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Violenze sulle donne migranti fuori e dentro i Cie: un dossier di Noi non siamo complici!

Dalle donne che hanno avviato in alcune città italiane la campagna antirazzista “Noi non siamo complici” un dossier che raccoglie vicende alle quali è impossibile non dare attenzione. Sono vicende che hanno come vittime tante donne straniere, persone invisibili rese sempre più senza diritti con la legittimazione del supporto o dell’indifferenza di molti/e. Perciò c’è chi urla “Noi non siamo complici”. Il 25 novembre in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne diverse iniziative itineranti di informazione e sostegno alle donne recluse nei Cie saranno realizzate a Roma, Bologna, Milano…

Intanto eccovi il dossier: da scaricare online o da leggere, copincollare e diffondere dal testo riportato sotto.

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Uno slogan con cui è incominciato un percorso di donne contro i Cie come luoghi
privilegiati di violenza contro le donne; uno slogan che ora è diventato un nome collettivo…

NOI NON SIAMO COMPLICI!

Due anni fa siamo scese in piazza a Roma in 200mila per dire che “la violenza maschile contro le donne comincia in famiglia e non ha confini” e che nessun “pacchetto sicurezza” doveva essere varato in nostro nome. Oggi il “pacchetto sicurezza” è in vigore, i respingimenti alle frontiere si sono intensificati, i Centri di permanenza temporanea (Cpt) sono stati trasformati in Centri di identificazione ed
espulsione (Cie) e la detenzione lì è diventata prorogabile fino a sei mesi.
La campagna istituzionale e mediatica in sostegno al “pacchetto sicurezza” è stata costruita sull’equazione razzista clandestino=stupratore, ma la realtà è ben diversa: le profughe respinte alle frontiere e rimandate in Libia subiscono stupri e terribili violenze nei campi di concentramento libici finanziati coi soldi
italiani e intanto qui, in Italia, le donne migranti quotidianamente subiscono violenze dentro e fuori i Centri di identificazione ed espulsione. Violenze che molto spesso non emergono, poichè le vittime vivono una doppia condizione di ricattabilità – in quanto donne e “irregolari” – mentre i loro aguzzini italiani godono di coperture e connivenze sociali e istituzionali.
Quando queste violenze vengono denunciate molto spesso non hanno diritto di cronaca o rimangono relegate in qualche striminzito trafiletto nelle pagine di cronaca locale dei media di regime – che, non per caso, sono anche i principali strumenti delle campagne securitarie, razziste e sessiste. Stessa sorte per gli atti di ribellione e di protesta delle donne migranti. Tali notizie, destinate all’oblio, rendono visibile una realtà ben differente dalle menzogne della retorica razzista e per questo abbiamo deciso di raccoglierne le principali e più recenti in ordine cronologico. Leggendole vi sarà chiaro come in Italia le donne immigrate vengano disumanizzate e come, nei loro confronti, si riattivino quegli stereotipi del colonialismo italiano che, nel Corno d’Africa fra il 1890 e il 1941, hanno legittimato sfruttamento domestico e sessuale, abbandono di figli “meticci” da parte dei padri italiani, stupri e deportazioni.
Una disumanizzazione che, oggi, nei Cie raggiunge il suo apice. Ricatti sessuali, molestie, violenze e stupri contro le donne sono, infatti, il “pane quotidiano” in questi universi concentrazionari – per molti aspetti assai simili ai lager – sin dalla loro creazione. Già dal 1999, infatti, con l’apertura dei primi Cpt, oggi Cie, si registrano ricatti sessuali e sopraffazioni razziste e sessiste, come dimostra uno stralcio del dossier sul Cpt milanese di via Corelli,Corelli anno zero del luglio 1999, che riportiamo qui sotto.

