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Bagni di folla pro-galera

A proposito della giornata di ieri suggerisco di leggere una
riflessione critica di Francesco Raparelli. Parecchio dura ma che secondo me in qualche modo
centra il punto:
i bagni di folla come quello di ieri in fondo si sono già ripetuti. Ci fu quello
per l’articolo 18, un paio di milioni di persone venute da tanti pezzi
d’italia con la manifestazione promossa dalla cgil di cofferati. Poi
cofferati diventò sindaco di bologna e tutti sappiamo quanto sia stato
attento alle precarietà e quanto a favorire i bottegai.

Quella di ieri ha il merito di essere una cosa spontanea. Ma spontanea lo era davvero?
Settimane di pressione martellante da parte di quotidiani come repubblica e trasmissioni televisive come annozero
che insistono nell’offrire come unica soluzione la detronizzazione del
monarca in una modalità forcaiola hanno dato il loro risultato.

Indurre l’individuazione dei problemi italiani in un solo uomo invece che in un intero sistema che si autorigenera e che nutre se stesso è la cosa più semplice che ci sia. E con questo non voglio assolutamente dire che chi era in piazza ieri non sa pensare con la sua testa, anzi. So che
c’era tanta gente che vuole le stesse cose che voglio io, so che una manifestazione senza partito è un grande smacco per il sistema politico italiano ma so anche che vedere
tante sbarre con l’augurio del carcere per qualcuno non mi è piaciuto per
niente.

Questa è l’italia che vuole travaglio e di pietro. Non è certo l’italia che voglio io. 

Spero che la stessa folla si muova per liberare gli stranieri dai lager che non si sono meritati. 

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.


9 Responses

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  1. Aubrey says

    Vabbè, a ognuno le sue convinzioni.
    Per me non val la pena di andare oltre.

  2. fikasicula says

    cara aubrey,
    ti sono concesse tutte le repliche che vuoi e spero tu capisca che questo post è ben lontano dal voler demolire qualunque forma spontanea di ribellione. si parla di contenuti di qualcosa che esiste e già siamo ben oltre dal definire la manifestazione una cosa di per se inutile.

    travaglio è di destra detta all’inizio o alla fine non è schematismo tout court. se ci leggi e ci conosci sai bene che non usiamo suddivisioni semplicistiche. per noi destra e sinistra sono ancora valori e lui è di destra. punto. significa che vuole cose diverse da quelle che vogliamo noi.

    ciò significa che per esempio anche fini ogni tanto sembra dire cose che ci somigliano, come il papa o mille altri individui che però, e resta il però, hanno un progetto di società diverso dal mio e usano dichiarazioni e informazioni in quella direzione nella quale io certamente non voglio andare.

    la società alla travaglio è quella che brevemente ho esposto sopra e non ci piace. non c’è altro.

    e non si tratta di proposizioni più o meno civili anche se odio la parola “civile” perchè nella mia battaglia quotidiana non voglio nulla di “civile” ovvero organizzato e occrdinato con l’autorizzazione delle istituzioni e la benedizione di tutte le formule di rito. la mia lotta non sta in fila per due con il grembiulino e il fiocchetto. io sono indecorosa, libera e incivile. muovermi negli stessi ambiti e con gli stessi argomenti con i quali si muove la destra significa imbrigliare il dibattito che mi coinvolge nelle stesse formule. io ne invento un altro. non mi muovo nei contorni che creano loro, gli uni funzionali agli altri, e il mio modello di sociatà è differente.

    poi: noi non abbiamo bisogno di eroi patriarcali, duri e forti che ripropongono un modello machista. non ci interessa.

    e certamente no, non pensiamo che non possa cambiare niente. ripeto non cambia nulla seguendo quei metodi e quelle strategie.

    se pere non stare con la mafia ed essere eletta a “società civile” devo necessariamente praticare lotta “giudiziaria” a fianco dei magistrati c’è qualcosa che non va.

    io sono una cittadina, una persona, le leggi dovrebbero essere fatte secondo il modello di società che propongo io. non è il contrario.

    in sicilia abbiamo imparato a diffidare di quelle lotte che usano magistrati come eroi perchp la retorica su questo è inutile.
    ci piace peppino impastato e lui è quello che i carabinieri hanno chiamato terrorista dopo aver depistato.

    noi stiamo con lui. e il carcere continua a non piacerci.

