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Il Femminicidio, Ciudad Juarez e il revisionismo di Io Donna e del Corriere

C’è ben poco da dire: il Corriere ce l’ha con le donne. Lo dimostra ogni giorno di più con i suoi insulsi articoli sulle ricerche più disparate condotte in inghilterra che dimostrerebbero tutte, in un modo o nell’altro, che le donne sono obbligate ad assumere certi ruoli e certi comportamenti perchè lo dice la scienza. Con pubblicazioni spesso dedicate alle convinzioni dell’amministrazione milanese impegnata a sconfiggere il grave fenomeno delle ragazze che non si lasciano mettere i piedi in testa e a sostenere le cause dei poveri maschi bistrattati.

Non ci si poteva aspettare altro che questo da un quotidiano che segue a ruota i tanti che si stanno distinguendo per misoginia, come Libero e Il Giornale. Non ci si poteva aspettare altro da un quotidiano che sceglie quali sue interlocutrici le donne imparentate con il premier, la ministra alle pari opportunità carfagna, la signora santanchè, quelle che non parlano mai di violenza maschile e di sessismo perchè l’unico loro problema sta nella difesa del maschio italiano e nella condanna delle altre culture. Non ci si poteva aspettare nulla di più dal corriere che pubblica in evidenza di tutte le violenze commesse da uomini stranieri ai danni di donne italiane o di altre provenienze mentre censura le notizie sui delitti degli uomini italiani o li relega in ultima pagina.

Sta nei fatti che molta stampa orientata a destra stia commettendo un abominio culturale rimuovendo dalla sfera critica ogni strumento utile ad interpretare i fenomeni violenti che riguardano le donne. Ma la rimozione e la censura si accompagnano al revisionismo e quindi c’è chi ritiene che bisogna rivedere un po’ di storia e trasformarla in qualcosa di più malleabile.

Io Donna è la rivista "al femminile" allegata al Corriere. Ha pubblicato la pagina che potete vedere in anteprima (clikkateci su per guardarla meglio). Sostanzialmente confonde la strage di donne che da tempo avviene a Ciudad Juarez, non per niente descritta con il termine "Femminicidio", con una serie di morti collaterali dovute al narcotraffico. Di più: sostiene, senza documentare la faccenda, giusto in poche righe, senza nessuna testimonianza, che le donne morte erano a capo di organizzazioni criminali o comunque erano parte del gioco.

Detto fatto, in un solo colpo ecco cancellata la prova dell’esistenza dello sterminio delle donne in quanto donne e trasformate le vittime in camorriste d’oltremare cadute nell’esercizio delle loro funzioni criminali. Le donne, secondo il corriere, sarebbero dunque uccise non dalla violenza maschile ma da stranieri incivili o perchè in qualche modo se la cercano.

Di questo dettaglio per nulla insignificante, che forse immaginavano potesse passare in sordina, si è accorta Monica da tempo impegnata con uno spettacolo teatrale [Leggi] che racconta la storia di alcune delle tante donne uccise, stuprate, massacrate in quanto donne a Ciudad Juarez. Vi riportiamo per intero lo scambio epistolare (via mail) tra Monica, la capo redattrice e il giornalista Guido Olimpo che si è occupato del pezzo.

Alla capo redattrice:

Buongiorno,

sono Monica Livoni di Donne di Sabbia.Le scrivo perché mi hanno detto che lei è caporedattore di Io Donna del Corriere della Sera perché credo nella sensibilità delle donne.Ho ricevuto e letto l’articolo "La mattanza delle Narcos" di Guido Olimpo pubblicato su Io Donna di questa settimana e sono rimasta stupita, inorridita, indignata del fatto che un giornalista pubblichi un articolo del genere.Mi sento impotente dopo tanta lotta, dopo 3 anni e mezzo che il nostro spettacolo Donne di Sabbia, testimonianze di donne di Ciudad Juarez, gira per tutta Italia cercando di divulgare il più possibile il femminicidio di Ciudad Juarez, su un giornale che io reputavo serio e attento alle problematiche delle donne appare un articolo che riduce il tutto a dire che se sono state uccise è perché erano in qualche modo legate al narcotrafico.Chiedo consiglio a lei sul cosa fare.

Cordiali saluti

Risposta del giornalista a Monica:

Gent.le Signora Livoni,

nelle poche righe a disposizione ho dato conto delle donne uccise prima dell’esplosione della guerra tra i narcos, ricordando come siano state vittime di violenze domestiche o di altre ad aggressioni.Quindi ho fornito cifre legate alla situazione attuale dicendo che sono rimaste "intrappolate" anche nella guerra tra i cartelli. e’ un dato di fatto che all’interno delle organizzazioni criminali abbiano iniziato a coprire ruoli. Con questo non voglio dire che siano vittime di serie B, neppure voglio cambiare la realta’ delle donne sparite o uccise a Ciudad per ragioni diverse.