2/6
5° ingresso
Riusciamo a vedere diversi detenuti tra cui due donne nigeriane. Entrambe dichiarano di essere in gravidanza ma di non aver potuto fareil test in quanto non avevano il
danarocon loro (il costo del test, per loro è di L. 35.000). Chiediamo delucidazioni al capitano della Croce Rossa, il quale sostiene che i test non erano disponibili sino ad oggi. Successivamente apprenderemo che una delle due è risultata positiva al test. Tra
le persone incontrate, anche uno straniero con figlio nato in Italia, e per ciò non espellibile. Dalle testimonianze raccolte in questa giornata, come dalle precedenti, emerge una situazione molto poco chiara rispetto alle donne. Quando, prima di uscire, ci avviciniamo alle sbarre, uno degli agenti ci allontana immediatamente. Alcune immigrate chiedono a
muso durose il trattamento lororiservato è diverso perché “non ricambiano” come fanno le altre. Non è che l’ultimo di una serie di indizi e di voci che circolano nel campo, riferite ai rapporti tra le detenute ed i gestori del campo. In particolare, già in un colloquio avuto precedentemente, una delle detenute ci
racconta in lacrime che quando ha chiesto una scheda telefonica ad un agente questo ha risposto, – riportiamo fedelmente – “va’ a fare un pompino come tutte le altre”.

2008

MAGGIO

Roma, 15 maggio: Alessio Amadio, 39 anni, viene arrestato per aver stuprato, minacciandola con un taglierino, una giovane romena che aveva appena iniziato a fare le pulizie nel call center di cui era titolare la convivente dell’uomo
(Fonte: la Repubblica)

GIUGNO

Milano, 5 giugno: Gaetano Calicchio, trent’anni, viene arrestato per lo stupro di una adolescente di 14 anni di origini marocchine. La ragazza, rimasta incinta in seguito alla violenza, deciderà di abortire (Fonte: la Repubblica)

Mantova, 5 giugno: don Walter Mariani, prete cattolico, finisce in un’inchiesta per violenza sessuale e falso ideologico per aver stuprato, nel 2006, tre donne immigrate che erano andate in parrocchia a chiedere un aiuto per ottenere il permesso di soggiorno
(Fonti: La Gazzetta di Mantova; Laici.forumcommunity)

LUGLIO

Milano, 10 luglio: nel Cpt di via Corelli Preziosa, una giovane trans brasiliana, viene picchiata a sangue dai poliziotti di guardia e solo grazie alla insistente determinazione delle altre trans recluse, che incominciano a protestare, a tarda ora viene portata in un pronto soccorso. Il giorno successivo lei e un’amica vengono convocate nell’uffi-
cio immigrazione del Cpt, dove l’ispettore che la notte precedente ha assistito al pestaggio si scusa, le invita a non denunciare e comunica loro l’immediata scarcerazione, consegnando un decreto di espulsione dall’Italia: entro cinque giorni se ne devono andare. Gli effetti delle violenze sono evidenti: calci, pugni e manganellate sulla testa e su tutto il corpo hanno lasciato dei segni inequivocabili. Preziosa torna a
farsi refertare al pronto soccorso, accompagnata da attiviste del Comitato antirazzista milanese e denuncia le ingiurie razziste, gli abusi, le violenze e l’omissione di soccorso da parte del personale della Croce Rossa che, presente nel Cpt, si era
rifiutato di chiamare un’ambulanza fino a che la protesta si era allargata a tutte
le sezioni ed era emersa all’esterno. Per la denuncia viene accettata la procedura d’urgenza ma a Preziosa non verrà mai concesso, nonostante i ripetuti interrogatori come “parte lesa” il permesso di soggiorno “per motivi di
giustizia”. Attualmente il procedimento risulta “insabbiato” (Fonte: Liberazione)

Torregaveta, 19 luglio: Violetta e Cristina Ebrehmovic, due ragazze rom di 12 e 11 anni, annegano in mare e i loro corpi senza vita restano per ore sulla spiaggia del litorale napoletano nell’indifferenza generale dei bagnanti, che continuano a prendere il sole come se
nulla fosse (Fonte: il Manifesto)