  3. Aubrey says

    Grazie per avermi risposto (per fortuna che non è andato perso il commento, così lungo non l’avrei riscritto).

    Non voglio iniziare una polemica ma vorrei aggiungere una replica che spero mi possiate concedere.

    Per prima cosa (ma forse ho sbagliato lettura) dire “Travaglio è di destra” così, in fine commento, sembra una frase lapidaria che intende “Travaglio -comunque- tanto a posto non è”, come se l’appartenenza di parte politica fosse di per sè una suddivisione buoni/cattivi.
    Io sono “di sinistra”, odio profondamente il fascismo, Berlusconi, i berluscloni e i leghisti. Ma dire che tutta questa gente rappresenta la destra penso sia offensivo. La destra ha anche questi scheletri nell’armadio (come ne ha purtroppo pure la sinistra ad essere onesti) ma di base destra e sinistra rappresentano solo due modi diversi di vedere il mondo e di cercare le soluzioni, e dovrebbe esserci tra loro un conflitto costruttivo che muove dagli stessi principi comuni che riguardano la democrazia e la costituzione di una società CIVILE anziché la riproposizione della giungla.

    Mi piacerebbe vedere il giorno in cui si resti senza queste foglie di fico che fanno sembrare la lotta tra destra e sinistra come una guerra tra il Bene e il Male.

    Poi quel discorso sulle verità parziali di Travaglio (oltre al fatto che non sono poi così tanto parziali) non capisco che significa: sono solo la sua voce, è chiaro. Io per fortuna mi informo e completo le mie conoscenze attraverso le tante verità parziali di tanti altri (chi non è parziale? chi ha la Verità in tasca su un qualunque argomento?).

    E ancora: il fatto che i due in questione puntino al leaderismo è un altro argomento di quelli apparantemente riproposti senza riflettere, per pregiudizio diffuso.
    – Primo per ciò che fanno (almeno Travaglio, Di Pietro meno) e per come lo fanno: mi sembra abbastanza democratico intendere il mestiere di giornalista come colui che ha il dovere di informare nel modo più approfondito possibile coloro che di mestiere fanno altro, tenendo ben separati fatti e opinioni, affinché tutti possano costruirsi da sé le proprie opinioni. O fondare un giornale che punta sulla rete e sulle sue possibilità democratiche, che si mette in gioco non tanto per il rischio di mercato ma soprattutto per la mancanza di leadership (con le quote rigorosamente divise tra i vari giornalisti o azionisti che partecipano, senza soci di maggioranza). O continuare a elogiare o criticare le persone per i vari comportamenti e non per la loro appartenenza politica.
    – Secondo perché nel (triste) paese che ha bisogno di eroi per esserlo basta solo fare il proprio dovere. Se vieni innalzato su un piedistallo non è necessariamente perché fai qualcosa per porti sugli altri, quanto perché se tutti si abbassano resti in vista. Ecco perché ho detto che il mio non è un elogio per loro e che per me non sono eroi.

