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Brescia: che c’entra Rolfi con il 25 novembre?

Sconvolgente manifestazione dell’UDI contro la violenza maschile alle donne.
Sabato pomeriggio 21 novembre a Brescia l’UDI ha organizzato la manifestazione nazionale contro la violenza alle donne: la piazza era piena.

di Monica Perugini

da www.proletaria.it

Nonostante decenni di militanza, lotte e cortei non riuscivamo a ritrovarci in quella piazza che avrebbe dovuto unire tutte le donne impegnate contro la violenza maschile che le donne subiscono sempre di più in famiglia, sul posto di lavoro, in una società attraversata da odio razziale, intolleranza e mancanza di diritti proprio a causa ed attraverso l’uso distorto del diritto e di una legislazione che bada alla sicurezza dei nostri portafogli (resi vuoti dalla crisi) e non alla dignità delle persone, in particolare di quelle che una cultura ostentatamente maschilista e patriarcale, costringe deboli e sottomesse.

A parte il giudizio sulla coreografia da convention, giudizio personalissimo ma negativo perché distante anni luce da quella espressione multicolore, diversificata, dialettica e ironica anche nella sintesi degli slogan, che ben rappresenta quella cultura delle differenze (anche personali) che ha mantenuto vivo, intenso, critico e polemico il movimento delle donne, pure nei più bui periodi di crisi, a preoccupare sono stati i contenuti e i messaggi che questa parata fatta propria dalle amministrazioni della destra razzista e intollerante bresciana, ha trasmesso alla piazza ed alla città, scippando manifestazione e messaggio ad un UDI che, ci chiediamo, sia essere stata consapevole o meno dei quanto accaduto.

Se per l’ UDI nazionale questa consapevolezza era stata messa in conto, c’è da preoccuparsi e non poco, così come se non lo è stata, giacché una simile sottovalutazione da parte di una organizzazione che ha mobilitato centinaia di donne giunte da tutta Italia, soprattutto grazie alla massiccia presenza delle donne del sindacato e delle associazioni di solidarietà dell’Emilia Romagna, è a dir poco incomprensibile.

La piazza era divisa in due, tutta però monocolore, poiché le bandiere che recavano lo slogan contro il femminicidio, parola d’ordine del femminismo e di una cultura di genere che non dovrebbe lasciare spazio a dubbi, erano distribuite direttamente dall’organizzazione, rendendo curva da stadio una manifestazione che avrebbe dovuto distinguersi per il rispetto di eguali nelle differenze. Davanti alcune (poche) “organizzazioni” bresciane con le sindache e le rappresentanze istituzionali, dietro tutto il resto, con gli striscioni di regioni e città che avevano aderito alla staffetta promossa un anno fa dall’UDI nazionale.

Sul palco le organizzatrici, in un tripudio di abbracci, complimenti, autocompiacimenti e ringraziamenti che hanno preso gran parte della presentazione. Malignamente ci siamo dette che mancava solo il ringraziamento a Rolfi, il vice sindaco dai pieni poteri che ha “ripulito” Brescia da “negri, zingari e marocchini” tolto le panchine e vietato gli esercizi commerciali degli stranieri… riaperto alle auto il centro storico e chiuso le biblioteche, quando una delle comizianti lo ha ringraziato davvero …. per il solo fatto di aver piazza e palco! Ed è molto in una città che vieta le manifestazioni nel centro storico.

Non sapevamo se imprecare subito a gran voce o rifare il giro della piazza per accertarci di aver capito bene. No, sorde non eravamo! Anche perché poco dopo è arrivato il plauso alla Carfagna… sotto le bandiere dell’UDI e davanti agli striscioni della CGIL!

Le donne bresciane del movimento e che lottano davvero contro violenza e razzismo non c’erano: la casa delle donne che gestisce da anni le problematiche antiviolenza nemmeno invitata, ai collettivi femministi presenti in città è stato persino vietato di raccogliere le firme a sostegno della legge regionale di iniziava popolare per la creazione dei centri antiviolenza in Lombardia (unica delle grandi Regioni che non l’hanno approvata…) perché fanno politica, al collettivo di giuriste che ha girato la Regione a sostegno dell’ iniziativa della stessa UDI nemmeno riservato un cenno, per non parlare delle numerose realtà associative, dei gruppi di cittadine straniere che frequentano, organizzano e vivono la difficile realtà sociale di un nord per pochi, omologato sotto le bandiere della destra.

Come sia stato possibile per l’UDI condividere la piazza con ‘sta gente, rifiutarsi di inserire come fondamentale della giornata il principio e la pratica antirazzista quale elemento discriminante contro la violenza alle donne, non appare scusabile e non solo perché l’UDI naviga da molto nelle acque complicate della “politica di genere e non solo” e conosceva bene dove andava a parare quando ha deciso di stabilire la tappa finale della manifestazione in un Brescia dove la destra razzista ha strumentalizzato in modo raccapricciante la vicenda di Hina, ma anche assistendo all’autocompiacimento di chi si pavoneggiava sul palco con movenze e gergo mutuato “paro paro” da biechi stereotipi sottoculturali della televisione berlusconiana con gli urletti alla “siete caldi”, “italia uno” e via annegando ….. fino ai ringraziamenti personali che hanno sostituito contenuti e proposta.


La piazza delle seconde file, era per fortuna sbigottita e meno male che la base almeno regge. C’è da chiedersi se rifletterà su questa bella scampagnata dove donne impegnate ogni giorno in progetti di solidarietà sono servite solamente per far da coreografia alle fans di Rolfi e della sua giunta di razzisti intolleranti e maschilisti per la gioia delle proprie “presentatrici” che la prossima volta, non ci stupiremmo, anzi lo prenderemmo come un segnale chiarificatore, potrebbero presentasi a braccetto con la Santanchè che, dopo la triste strumentalizzazione della vicenda della giovane Hina, ce l’ha fatta a rendere Brescia “laboratorio politico” della “sua” cultura di genere.

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Scritti critici.