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Sentenza: lo stupro secondo la morale dei bigotti

Una sentenza che mette a rischio ogni donna e ogni sex worker. Stuprare una sex worker sarebbe meno grave perchè scegliendo la strada "rinuncerebbe alla propria integrità fisica e morale". Come dire che se l’è cercata e dunque per lo stupratore questi argomenti valgono in quanto attenuanti.

Non ci interessa l’approccio securitario perchè non lo riteniamo una soluzione al problema. Ci interessa la conseguenza culturale di una sentenza del genere. E’ l’ennesima sentenza che costituisce un regresso per tutte le donne assieme a quella che diceva che un collega d’ufficio può toccarti quando gli pare o a quell’altra che ricerca nell’atteggiamento della vittima la causa dello stupro.

Se scegliere la strada significa per la legge "rinunciare alla propria integrità fisica e morale" vuol dire che ogni sex worker può essere stuprata impunemente. Vuol dire che le donne che escono la notte, si divertono, vestono come gli pare, bevono qualcosa, vengono viste come quelle che rinunciano alla propria integrità fisica e morale e dunque agli occhi della legge diventano corresponsabili di qualunque cosa accada loro.

Ciò significa che è delegata alle donne la responsabilità di interpretare atteggiamenti moralmente accettati dalla società bigotta. Quelle che non lo fanno dovranno aspettarsi di essere punite. E vuol dire che gli uomini si sentiranno autorizzati a violare l’autonomia delle donne e a non rispettare il patto domanda-offerta da sottoscrivere con una sex worker perchè le loro azioni godono non più solo di una legittimazione sociale ma anche di una legittimazione giuridica.

E’ un brutto anno per le donne questo e lo è per tanti esempi come quello di cui vi stiamo parlando. Come quella sentenza di assoluzione per via del pregiudizio che dice che se lasci che un uomo ti mette una mano addosso non puoi sottrarti al rapporto perchè lui immagina di avere diritto di stuprarti. Condannata dunque a finire quello che hai iniziato come se fosse un lavoro e qualcuno ti avesse pagato per farlo.

Non si capisce dunque come concilia questa evidente non volontà di fornire strumenti culturali a difesa del diritto delle donne ad esistere e a gestire la propria sessualità e in taluni casi la propria professione, come concilia tutto ciò con gli annunci propagandistici che prefigurano scenari pieni di militari dappertutto e telecamere in ogni angolo giustificate dall’alibi della difesa delle donne.

Lo abbiamo sempre detto: questa storia della difesa delle donne è stata e continua ad essere un grande espediente per militarizzare le strade, per mettere tutti e tutte sotto controllo e per avere una giustificazione morale per perseguitare gli stranieri e persino le straniere che si permettono di non "farsi salvare" da deliranti santanchè in missione speciale contro i burqa.

Così è per la militarizzazione dei treni, così è per tutti i provvedimenti annunciati fino ad ora per far finta di opporsi sulla carta alla violenza contro le donne. Mentre il reale intento sta nella criminalizzazione delle prostitute e con esse di tutte le donne che vivono liberamente la propria vita e la propria sessualità non subordinandola ad un ordine prestabilito dalla volontà di un patriarca. Ricordatevi di questo quando risentirete parlare di norme per il decoro e del disegno di legge della carfagna che vuole punire le sex workers senza citare mai i loro clienti.

Siamo messe male. Vi suggeriamo di leggere le parole sagge scritte da Pia Covre sulla D’Addario. Tutto ciò ci riguarda tutte, ma proprio tutte. Riguarda le restrizioni ai nostri comportamenti, l’obbligo di seguire regole morali che ci riportano indietro fino ai tempi in cui stuprare una donna era lecito, anzi doveroso perchè "ogni lasciata è persa". Riguarda il fatto che da ora in poi nei tribunali ci sarà "stupro" e "stupro". Quello legittimato per trasgressione morale della vittima e quello condannato nel caso in cui la vittima sarà identificabile con la santa. Le puttane al macero e le sante in paradiso. Le donne in quanto persone già non hanno diritto di esistere. Tutto ciò ci riguarda tutte … e tutte dobbiamo reagire.

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.