AGOSTO

Parma, 8 agosto: una prostituta nigeriana viene abbandonata, seminuda e ammanettata, sul pavimento di una cella del comando dei vigili di Parma e fatta fotografare mentre sta piangendo. In quello stesso comando, il settembre seguente, verrà portato il giovane ghanese Emmanuel Bonsu Foster dopo esser stato massacrato di botte ai giardini pubblici dai vigili che lo avevano creduto uno spacciatore (Fonte: il Manifesto)

SETTEMBRE

Questo mese si caratterizza per il moltiplicarsi di ordinanze dei sindaci in tutta
Italia, in particolare contro la prostituzione. Gli effetti di queste ordinanze sono
veri e propri rastrellamenti, persecuzioni e ricatti sessuali nei confronti di donne e
trans. Da lì a pochi mesi l’Italia scoprirà che fra i nove milioni clienti della prostituzione – in strada o di lusso – vi sono anche politici, alti esponenti istituzionali, preti e altri personaggi di spicco che del familismo e del moralismo hanno fatto il loro cavallo di battaglia propagandistico… diurno!

Milano, 24 settembre: quattro agenti della Polizia locale di Milano vengono condannati in primo grado a pene comprese fra i 3 anni e gli 8 mesi per i reati (a vario titolo) di calunnia, falso in atto pubblica, abuso d’ufficio, violenza privata e ingiurie. Costoro, nel marzo 2004, durante un pattugliamento in borghese avevano fermato nel piazzale della stazione centrale una donna ucraina per poi insultarla, schiaffeggiarla e portarla al comando multando-
la e denunciandola per vendita abusiva. La donna, in realtà, si trovava là per
accompagnare la zia in partenza
(Fonte: il Corriere)

OTTOBRE

Roma, 3 ottobre: Amina Sheikh Said, cinquantunenne di origini somale e con cittadinanza italiana, denuncia un episodio capitatole a fine luglio all’aeroporto di Ciampino: sarebbe stata umiliata, maltrattata, oltraggiata e tenuta nuda per ore con l’accusa di traffico di
clandestini, rapimento di bambini e traffico di stupefacenti (Fonte: il Manifesto)

Bari, 10 ottobre: Loveth James, donna nigeriana di 24 anni, viene investita mortalmente da un automobilista, mentre corre per sfuggire ad una retata poliziesca contro la prostituzione.
Un’altra ragazza straniera, al medesimo svincolo della tangenziale per San Giorgio, era morta tre anni prima travolta da un furgone mentre tentava di sottrarsi ad un controllo della polizia (Fonte: la Repubblica)

Varese, 13 ottobre: una ragazzina di origine marocchine viene picchiata sul bus da un gruppo di coetanei perché si era seduta in un posto “per italiani”
(Fonte: Osservatorio sul razzismo in Italia)

NOVEMBRE

Cagliari, 11 novembre: una giovane romena denuncia di non riuscire a trovare una stanza in affitto a causa della sua nazionalità (Fonte: Osservatorio sul razzismo in Italia)

Roma, 21 novembre: condannati Giorgio Campanari e Stefano Fortini, agenti della Polfer che per anni, in questura, hanno costretto a rapporti sessuali prostitute migranti. In cambio avrebbero chiuso un occhio sulla loro “clandestinità” (Fonte: Osservatorio sulla repressione)

Milano, 27 novembre: Agostino Ardigò, pensionato italiano, viene arrestato con l’accusa di aver comprato in Mozambico una donna di 27 anni e di
averla tenuta sequestrata in casa propria per otto mesi, violentandola ripetu-
tamente, costringendola a rapporti sadomaso e a prostituirsi. (Fonte: il Corriere)

