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Viola di mare

Viola di mare è un film fatto da donne. Donna la regista, Donatella Maiorca, donna la sceneggiatrice, Pina Mandolfo, donna la produttrice, Maria Grazia Cucinotta. Donne le attrici protagoniste: Valeria Solarino, Isabella Ragonese, Giselda Volodi. Donna anche colei che ha interpretato la colonna sonora, Gianna Nannini. Peccato ci sia di mezzo la medusa distribuzione che di donnesco non ha niente e che ancora una volta dimostra come la cultura italiana sia piegata e totalmente dipendente dalla famiglia berlusconi.

Bisogna non pensare al fatto che è la famiglia del cavaliere che guadagna per ogni biglietto del cinema pagato, poi si riesce a godersi il film. Il mio biglietto era frutto di una raccolta punti al supermercato.

Due donne, innamorate l’una dell’altra, nella sicilia di fine ottocento. Storia drammatica che racconta il tempo in cui la ricchezza era in mano ai baroni e poi ai suoi diretti esecutori che avevano potere di vita o di morte su tutti i concittadini che dipendevano economicamente da loro.

Così mi tornano alla mente tanti racconti di mia nonna: dal potente che esigeva lo ius primae noctis dalle mogli dei viddani (contadini), a quello che pretendeva il pagamento in natura dalla moglie dei suoi creditori, a quello che picchiava la moglie e la faceva morire di parto per averla indotta più volte a fare figli in attesa dell’erede maschio, a quello che picchiava tutta la famiglia e che nella società riassumeva un ruolo preciso.

Le donne siciliane di fine ottocento, primi novecento, erano streghe per necessità. C’era la vecchia che ereditava la capacità di guarire la virmina (i vermi nella pancia che si diceva venivano dalla paura) e con essa tutti i dispiaceri e i tanti momenti di paura che le donne, le bambine e i bambini erano costretti a vivere. C’era quella che sistemava le questioni di famiglia e che inventava ricette per coprire gli scandali.

Nel film è chiaro il ruolo di totale subordinazione della moglie, il modo in cui sopravvive alle angherie, escogitando stratagemmi per ottenere qualche risultato in modo indiretto (sarà per questo che le donne per anni hanno mostrato una forma di aggressività soprattutto indiretta?), la assurda maniera in cui è costretta a subire ogni genere di violazione del corpo.

Nella storia le donne hanno tutte il ruolo di vittime, persino quelle che osano, resistono e si riscattano alla fine comunque sono sconfitte. E’ un racconto dal sapore verghiano, fatto per chi osa e comunque poi deve aspettarsi una caduta perchè – così diceva verga – dalla propria condizione di partenza (lui parlava di povertà) non ci si può risollevare. Sono vittime positive, le due innamorate, le madri di entrambe e persino la zia di quella che sarà costretta a travestirsi da maschio per vivere il suo amore.

Una vive con un marito che non la ama, l’altra ha dovuto abortire un figlio di un prete, la figlia lesbica viene quasi uccisa in un tentativo di violenta rieducazione inflitto dal padre e quasi viene stuprata da colui che la pretendeva in moglie.

Una storia di lotte senza lieto fine in cui l’obiettivo è la normalità, inseguita fino a trasformare il desiderio di maternità in un tradimento al maschile commissionato per dare un figlio alla coppia.

Una storia verosimile per tanti aspetti ma poco credibile per una cattiva redistribuzione di caratteristiche dei personaggi. Troppo perfidi gli uomini e troppo buone le donne. Strano a dirsi ma da siciliana so che i maschi picchiano e comandano e spesso uccidono ma so anche che le donne in una situazione reale avrebbero fatto il diavolo a quattro per vedere quelle figlie regolarmente sposate. Questione di pratiche patriarcali introiettate e di pregiudizi che difficilmente allora venivano scalfiti.

Ovunque regnasse l’ignoranza le donne erano succubi dello stesso tipo di mentalità e quelle che non lo erano venivano uccise, massacrate, rinchiuse in manicomio, controllate da padri padroni e mariti che spesso avevano il doppio della loro età. Grazie all’istruzione tante donne si sono risollevate e hanno preteso garanzie dei propri diritti. Un amore tra due donne sarebbe stato vissuto come una grande vergogna, una perdita di status: una lesbica di quegli anni finiva in manicomio, veniva uccisa o comunque veniva cacciata via come fosse morta.

Capitava certo che una donna si vestisse da uomo per andare a lavorare la terra, per scampare alle violenze. Capitavano tante cose ma tutto, io credo, si svolgeva in modo assai più complesso. 