    Infine sacrosanto il fatto che l’abbiate letto e non vi piaccia. Ci mancherebbe. Ma ciò non significa che possiate usare con loro (o con lui) termini come “giustizialismo” e “forcaiolo” solo perché perché fa parte di un sistema marcio (di cui facciamo parte tutti). Fa pare dell’Italia, o del mondo, e di questo sistema, ma non lo sostiene. Anche lui spesso parla di prevenzione (cosa su cui sono d’accordo che occorra puntare). Ma da un lato accanto a ciò che si può “prevenire” oggigiorno ci sono anche cose già esistenti o esistite a cui si deve “rimediare”; dall’altro l’esistenza di un sistema giudiziario non è indice di giustizialismo, e confondere le due cose non è corretto. Il marcio del sistema è il fatto di non applicarlo, non il fatto che esista. Non piacciono i giudici? Siamo noi che non solo ce li diamo ma li costringiamo a delle regole perché non possano fare ciò che vogliono ma siano il più possibile a protezione dei deboli e degli onesti. Se i presupposti non sono uguali è lo stesso sistema che prevede degli “anticorpi” che “rimuovano ostacoli di ogni ordine e grado affinché i presupposti siano gli stessi per tutti”. Il fatto che non venga applicato oltretutto non presuppone che l’alternativa dell’autogoverno (e cosa dovrebbe essere la sovranità popolare prevista dalla costituzione?) o -peggio- dell’anarchia sia la soluzione.

    Naturalmente qui mi fermo (sperando che non sia eccessivo: so che tendo a dilungarmi tanto). E poi si comincia ad entrare in convinzioni personali e politiche che sono legittime per tutti (non di appartenenza politica, proprio convinzioni politiche)e si rischia di perdere la costruttività del confronto perché ognuno si arroca sui propri convincimenti. L’unica cosa che mi premeva dire è che questa mania del tacciare come giustizialista chiunque invochi solo un po’ di giustizia in questo mondo, perché di questo –ribadisco- si tratta, non di essere davvero giustizialisti, non fa che peggiorare la situazione di un paese che ormai la civiltà non ricorda più dove sta di casa.

    Grazie se avrete la pazienza di arrivare fin qui e di pubblicarlo.

    PS: E il fatto che dite “tanto non cambia nulla” non è da voi (per quel poco che vi conosco). L’antimafia come la lotta per la legalità si fanno combattendo (putroppo) sempre, anche contro i risultati negativi o la mancanza di risultati. Io non sono nessuno e non sempre ho voglia o tempo di fare quello che fate voi, anche qui nel blog. Ma nel mio piccolo porto avanti una lotta quotidiana (che vi assicuro è usurante) contro le stronzate dei leghisti che mi circondano (abito in provincia di Venezia), che a volte diventano anche aggressivi, e –peggio- quelli che leghisti non sono ma sono convinti che “sì, insomma, la prossima volta voto Bossi perché non si può andare avanti così…”.

  4. fikasicula says

    cara aubrey,

    certo che ti abbiamo letta e ci spiace se qualche tuo commento è finito chissà dove. qualche volta accade per problemi tecnici ma di sicuro non avremmo filtrato te 🙂
    la nostra policy è chiara. blocchiamo sessisti, maschilisti, razzisti e fascisti. tu non sei tra questi!

    per quello che dici ti assicuro che non si tratta di un giudizio che si somma ad altri ne’ di un uso spropositato delle parole.
    semplicemente noi pensamo che il sistema carcere-perdono non funzioni e che l’azione culturale e di prevenzione senza galere e senza perdoni siano più efficaci.
    sarà che abbiamo letto “sorvegliare e punire” di foucault, sarà che sappiamo come funziona il carcere perchè siamo andate a vedere, sarà che abbiamo presente l’uso della psichiatria nelle carceri e sappiamo che la teoria della giustizia uguale per tutti non esiste.
    e non è che non esiste perchè la nostra aspirazione è rientrare in quell’egualitarismo che parte da quel presupposto lì. non esiste perchè sono i presupposti a non essere eguali.
    la “giustizia” fatta da giudici e da chi li supporta è creata da un sistema di potere che preserva le proprietà. non potrebbe essere altro che ineguale. lo è perchè sta scritto nel suo dna.

    inoltre, rispetto a travaglio, che ti assicuro abbiamo letto e che non ci piace, e rispetto a dipietro, al di la’ di quanto di buono o sbagliato possano dire, fanno parte di quel segmento che punta al leaderismo dei capopolo, uomini che si sostituiscono ad altri uomini.

    diceva max weber, in storie delle dottrine politiche, che il leaderismo produce solo schemi autoritari. nel corso della storia è sempre stato così.