2009

GENNAIO

Novara, 9 gennaio: un industriale, proprietario di due ditte di abbigliamento e sartoria nel novarese, viene indagato per il caso di 50 finte assunzioni di transessuali come operaie nelle sue “fabbrichette”. Per ciascuna pratica il guadagno era cospicuo: 50 euro per
ogni busta paga, 200 euro per il contratto di soggiorno e 150 per la dichiarazione di assunzione. Si calcola che i profitti sulla pelle delle trans per questo imprenditore abbiano raggiunto i 20mila euro nel giro di sei mesi. Nel maggio 2009, a Milano, verrà poi
arrestato un affermato commercialista ultrasettantenne – cognato del banchiere Michele Sindona, e terminale finanziario degli interessi della ’ndrangheta in Lombardia, Svizzera e Lussemburgo – che aveva organizzato un incredibile mercato di documenti
falsi – contratti, buste paga, lettere di assunzione – arricchendosi sulla pelle
di 4-5mila immigrati/e vittime delle leggi razziste (Fonte: il Giornale)

Ascoli Piceno, 19 gennaio: una donna cinese di 43 anni muore mentre cerca di sfuggire a un controllo dei documenti di soggiorno da parte della polizia. Nel tentativo di fuga era salita sul tetto della fabbrica in cui lavorava in nero ma il tetto, di eternit, era crollato facen-
dola precipitare per sette metri (Fonte: Informa-azione)

FEBBRAIO

Lampedusa, 1-2 febbraio: nella notte, nella base Loran di Lampedusa, dove sono detenute un centinaio di donne migranti, scoppia un incendio. Le migranti avevano già denunciato le
pessime condizioni di vita nella base, tra l’altro sprovvista di certificati di agibilità e antiincendio. Le detenute cominciano uno sciopero della fame (Fonte: Collettivo comunista di via Efeso)

Bolsena, 1 febbraio: un barista italiano viene arrestato per aver aggredito e stuprato la ex convivente di origine cilena (Fonte: Osservatorio sul razzi- smo in Italia)

Alcamo, 12 febbraio: una giovane romena di 21 anni viene ripetutamente violentata e costretta a prostituirsi da tre connazionali e un italiano, Vincenzo Di Franco (Fonte: la Repubblica)

Sesto San Giovanni, 16 febbraio: una donna ucraina di 36 anni, in risposta ad un annuncio, si reca ad un colloquio per essere assunta come badante. Una volta nell’appartamento viene
però violentata dal presunto datore di lavoro, un camionista italiano di 52 anni, di cui i giornali forniscono solo le iniziali, A. M. (Fonte: il Corriere)

Torino, 20 febbraio: proteste nel Cie di Corso Brunelleschi dopo che una donna, venuta a portare un pacco a migranti detenute/i, viene allontanata in malo modo dalle guardie (Fonte:
Macerie)

MARZO

Bari, 21 marzo: Joy Johnson, giovane nigeriana di 24 anni sprovvista di permesso di soggiorno, muore di tubercolosi polmonare avanzata. Non si era fatta visitare in ospedale per paura di
essere espulsa anziché curata (Fonte: la Repubblica)

Napoli, 31 marzo: all’ospedale Fatebenefratelli di Napoli i medici denunciano una donna della Costa d’Avorio, Kante, che vi si era recata per partorire. Diventa, così, operativo prima ancora di essere legge (in attesa di essere approvato alla camera) l’articolo contenuto nel pacchetto sicurezza che prevede la cancellazione della
norma che impone al personale sanitario di non denunciare i/le migranti privi/e di permesso di soggiorno che si rivolgono alle strutture pubbliche (Fonte: Coordinamento migranti)

APRILE

Piedimonte Matese, 30 marzo-1 aprile: Antonio Maio, 50 anni, e i suoi due figli, Vincenzo e Graziano (32 e 34 anni), vengono arrestati con l’accusa di stupro di gruppo ai danni di una ventunenne ucraina (Fonte: Alto casertano)

Conegliano Veneto, 8 aprile: una ventenne di origine nigeriana, su segnalazione di un medico, viene prelevata dalla polizia al Pronto Soccorso dell’ospedale di Conegliano, condotta al commissariato e arrestata. Al processo per direttissima ha avuto l’intimazione a
lasciare il territorio italiano. La notizia appare sui giornali il 13 aprile (Fonte: Melting Pot Europa)

