Viviana ci propone questa riflessione. La condividiamo con voi. Buona lettura.
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Vi invio questi due link perché li ho appena visti e li ho trovati molto interessanti.
Trasmissione de LA 7 – "Così stanno le cose" : VIOLENZA, UNA QUESTIONE MASCHILE? (1a parte)
Trasmissione de LA 7 – "Così stanno le cose" : VIOLENZA, UNA QUESTIONE MASCHILE? (2a parte)
All’inizio della trasmissione si mostrano due manifestazioni, quella di Maschile Plurale e quella intitolata "Take Back the Night". Per quanto riguarda quella di Maschile Plurale sono felice che finalmente si sia presa in esame la questione della necessità della presenza maschile nell’affrontare e trovare insieme una soluzione al problema della violenza sulle donne.
Però nel mostrare questa manifestazione, a me è sembrato, che si mandasse un segnale sbagliato: ovvero che alcuni uomini hanno deciso di discutere seriamente sulla questione della violenza sulle donne ma lo hanno fatto tra di loro, senza ricordare che Maschile Plurale gli altri anni aveva partecipato alle manifestazioni del 25 novembre ed era stato posizionato alla fine del corteo.
Infatti la Rauti prende la palla al balzo e parla di "contrapposizione tra i generi", che giustamente non servono a nessun* ma che sfortunatamente in questo caso non è partita dagli uomini di Maschile Plurale e per onor di cronaca andava detto.
Personalmente credo che alla Rauti non sia piaciuta la nota riportata da un uomo di Maschile Plurale che informava che il ministro delle pari opportunità spagnolo li riceverà per parlare con loro del "telefono uomo" mentre con quello italiano non hanno mai avuto contatti.
Su questo argomento, che reputo innovativo, il signor Battista del corriere della sera storce il naso, perché non ne trova l’utilità dato che secondo lui un uomo prima di picchiare una donna non chiama il telefono uomo.
Ma questo giornalista sa innanzitutto a cosa serve un telefono uomo, rosa, bambini ed ecc? Semplicemente a chiedere aiuto, a parlare e a trovare conforto e una soluzione ai problemi.
Per quanto riguarda invece Take Back the Night mi sono davvero rallegrata dato che finalmente si chiarisce che quella non era una fiaccolata in nome di Brenda, ma che era un modo per ridiscutere la questione della sicurezza e dire no alle norme messe in atto dal governo, che non fanno altro che toglierci libertà.
Nella seconda parte della trasmissione invece si mostra un centro antiviolenza e si fanno ascoltare alcune storie di donne che hanno subito diversi tipi di violenza. Nel guardare ed ascoltare tutto ciò si capisce quanto i centri antiviolenza siano importanti, anzi fondamentali per la lotta contro la violenza sulle donne.
Eppure, come ben dirà la sociologa Giomi, il governo proprio ai centri destinerà solo 20 milioni di euro rispetto ai 138 milioni di euro destinati ai Cie, quei luoghi nati con la strumentalizzazione della violenza sulle donne e dove uomini, donne, trans, ed altri subiscono ogni tipo di abuso e violenza.
A sentire tali affermazione la Rauti scalpita e subito ricorda che il governo sta facendo molto, anche rispetto al passato, che 20 milioni euro non sono pochi (affermazione che trova l’appoggio di Battista che aggiunge anche che secondo lui non sono i soldi a fare la differenza… ma quest’uomo crede che i centri antiviolenza si sostengano da soli? Dove li trovano i soldi per affrontare tutte le problematiche che gli si presentano quotidianamente?) perché saranno rinnovati anche gli altri anni (chissà con quali soldi… anche in questo caso suppongo con quelli dello scudo che non basteranno a fare nulla ma nel frattempo sono serviti agli evasori e ai criminali).
La Rauti ha parlato anche di una proposta di legge che al momento è al Senato ma che se convertita in legge potrebbe dare “un processo breve e certezza della pena”. Ma la legge a cui fa riferimento è la stessa che aiuterà Berlusconi a non andare in galera poiché estingue i processi che non si chiudono entro due anni.
Tra le tipologie di processi la legge include anche quelli per i reati di “violenza sessuale” nell’ipotesi di minore gravità, nonché di “atti sessuali con minorenne che ha compiuto 16 anni” nell’ipotesi in cui a commetterli siano l’ascendente, il genitore anche adottivo, il di lui convivente o il tutore del minore stesso, che se non si chiuderanno entro due anni andranno estinti e tenendo presente che l’iter per un processo è sempre quello, dato che non si fa nulla per migliorarlo, ma le scadenze di una sentenza si accorciano ogni anno, questi processi saranno nulli.
A questo la Rauti si riferiva? Alla possibilità di non vedere condannato il proprio aguzzino? Inoltre la Rauti parla anche della legge sullo stalking, che secondo lei è stata molto utile e che ha già portato a non so quante denunce. Urlerei MIRACOLO!!! Peccato che si trattano di denunce che non hanno seguito, che non impediscono a tuo marito, ex, fidanzato, compagno di venire sotto casa e continuare a minacciarti, picchiarti o ucciderti, come dimostra la testimonianza di Barbara che ha denunciato 15 volte il marito ma ciò nonostante lui ha provato a strangolarla e dopo tutto è ancora libero.
E’ la prova che questa legge da sola non basta e che bisogna impedire a questi uomini di proseguire nei loro intenti. Poi ci si meraviglia che una donna su tre subisce una violenza.
Alla Rauti tutto questo sembra strano, perché loro le leggi le fanno… peccato che si siano concentrati solo sulla lotta allo straniero che stupra le donne italiane e abbiano dimenticato la violenza domestica, le molestie, il mobbing, gli abusi ecc che sono perpetuati da uomini italianissimi.
Secondo i dati ISTAT del 2007, perché abbiamo solo questi e c’è da domandarsi il perché, solo il 7% delle donne denuncia e dopo tutto quello che ha visto e sentito Battista si chiede ancora il perché, mettendo in dubbio in qualche modo anche la veridicità degli stessi dati. Negare l’evidenza ad alcuni fà comodo ma non risolve nulla.