacra intere parti sociali senza che nessuno dica nulla, evitiamo di fargli un favore. Se critichiamo la politica di quel governo nessuno è legittimato a inveire, insultare, vendicarsi su di noi. E non vogliamo neppure essere perdonati/e.
Noi non abbiamo bisogno di essere perdonat* perchè sappiamo perfettamente quello che facciamo. E Berlusconi no, non è il figlio di Dio. Non fosse che per il fatto che Dio, essendo frutto di un’altra eccellente campagna di marketing, non esiste.
avete perfettamente ragione. quelle ferite sembrano le stimmate e il sangue può dare l’idea delle ampolle di san gennaro. se l’hanno raccolto ci sarà un esercito in pellegrinaggio che va in adorazione.