Ecco, in questo film tra i tanti possibili spunti di riflessione che certo non mancano viene fuori una grande lacuna: il conflitto tra culture che permeano la vita di ciascuno fino ad amalgamarsi persino con le emozioni di chi vi si oppone. A quell’epoca la rimozione del conflitto era plausibile in casa, dove le donne evitavano di provocare la rabbia del marito o del padre, ma non lo era rispetto alle vicine, alle parenti, alle donne tutte nei confronti delle quali si scatenava, come tutt’ora avviene, l’aggressività più profonda, l’ira, l’invidia, la perfidia, la cattiveria, il pettegolezzo, il mobbing, l’esclusione sociale appena accennata nella storia.

E’ una bella storia, vale la pena vederla, tuttavia eccessivamente semplificata, incurante dei dettagli, concentrata a fotografare la passione tra due donne esteticamente attraenti per un pubblico maschile, quasi a mimare la sessualità condita da testosterone invece che la sensualità di una attrazione così densa di significato. Eccessiva la suddivisione dei ruoli a ricreare la coppia uomo-donna accreditando lo stereotipo della lesbica attiva mascolina (che vuole fumare il sigaro perfino da bambina) e di quella passiva femminile. 

Molte sensazioni, parecchi dubbi. Film appena visto. Dite voi che ne pensate. 

Posted in Sensi, Vedere.


9 Responses

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  1. Serena says

    stavo cercando informazioni sul film, che ho visto appena ieri sera e sono finita sul tuo blog. Ho letto che il film è tratto da una storia vera e allora cercavo di capire quanto di vero potesse effettivamente esserci in questa storia. Sono assolutamente daccordo con quanto hai scritto! insomma, credo che il film mi abbia deluso un pò; forse avevo troppe aspettative, ma credevo che, in quanto film scritto, prodotto e recitato da donne (tra l’altro anche siciliane), trattasse una tematica tanto complessa con maggiore sensibilità e verosimiglianza, evitando, appunto, luoghi comuni e semplificazioni che ne hanno svilito il senso. in ogni caso, credo sia un film da vedere…

  2. dada says

    ciao ragazze,
    vi segnalo la recensione del film su
    http://www.culturagay.it

  3. cosmo says

    la medusa provoca l’orticaria! ci sarà una soluzione? l’unica che mi viene in mente è non andare al cinema a lasciare una sottoscrizione di euro 7.50 alla gorgone. Colgo l’occasione per ricordare a tutt* che scaricare film da internet potrebbe essere considerato illegale, e che il film in questione sarà probabilmente reperibile nei circuiti p2p tra non molto tempo.

  4. fikasicula says

    (g)ilda cara,
    il film ipazia non arriva in italia perchè nessuna distribuzione l’ha voluto e nessuno lo vuole doppiare. pare ci siano state pressioni dal vaticano. c’è una petizione e un gruppo che sta facendo casino su questo. punto di riferimento dove trovi tutti i dettagli sta su facebook —>>>QUI

    ciao 🙂

  5. (g)ilda says

    neanch’io l’ho visto e non so se lo farò, così ad occhio sono un pò dubbiosa come iononportoilreggiseno . tanta pubblicità di questi tempi non è buon segno
    vi chiedo invece cosa sapete di Agorà, il film su Ipazia. girano voci che non verrà distribuito qui da noi, pare che i monaci cristiani che l’hanno assassinata siano stati rappresentati con troppo realismo !

  6. Sera says

    Io il film non l’ho visto, ma penso lo vedrò. E non penso dovremmo avere tanti pregiudizi su questo film: è sicuramente per il pubblico italiano qualcosa di nuovo, che tratta temi in un modo non così banale.
    Per quanto riguarda la scenetta del bacio sul tappeto rosso non so che dire: in quanto lesbica mi danno fastidio questi gesti privi di significato, mirati solo a fare un pò di scandalo.

  7. iO nOn pOrtO il reggisenO says

    Dunque dunque… Io non l’ho ancora visto, ma lo farò. Però mi chiedo: se è davvero così trasgressivo, come mai ha avuto tanta pubblicità?? In Italia le cose belle non vengono mai pubblicizzate… come mai la medusa film l’ha voluto produrre? Cosa c’è dietro? Sì lo so sono la solita dietrologa 😉
    Ma qui le cose non mi sembrano chiarissime..

  8. fikasicula says

    ah ecco. 🙂
    allora il quadro è completo. non avevo visto quella scenetta ma se tanto mi da tanto non dovrebbe essere diversa dalle scene clou del sesso tra le due.
    che tristezza!
    ciao

  9. Federico says

    Ciao,

    il film non l’ho visto, penso che lo vedrò comunque, mi sembra interessante.
    Vorrei proporti uno spunto che non mi è piaciuto però: il bacio tra le protagoniste sul tappeto rosso del Festival di Roma.
    Mi è sembrato il solito uso della “scenetta lesbo” per attirare un po’ di fotografi e scalare la colonnina di destra di repubblica.it.

    Federico