    noi invece auspichiamo percorsi di crescita collettiva e di governo del popolo, meglio se di autogoverno.
    e siamo già alla filosofia. dunque smetto.

    tutto ciò per dirti che no, non abbiamo usato parole a caso.
    “giustizialisti” e “forcaioli” sono quelli che si rifanno a quello schema che ho descritto.

    e non mi dice che questo crea contraddizioni perchè lo sappiamo. noi viviamo in un territorio di mafia dove da una parte c’è la mafia e dall’altra lo stato con il suo sistema di giustizia eccetera eccetera.

    sai da quanto facciamo antimafia? da secoli.
    è cambiato qualcosa?

    no.
    i cicli sono uguali e la questione è tanto più complessa di quelle verità parziali che ti dice travaglio.

    per chiarire: travaglio è di destra. questo lo dice lui, non lo diciamo noi 🙂

    ciao

  5. Aubrey says

    Io vi seguo da un po’, e anche se non approvo tutto quello che passa su questo blog per la maggior parte devo ringraziarvi per ciò che fate e scrivete.
    Soprattutto sul fronte sessismo (mi pare ovvio).
    A volte (rare) ho commentato, a volte (ancor più rare) non è stato pubblicato il mio commento.
    Ad ogni modo vi leggo spesso ma non riesco a capire come persone tanto attente all’uso del linguaggio, dei media, dei simboli e della comunicazione in generale come voi siete (cosa che apprezzo tantissimo) possano farsi accecare come tanti italiani “qualsiasi” (passatemela, è una battuta) da quest’uso spregiudicato delle parole “giustizialista”, “forcaiolo” ecc.
    Io trovo riprovevole definire giustizialista chi si batte per la legalità: essere giustizialisti e forcaioli significa battersi per eliminare il perdono, per la legge del taglione, per il desiderio di purga. Questi sono temi lontani anni luce dai vari Travaglio e Di Pietro. E questo non è un loro elogio, per favore non fate come i tanti berluscones “o con noi o contro di noi”. Hanno sicuramente difetti, idee sbagliate e soprattutto diverse (come tutti gli esseri umani) ma ciò non significa che non si possa apprezzare una parte di loro senza per questo apprezzarli in toto.

    Chiedere legalità (specie in un paese che non ha più nemmeno la capacità di distinguere tra il bene e il male, e che spesso elogia i furbi e i prepotenti e disprezza gli oppressi e i diversi) non significa impedire il perdono dei colpevoli, dei pentiti, o dei deboli che rubano per necessità. Forse se leggeste qualcosa di Travaglio (scrive molto e molto più di Di Pietro, quindi è più facile) vi accorgereste che non si fissa né sui deboli né sul giustizialismo.

    Ma fa comodo ad una parte del paese (non ad una divisione politica, ma alla compagine di disonesti piccoli e grandi) fingere che siano entrambi giustizialisti. Se tanto chi commette reati (e non è sempre sbagliare: io so che certe cose non le devo fare, non è che le faccio per sbaglio) non paga mai, o quantomeno non gli viene mai chiesto conto (che è anche peggio, perché il perdono può arrivare se alla base c’è la consapevolezza di aver fatto qualcosa che non va, altrimenti non è perdono, opportunità, seconda chance, ma è lassismo) si induce chiunque a reiterare o peggiorare (la società civile si distingue dalla giungla perché ci si danno delle regole da rispettare, o no?). Buon per voi se avete fiducia nella umana specie e nel suo istintivo esser buona, a me sembra che il mondo dimostri il contrario.

    Infine mi sembra ovvio -ma ripeto, dovreste leggerlo e conoscere ciò che dice per accorgevene- che Travaglio (almeno, ma anche Di Pietro) usa scagliarsi contro i colletti bianchi che ne fanno di cotte e di crude, che elevano l’ipocrisia a sistema, che se la prendono coi deboli e si permettono di calpestarli. Piuttosto che coi deboli e con chi sbaglia. E questo non ne fa eroi, ma persone di buon senso.

    ps: scusate se è OT rispetto alla manifestazione, ma mi sembra che rientri nella critica di fondo fatta alla manifestazione: il giustizialismo.