Un cordiale saluto Guido Olimpio

Diretta a Guido Olimpio:

Mi scusi,

secondo me, lei non poteva mettere sullo stesso piano il femminicidiodelleDonne di Juarez e la Mattanza delle narcos: é troppo riduttivo.Leggendo le poche righe la gente comune si confonde semplicemente leidee. E’ gravissimo il fatto che un giornalista guide in questo modo l’opinionepubblica, quasi giustificando in qualche modo il femminicidio ericonducendolo ad una mattanza tra narcos.Secondo lei Airis Estrella, Berenice, Lilia Alejandra coprivano unqualcheruolo tra i narcotraficanti?E le prossime bambine o ragazzine uccise a Ciudad Juarez, saranno ancheloro da ricondurre al narcotrafico?Il suo articolo non l’ho letto solo io, l’abbiamo letto in tante donneimpegnate in questo fronte e tutte siamo indignate, tutte abbiamo avutolastessa reazione,quindi non sono soltanto io quella che non ha capito quello che leivolevadire e questo è gravissimo.Persino l’autore di Ossa nel Deserto (libro sul femminicidio di CiudadJuarez) Sergio Gonzales, leggendo il suo articolo, ha avuto una reazione"molto indignata" (appena avrò l’autorizzazione di Gonzales gliela girerò)

cordiali saluti

Monica Livoni Larco

Ricordando anche l’esistenza del libro "Femminicidio" di Barbara Spinelli vi chiediamo: voi cosa ne pensate?

Ditelo a noi. Meglio: scrivetelo a loro e fateci sapere cosa vi dicono.

(GOlimpio@rcs.it) —>>> per comunicare con Guido Olimpio

(Manuela.Campari@rcs.it) —>>> per comunicare con la caporedattrice

Posted in Corpi, Fem/Activism, Iniziative, Omicidi sociali.


2 Responses

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  1. Virginia Ferrraini says

    Ciao,

    ricordo che lo spettacolo DONNE DI SABBIA
    sarà a San Polo d’Enza (RE),
    sabato 31 Ottobre 2009 :
    ingresso gratuito.

    Sotto il programma dell’intero festival di teatro, dedicato alle donne.

    Sabato 10 Ottobre, Sala Polivalente, San Polo d’Enza, ore 21.30
    Patricia Zanco
    A PERDIFIATO. Ritratto in piedi di Tina Merlin
    regia di Daniela Mattiuzzi

    Sabato 17 Ottobre, Teatro “Matilde di Canossa”, Ciano d’Enza, ore 21.30
    Marina Coli & Lorenzo Munari
    VOCI DI VENTO
    La voce delle donne nella Resistenza
    interpretato da Marina Coli. Musiche di Lorenzo Munari

    Sabato 24 Ottobre, Teatro “Matilde di Canossa”, Ciano d’Enza, ore 21.30
    proiezione del film
    VOGLIAMO ANCHE LE ROSE
    regia di Alina Marazzi

    Sabato 31 Ottobre, Sala Polivalente, San Polo d’Enza, ore 21.30
    DONNE DI SABBIA
    Testimonianze di donne di Ciudad Juárez
    a cura di Monica Livoni Larco
    con il patrocinio di Amnesty International

    Venerdì 6 Novembre, Sala Polivalente, San Polo d’Enza, ore 21.30
    proiezione del documentario
    ALLA RICERCA DI UNA RIVOLUZIONE SMARRITA
    Coord. Donne regionale SPI_CGIL
    regia di Giulio Colli

    Il festival è organizzato dal Circolo ARCI Indiosmundo, con il sostegno di:

    Comune di San Polo d’Enza
    Comune di Canossa
    Coordinamento donne regionale SPI_CGIL
    Coordinamento donne provinciale SPI_CGIL
    SPI_CGIL San Polo d’Enza
    ARCI, Reggio Emilia
    ANPI, San Polo d’Enza

    Nelle serate degli spettacoli, punto-libri a cura di:
    Infoshop Mag6, Reggio Emilia

Continuing the Discussion

  1. doppiocieco linked to this post on Marzo 27, 2010

    da Questo post di risale a qualche mese fa, il che depone contro la nostra lentezza, e il link a , purtroppo, non conduce più all’articolo di Guido Olimpio, che non siamo riusciti a rintracciare né sul sito di , né s