Torino, 15 aprile: una ragazza italo-somala viene aggredita alla fermata dell’autobus in piazza Carducci da un sessantenne italiano che prima la investe con insulti razzisti e poi la picchia con il suo bastone da passeggio (Fonte: la Repubblica)

Provincia di Bologna, 20 aprile: un uomo italiano ha ripetutamente stuprato, massacrato di botte fino a spaccarle i denti, minacciato di cospargerla di benzina e darle fuoco se lo lasciava e infine fatto abortire a suon di calci e pugni, la sua convivente, una giovane donna
polacca (Fonte: Marginalia)

MAGGIO

Bologna, 4 maggio: una ragazza di origine tunisina, Raya, viene picchiata nell’infermeria del Cie di via Mattei. Raya racconta di essere stata picchiata da un poliziotto in borghese e lasciata svenuta nel locale, per poi essere riportata nelle camerate del centro (Fonte: Scheggia)

Roma, 7-8 maggio: nella notte, una donna tunisina, Mabruka Mimuni, si suicida nel Cie di Ponte Galeria a Roma impiccandosi con un maglione. In Italia da molti anni, sarebbe stata espulsa l’indomani. Il suo corpo è ritrovato dalla sua compagna di cella, alle sei del mattino. Tutte le detenute cominciano uno sciopero della fame che si estende anche al settore degli uomini (Fonte: Marginalia)

Vicenza, 8 maggio: un italiano di 60 anni malmena una quarantaseienne marocchina perché ha il volto coperto da una mascherina sanitaria per motivi di salute. La donna, dimessa dall’ospedale con una prognosi di trenta giorni per denti rotti e contusioni varie, denuncia il suo aggressore che viene arrestato (Fonte: Osservatorio sul razzismo in
Italia)

GIUGNO

Mese di panico tra le donne che lavorano come colf e come “badanti” nelle case
italiane: con l’approssimarsi dell’approvazione del DdLsulla “sicurezza”, infatti, 600mila tra colf e badanti rischiano l’espulsione e pene pecuniarie consistenti.

Roma, 6 giugno: una giovane donna romena di 24 anni, prostituta, viene sgozzata in un albergo da un suo cliente abituale italiano, Massimo Romagnoli, di 25 anni (Fonte: il Corriere)

Bari, 10 giugno:Vira Orlova, 39 anni, originaria dell’Ucraina, badante a Bari, muore per un’emorragia in seguito ad un aborto spontaneo. La donna non si era recata al pronto soccorso per paura di essere denunciata in quanto priva di permesso di soggiorno (Fonte:
Storie Migranti)

Milano, 15 giugno: due finanzieri di 25 e 30 anni, durante un controllo di servizio costringono ad un rapporto orale una prostituta ventenne di origini romene (Fonte: Osservatorio sul razzismo in Italia)

LUGLIO

Milano, 7 luglio: il Tribunale civile accoglie il ricorso di una donna ecuadoregna contro il Comune di Milano che non vuole accettare l’iscrizione di suo figlio alle scuole estive in quanto la madre è priva del permesso di soggiorno. La donna vincerà il ricorso ma il Comune le chiederà anche il pagamento dei giorni in cui il figlio non ha
potuto frequentare il Centro estivo in attesa del ricorso (Fonte: Proletari@)

Torino, 23 luglio: una donna nigeriana viene aggredita, presa a sassate e insultata in un giardinetto da un gruppo di anziani italiani, dopo che il suo bambino con problemi di autismo aveva tirato una pietra verso il gruppo. “Porta quel bastardo di tuo figlio in manico-
mio” e “Torna al tuo paese” le frasi che le sono state rivolte (Fonte:
Osservatorio sul razzismo in Italia)