  6. giulia says

    si, è verissimo ma è anche vero che si è dimostrato che la massa di gente che si muove su internet non è una folla virtuale. questo. almeno sul piano degli strumenti da usare per organizzare le cose, dovrebbe dirla lunga a tante persone che pensano di andare avanti con le tivu’.

  7. MILENA says

    ciao, sono una studentessa e quest’articolo mi ha colpito tantissimo. Parto dal fatto che io ieri ero alla manifestazione, nonostante non fossi pienamente convinta.Mi sembra ovvio e palese dire che questa manifestazione abbia avuto come scopo primario, da parte di chi ha organizzato, quello politico ma avendo parlato e avendo ascoltato cio che tra la folla si commentava e ciò che anche personaggi saliti sul palco dicevano, non ho trovato inutile essere li e gridare vai via berlusconi! e non mi è sembrato nemmeno di scherarmi con di pietro o chi che sia. Berlusconi per la maggior parte delle persone che erano li ieri era solo la goccia dell’oceano di m**** che esiste in Italia che a suo beneficio e a nostro malgrado ricopre un ruolo di rappresentanza e decisione per tutta la popolazione italiana. è certo, che nn è solo lui il problema!
    ma scusa, allora cosa vuoi dire che non è un bel augurio la galera a un personaggio cosi malavitoso come silvio??? cosa gli diamo? un premio, tipo Obama? vorrei solo capire.
    e riportando una frase che è stata detta ieri da una citttadina dell’abruzzo finisco con il mio lungo commento: stiamo solo facendo la guerra tra poveri! e questo non credo vada bene.
    P.S. sono daccordo che la stessa folla si muova per un fine cosi importante quale la liberazione dai lager che gli stranieri non meritano!

  8. Mario says

    Sono completamente d’accordo con te, anche se è naturale che spunti fuori l’immagine delle sbarre, viste le tali e tante schifezze di cui si è macchiato il personaggio in questione.
    Se poi volessimo fare una critica non del modello di Stato carcerario alla Di Pietro, ma più in profondità dello strumento-carcere, assolutamente inadeguato a ciò che per la stessa Repubblica italiana dovrebbe essere il fine della pena (la riabilitazione), certo non potremmo pretendere che una manifestazione contro il simbolo di ogni nefandezza si proponga per forza un obiettivo così raffinato.
    Naturalmente, concentrare l’attenzione su Berlusconi tende a nascondere tutto il resto del problema: se credessi nello strumento carcerario lo vorrei in prigione (chi, più di lui, se l’è meritata?); ma mi basterebbe saperlo innocuo (ci andrà mai in pensione?); ciononostante, credo proprio che se morisse non sprecherei una lacrima per lui; in ogni caso, però, il problema va ben oltre la sua persona, con un modello politico e sociale assolutamente replicato dal Pd e da molti di quelli che non vedono male l’ipotesi di un berlusconismo senza Berlusconi.
    Se governasse Bersani, io sarei sempre convintamente all’opposizione. I veri poteri sono una costante trasversale a qualunque schieramento e non si esauriscono in un personaggio solo, neppure quando si tratta del peggior presidente del consiglio degli ultimi 150 anni (precedenti governi Berlusconi compresi).
    Forse incentrare tutto sulla sua figura impedisce di vedere l’ampiezza del problema. Io credo però che tutto ciò che può dare una spallata a questo presidente e a questo governo sia assolutamente benvenuto…

  9. effe says

    sono completamente d’accordo. a me dispiace che per esempio repubblica, ma anche l’unità, continuino a cavalcare la faccenda perchè le motivazioni di chi c’era vengono comunicate a seconda della convenienza di chi pubblica.
    tutto quello che non era argomento pro-galera a berlusconi non viene neppure detto…

    ciao 🙂