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Morire d’aborto e di razzismo

[Immagine dell’artista Eric Drooker]

Recupero una notizia fondamentale che prima di me, per fortuna, hanno raccolto Marginalia e NoBlogo.

Si parla di donne morte per aborto in una nazione che si ritiene civilizzata. Responsabile di queste morti è il "pacchetto sicurezza" che impedisce alle donne straniere di accedere alle strutture ospedaliere costringendole a ricorrere a metodi rischiosi e spesso letali.

Uno tra questi è il cytotec, un farmaco contro l’ulcera che preso in dosi massicce provoca contrazioni dell’utero e una inarrestabile emorragia. Per procurarselo basta recarsi in farmacia o attendere di incontrare un qualunque spacciatore d’aborto che prolifera nel mercato nero della sanità di contrabbando come in altri tempi proliferava altro tipo di spacciatore favorito dai numerosi esempi di proibizionismo.

I giornali ovviamente non riportano la notizia come si dovrebbe ma addirittura addebitano la questione alla cultura etnica delle donne morte.

Lo rileva NoBlogo che mette in evidenza come Repubblica, quel bel giornalone democratico che ci piace tanto, parli di morte a causa della cultura rom mentre riporta notizie sbagliate persino sulle settimane di gravidanza della donna coinvolta.

In un secondo articolo repubblica corregge il tiro sulla faccenda ma tutto resta comunque contestualizzato e relegato al ruolo di tragedia etnica.

Non c’è molto da aggiungere rispetto a questa questione se non l’invito alle donne, ma anche agli uomini, a non chiudere gli occhi. Oltretutto quando si tratta di questo tipo di situazioni le donne sono discriminate a prescindere dalla etnia di provenienza. 

Se sei donna e abortisci già c’è chi ti augura di morire tra le fiamme dell’inferno. Se sei anche rom poi meriti tutta la sofferenza possibile. E badate, donne, sorelle, amiche, che quello che capita alle sorelle rom può capitare anche a noi. Ci riguarda. Ci riguarda tutte.

Non si tratta della ru486 cui noi pretendiamo di accedere perchè come dice l’ADUC è preferibile all’intervento chirurgico. Si tratta del diritto alla salute. Del diritto a non morire d’aborto nel 2009. Il fatto che accada anche per una sola donna è come se accadesse a ciascuna di noi.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Precarietà.