di Viviana Esposito
Una riflessione a proposito di questo articolo: [leggi].
Si parla di un’impiegata che si prostituiva durante il periodo di malattia. Ciò che colpisce leggendo l’articolo è il modo in cui viene data la notizia. Si incentra il discorso sulla legittimità che l’impiegata aveva nel prostituirsi, perchè, come afferma il presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro, "la vicenda ha soprattutto un risvolto morale: una dipendente pubblica ha garanzie economiche, non lo fa perchè ha bisogno di soldi, ma per arricchirsi, è una questione di credibilità della persona".
Il problema dunque non è la prostituzione, ma il fatto che non sia fatta per necessità economiche ma per avidità di denaro. Abbiamo superato l’inimmaginabile. Dopo milioni di articoli che puntavano il dito contro la prostituzione, ora veniamo a conoscenza del fatto che anche nella prostituzione vanno fatti i distinguo: se lo fai per necessità ti diranno che non devi, perchè è immorale e lede la dignità tua e delle altre donne (perchè si ipotizza sempre che sia qualcosa di imposto e non una scelta consapevole), se poi lo fai per arricchirti ancora peggio perchè sei doppiamente immorale e quindi doppiamente "colpevole", perchè una donna non può vendere il suo corpo per fare più soldi, lo deve fare solo se sta davvero in una condizione di semi-povertà.
Personalmente non so perchè questa donna si prostituisse, ma qualunque sia la ragione non la trovo per nulla immorale. Queste persone che parlano di immoralità nell’arricchirsi usando la prostituzione, forse non ricordano che gli imprenditori truffano, evadono e licenziano per aumentare il loro patrimonio, non certo per necessità. Le donne però, a differenza degli imprenditori, anche laddove si prostituissero per fare più soldi, di certo non fanno male a nessun*, non mandano a spasso famiglie intere senza alcun indennizzo e non truffano i loro clienti.
Inoltre mi preme ricordare che non è vero che gli stipendi degli/lle impiegati/e sono decenti, perchè tutto dipende dal tipo di contratto che si ha. L’unica cosa che di questa notizia doveva essere messa in rilievo e che invece è passata in sordina, è che la dipendente si prostituiva durante il periodo di malattia e che dunque "mentiva", e con lei il suo medico personale che le firmava il certificato. Solo per questo credo che si possa parlare di immoralità, perchè i giorni di malattia, laddove pagati, devono essere tali, se no si truffa lo stato e a pagare siamo tutt*.
Ma nell’Italia bigotta, dove ci si scandalizza se il premier và a prostitute, e non perchè è indagato per corruzione, dove si spinge un parlamentare alle dimissioni perchè và con una trans mentre quello che aiuta gli stupratori lo si premia, non poteva di certo far scalpore la banale notizia di una dipendente che usa il vecchio trucco della finta malattia per fare ciò che vuole, ma indigna invece che si prostituiva per aumentare le sue entrate.
—>>>La foto ritrae lo spezzone degli ombrelli rossi del pride 2008. Gli ombrelli rossi stanno per la difesa dei diritti delle sex workers. Ci riguarda tutte è lo slogan scelto dalle compagne del sexyshock di bologna perchè quando si moraleggia e si impone "decoro" in realtà è una questione che riguarda tutte noi. Il clichè della puttana rispetto alla quale si mostra comprensione perchè "obbligata" dalla vita e dagli eventi, pronta ad essere redenta per una vita di stenti ma più "decorosa", così come il clichè della puttana da disprezzare perchè sceglie la professione per guadagnare di più sono regole misogine applicate su tutte le donne. Santa o puttana, in questo caso puttana santificata. Invece i magnaccia che ci guadagnano sopra, incluso quelli che guadagnano fior di quattrini sui corpi delle donne in televisione, sarebbero moralmente accettabili…
Rosa, non è vero che un uomo non può prostituirsi, non sai che esistono gli gigolò? Non è invidia, è l’ipocrisia di voler controllare le donne imponendone la castità e la fedeltà, ma contemporaneamente pretendendo prestazioni sessuali da qualunque donna. Gli uomini vogliono soddisfare il loro desiderio sessuale con qualunque donna, anche sconosciuta, ma non vogliono che una donna abbia la libertà di fare altrettanto, nè per piacere, nè tantomeno per il vil denaro.
Prostitute o no, sempre puttane siamo. E’ vero, siamo considerate così, a me hanno raccontato questa barzelletta: ci sono due tipi di donne, le puttane e le pure. Le puttane sono puttane, le pure, pure.
E’ un messaggio molto grave, anche se ha la forma scherzosa di una barzelletta e ci si aspettava che io ridessi.
Io penso che da una parte c’è invidia.Un uomo nn puo prostituirsi xke nessuno ‘comprerebbe’ il suo corpo. Da l’altra parte c’è paura per la sessualità femminile, quando è libera e consapevole. C’è molta paura che una donna faccia sesso per piacere (che sia fisico ed economico poco importa), ma la paura è proprio la ricerca del piacere femminile. Se no nn si capisce perchè nessuno s’indigna x quegli uomini che vendono e costringono le ragazzine alla prostituzione PER ARRICCHIRSI.
La cosa che mi indigna di + è che gli uomini italiani sono dei grandi puttanieri, comprano sesso e poi demonizzano chi gli vende sesso.
Cioè xke viene demonizzata la prostituta e non il puttaniere?nn sono la stessa cosa? nn fanno tutti e due sesso?
Alla fine prostitute o nn prostitute sempre puttane x loro siamo. che tristezza!