AGOSTO

Ponte San Pietro, 7 agosto: Fatima, una ventisettenne originaria del Marocco, si suicida gettandosi nel fiume Brembo, nel bergamasco, perché terrorizzata dalla condizione di “clandestina” in cui l’ha gettata il DdL sulla “sicurezza”
(Fonte: Il Manifesto)

Milano, 21/28 agosto: durante una delle prime udienze del processo ai 14 detenuti del Cie di via Corelli per la rivolta del 13 agosto, all’arrivo dell’ispettore-capo del
Cie due delle cinque donne arrestate, di origine nigeriana, Joy ed Hellen, ricordano come, all’inizio di agosto, costui sia entrato di notte
nella loro stanza e si sia gettato addosso a Joy palpeggiandola. Nei giorni precedenti l’ispettore le aveva proposto la libertà in cambio di un rapporto sessuale; sarebbero stati proprio i suoi ostinati rifiuti a concentrare la repressione contro di lei e contro le ragazze della sezione subito dopo la sommossa: manganellata ripetutamente insieme alle sue compagne quando erano già tutte ammanettate, Joy ha ricevuto un pugno in faccia dall’ispettore-capo in persona (Fonte: Macerie)

OTTOBRE

Genova, 23 ottobre: Giuseppe Comparone, direttore del carcere femminile di Genova Pontedecimo, viene sospeso per aver abusato sessualmente di una detenuta marocchina (Fonte: il Corriere)

Bologna, 28 novembre: una giovane donna proveniente dalla Costa D’Avorio, Salmata Bamba, viene portata su due piedi nel Cie di via Mattei dopo esser stata arrestata in questura dove si era recata per ultimare le pratiche di regolarizzazione (Fonte: Marginalia)

NOVEMBRE

Roma, 3 novembre: viene arrestato un tecnico radiologo che, spacciandosi per medico, violentava le pazienti dopo averle narcotizzate. Fra le sue vittime, almeno due donne migranti, una di origine ucraina e una albanese. Sarà la denuncia di quest’ultima a determinarne l’arresto (Fonte: il Messaggero)

Da quattro mesi due donne, una russa ed una brasiliana sposata con un italiano, sono rinchiuse nel Cie milanese di via Corelli. Come tante altre detenute, attirano le attenzioni sessuali dell’ispettore capo, attenzioni che le due donne rifiutano, ripetutamente. Ecco perchè, ci dicono, l’ispettore non fa che trattenerle, rinnovando loro la detenzione: “Vi terrò qui tutti i sei mesi”, dice. La donna brasiliana, che sta ancora aspettando l’arrivo dei documenti dall’ambasciata, qualche settimana fa, al colmo della disperazione, si è cosparsa di benzina e ha tentato di darsi fuoco.

La violenza razzista contro donne e uomini migranti trova spesso connivenze e complicità anche fra le donne italiane, come dimostrano alcuni fatti che riportiamo:

Ponticelli, 10 maggio 2008: Flora Martinelli, napoletana di 27 anni, accusa ingiustamente una donna rom di aver cercato di rapire la sua bambina. Nell’arco di pochi giorni la popolazione locale assalta e incendia cinque campi rom. Di lì a breve si scopriranno gli interessi della camorra nelle zone in cui si trovano i campi rom incendiati (Fonte: il Manifesto)

Torino, 24 novembre: Elena Cavallo viene condannata per aver ripetutamente aggredito e insultato, a partire dal 2005, una donna di origine marocchine, urlandole frasi del tipo “Sei una sporca negra. Bisognerebe tornare ai tempi di Hitler …” (Fonte: Osservatorio sul razzismo in Italia)

Udine, 23 settembre: una donna originaria del Congo, fuori dalla scuola frequentata dai figli, viene insultata e picchiata a calci e pugni da tre italiane per un parcheggio maldestro, con frasi tipo “Brutta negra torna in Africa” (Fonte: Osservatorio sul razzismo in Italia)


NOI NON SIAMO COMPLICI!

noinonsiamocomplici.noblogs.org

—>>>Immagine da Marginalia

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